Domani sera importante non guardare le stelle o le nuvole già dal riscaldamento. Importante per tutti, dentro e fuori dal campo, che davanti possano esserci cose migliori di quelle che ci siamo lasciati alle spalle. Contro un Napoli che gioca un calcio bello, fatto in modo diverso da Sarri con meno possesso e sempre alla ricerca di inserimenti e verticalizzazioni improvvise e ben gestite dagli attaccanti mini o dal gigante Milik e il compagno “piccoletto”, occorrerà un Genoa “tripallico” come diceva il Professor Scoglio: “Quelli che hanno 3 palle fanno il pressing, quelli che ne hanno 2 giocano al calcio, quelli che ne hanno 1 fanno le partite tra scapoli e ammogliati”.
Juric fa bene a dire con chiarezza che non vuol fare smettere di sognare e sarebbe bello che in cuor suo il croato pensasse e desiderasse di giocarsi la partita senza il braccino corto della tattica o della strategia: i conti li farà e li faranno alla fine. Perché tutto ciò avvenga, Juric dovrà tenere conto e fissarlo bene nella testa dei calciatori: Ancelotti e il suo staff sono maestri nello studiare gli avversari. Contro il Genoa il riferimento fisso sarà la difesa a tre, come è successo nella gara con il Torino di Mazzarri. Per il tecnico di Correggio la tre difensiva ha il difetto strutturale di dilatarsi in orizzontale sul campo per seguire da vicino gli attaccanti, perciò preparerà una formazione pronta a sfruttare il corridoio centrale con cambi campo improvvisi sulle corsie laterali quando ci saranno gli uno contro uno.
Contro il Napoli, Juric non dovrà essere Shakespeare. Modulo o non modulo che diventa difficile se si faranno i conti sulle fatiche di Champions napoletane. Ancelotti è un maestro nel giocare tre partite in una settimana e nel recupero dei calciatori. Rispetto alla gara con il PSG di martedì potrebbe mettere in campo,oltre la variabile in attacco, anche Rog, Luperto, Zielinski, Ounas, Milik, Malcuit o Verdi (chè però è più in dubbio). Insomma, se Juric metterà in campo il 3-5-2 si dovrà aspettare un Ciuccio a trazione anteriore .
Contro il Napoli Il tecnico rossoblu avrà lavorato sui difetti visti con le milanesi: l’atteggiamento difensivo, gli errori individuali sui gol avversari, la manovra non fluida del centrocampo, la mancanza di terminale davanti. Non sappiamo se Juric cambierà modulo e se giocherà a tre o quattro in difesa, ma la speranza è che giochi bene. Conterà poco se sarà troppo amichevole e poco cattivo in fase difensiva. La formazione è allo studio visto e considerato che Veloso ha dichiarato di avere solo un tempo nelle gambe: primo o secondo? Rientra Criscito, giocherà Piatek in vetrina contro i partenopei vista la corte di De Laurentis, pronto a versare 35 milioni di euro mettendo sul piatto anche Amin Younes, notizia già data da Buoncalcioatutti almeno un mese fa.
Capitolo Napoli. Il passaggio di consegne tra Sarri e Ancelotti non ha avuto conseguenze traumatiche e non poteva che essere così con qualcuno che aveva vinto tutto: calciatore dai piedi buoni e allenatore trionfale in tutti i maggiori campionati europei. Solo qualche settimana di preparazione estiva, partite di allenamento amichevoli e prime di campionato e Mister Lambrusco (ne è produttore a Parma) ha tolto quel pizzico di integralismo visto con il 4-3-3 sarriano.
Tutto è ancor più cambiato nel momento in cui il 4-3-3 è apparso consumato alla terza giornata di campionato quando perse malamente al Ferraris con la Samp. Dal martedì successivo Ancelotti ha incominciato a mettere in campo il “rombo” o l’albero di natale con una difesa a quattro compatta con terzini fluidi. Si è rivisto il 4-4-2 del Parma del ‘96 o giù di li con la qualità di quelli davanti, i muscoli dei centrocampisti e una coppia di centrali difensivi che sta facendo rivedere i fasti di Cannavaro e Thuram.
