Gian Piero Ventura questa volta non ci sta. Esattamente ad un anno dalla disfatta mondiale con l’Italia, l’ormai ex tecnico clivense, fresco di rescissione consensuale del contratto (al suo posto Domenico Di Carlo, ndr), ha rilasciato all’Ansa alcune dichiarazioni per chiarire la sua posizione e rispondere a distanza a Sergio Pellissier, che aveva affidato ad Instagram il motto “non fate come Ventura”.

Stavolta non tollero menzogne perché mi sono dimesso dal Chievo non per i risultati, ma perchè io e la società volevamo raggiungere la salvezza attraverso due strade diverse“. Ventura, quindi, prosegue spiegando a quale tipologia di contratto ha rinunciato. “Ho rinunciato a due anni di contratto senza né chiedere né pretendere alcunchè. Perché Allora ho detto sì al Chievo? Sono arrivato qui perché il presidente Campedelli è un amico e perché il momento di difficoltà della squadra coincideva con la mia grande voglia di riprendere ad allenare. Ho poi deciso di interrompere il rapporto non per i risultati, ma quando ho avuto la certezza che, benché volessimo raggiungere lo stesso obiettivo, cioè la salvezza, io e la società volevamo perseguirla attraverso strade diverse. A quel punto, né io potevo pretendere che loro sposassero le mie idee, né loro potevano pensare che io condividessi il loro percorso“.


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