Piazza Fossatello, il sestiere di Prè e la zona di via del Campo, cantata da Fabrizio De Andrè e avvolta a tutte le ore del giorno e della notte da un fascino particolare, non sono più le stesse di venti o trent’anni fa. Qualcosa è cambiato, qualcosa è anche migliorato. Senza dubbio, a restare sempre la medesima è stata via dei Griffoni, dove ancora oggi trova sede  il Pow Wow, l’ex cinema “Fossatello” che ospita da ormai trent’anni il Circolo “I Caruggi”, di cui è presidente un tifoso genoano di prim’ordine come Marco “Naso” Barnieri.

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Uno che oggi si gode lo striscione “I Caruggi” esposto in tutte quante le trasferte, ma che a suo tempo guidò assieme a Pippo Spagnolo la carovana di tifosi rossoblu diretti ad Oviedo ponendo il veto che non uscisse neppure uno spillo dagli autogrill. Uno che si difese dalla sassaiola dei tifosi avellinesi con dei cartoni di fortuna. Uno che, cresciuto nella Gradinata Nord della prima Fossa dei Grifoni, ha ben impresso nella mente il centro di gradinata vuoto sino a dieci minuti prima del fischio d’inizio oppure il libro dei pensieri di Mao sotto la gradinata. Quegli anni si partiva in corteo, si mangiava in comunità, e solo in ultimo c’era la partita. Il Genoa.

Marco “Naso” Barnieri ieri ci ha accolto al Pow Wow per raccontarci un po’ della sua genoanità e un po’ anche di quella sua idea di cittadinanza attiva che lo ha portato non soltanto a svolgere un’attività di inclusione per le fasce più giovani dell’area di Prè, ma anche a raccogliere oltre 2200 bambini, dal 2006 al 2011, all’interno dei Genoa Club For Children che contornavano la gabbia nord, a fianco della Gradinata. Un progetto vincente, premiato anche con l’Oscar del Calcio 2007.

E Marco “Naso” Barnieri ci ha raccontato anche dello sfratto esecutivo impedito durante l’ultima giunta Doria e di quello che il circolo “I Caruggi” può ancora rischiare. Per scongiurarlo e per dare una mano, peraltro, ci ha dato tutte le indicazioni per poter effettuare una donazione privata da qui al prossimo 31 dicembre. Affinché rimanga forte il grido: “Monelli si nasce ancora“.



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