Le Massime calcistiche di Ancelotti come “il calcio è semplice, basta mettere in campo i giocatori bravi” oppure “il sistema di gioco di una squadra deve essere equilibrato, elastico, razionale” si stanno vedendo a Napoli attraverso i risultati. Il gioco degli azzurri è sempre votato all’attacco senza però dimenticare l’importanza della fase difensiva. Tutto questo sta permettendo al Napoli di trovare la continuità spesso mancante nel periodo di Sarri. I risultati napoletani sono arrivati quando i partenopei hanno incominciato a capire come lavorare sull’altezza della fase difensiva ma soprattutto sulle coperture.
Difficile spiegare come giocherà il Napoli contro il Genoa, non tanto per il modulo che sarà o 4-4-2 o 4-3-3 bensì per i continui cambi di uomini e meccanismi con l’attacco variabile. Per di più, in ogni gara all’interno della stessa sono avvenuti cambiamenti che trasformano completamente lo stile della squadra cercando di creare problemi agli avversari a seconda di come si difendono. Se gli avversari lasciano spazi sulle corsie laterali, dentro due esterni in difesa in grado di spingere aprendo gli spazi in ampiezza. Se decide di giocare con due esterni di centrocampo più bravi nella fase offensiva, la scelta ricade su terzini di più contenimento. Quando Ancelotti decide di fare la gara di possesso cerca con i laterali tipo Fabian Ruiz e Piotr Zielinski soluzioni di scarico su calcatori che sanno trattare e gestire il pallone, in particolare contro il pressing offensivo degli avversari.
La fase offensiva napoletana è un modello per cui possono esistere diversi tipi di manovra d’attacco. Il riferimento principale è il gioco verticale. Quando gli avversari sono schierati davanti al portiere il secondo principio è l’accerchiamento. Il calcio del Napoli di Ancelotti ha l’idea della fluidità per cui il Mister napoletano modifica il suo gioco in base alle circostanze. Ancelotti sta cercando il punto di equilibrio tra tutte le componenti facendo risultati in campionato e in Europa con un nuovo sistema inserendo tutti i calciatori in rosa nella rotazione e cambiando su 15 gare 15 formazioni. La formazione napoletana allo speaker del Ferraris, come scritto in precedenza, potrebbe essere un turnover cospicuo anche con due settimane di stop del campionato considerato che sono undici gli azzurri che lasceranno Genova prendendo la direzione delle nazionali in tutto il mondo e che al ritorno si giocheranno campionato e Champions senza respiro. Ripreso dall’infortunio alla spalla Mertens.
Genoa-Napoli diretta da Abisso di Palermo. Sulla carta designazione non ottimale anche se bisogna giudicare solo alla fine della gara. Rosario Abisso è imprenditore a Palermo e non è attaccato ai cartellini e a rigori in questa stagione: su 5 gare dirette 0 rigori e 0 cartellini rossi. Però la gomitata di Marusic su Kouamé era da rosso in Lazio-Genoa. E al VAR sabato scorso, dopo aver visto e rivisto immagini, ingrandimenti e foto il gol di Gagliardini era in fuorigioco e con la nuova tecnologia doveva farlo annullare.
Abisso lo scorso anno ha iniziato bene, dopo si è perso. Molto feeling con il Var in campo e poco dietro la TV. Ultimamente, avendo 33 anni il prossimo 22 novembre, non è riuscito ancora a confermare quello di buono fatto in cadetteria. Abisso coccolato non solo a Palermo deve crescere e le eterne giustificazioni o gli alibi intorno al suo operato non gli faranno bene. Con il Genoa due gare: la vittoria dello scorso anno contro il Benevento al Ferraris con rigore di Lapadula al 92’ (la cronaca è fatta nel bene e nel male) e la sconfitta in casa della Lazio per 4 a 1; con il Napoli due vittorie casalinghe con Cagliari ed Hellas Verona. Primo assistente Tonolini di Milano (internazionale), secondo assistente Liberti di Pisa. Quarto uomo Di Paolo di Avezzano. Al Var Di Bello di Brindisi (internazionale), all’Avar Tegoni di Milano.
Il comunicato della tifoseria organizzata: “Contro il Napoli tutti dentro alle ore 20”