Lo si scriveva stamattina nel nostro editoriale sul campionato: non si capisce davvero perché il VAR, nel marasma del suo stesso protocollo, perda credibilità di giornata in giornata. Gli episodi di questa settimana sono due e strettamente legati al tema dell’interpretazione: il fallo di mano di Bastoni in area di rigore e la spinta di Obi a Callejon in Napoli-Chievo. Andiamo in ordine di tempo. Ci si aggiungano alcune decisioni che hanno ribaltato la verità del campo, come la rete annullata a Pussetto dell’Udinese oppure il gol annullato a Mandzukic in Juventus-Spal, che qualche lieve polemica l’ha sollevata per via della posizione dell’attaccante croato, che non avrebbe ostacolato Felipe nell’intercetto del rinvio del suo portiere.
UDINESE-ROMA – Al 63esimo di gioco la formazione friulana, già in vantaggio grazie alla rete di De Paul (54′), raddoppia con Pussetto che stoppa il pallone col petto e insacca alle spalle di Olsen. Fabbri convalida la rete, senza rendersi conto (è distante almeno 15 metri dalla zona dove si materializza l’episodio) che l’attaccante dell’Udinese si porta avanti il pallone col braccio destro. Lo richiama Guida (VAR) affinché revisioni l’accaduto, cosa che accadrà e che porterà il direttore di gara ad annullare la rete del 2-0. Non ci sarà però ammonizione per Nacho Pussetto.
PARMA-SASSUOLO – Episodio che inasprisce gli animi al “Tardini” è quello che avviene nel finale di primo tempo, al 42esimo di gioco, quando il difensore crociato Bastoni intercetta col braccio sinistro il pallone in area di rigore. Valeri, arbitro della sfida, fa proseguire salvo poi essere richiamato quasi un minuto e mezzo dopo dal VAR (Abisso). La situazione è da valutare nuovamente, anche se Valeri si mostra deciso fin da subito nel confermare quanto visto in campo con la visuale sgombra: il pallone ha prima toccato il ginocchio, poi il braccio, molto largo e non certo attaccato al corpo. Non è il primo episodio che porterà Valeri, nonostante la revisione al VAR, a confermare la scelta fatta in campo, ossia non assegnare penalty. Pur vero, tuttavia, che creerà sicuramente l’ennesimo precedente: chissà quando un’analoga dinamica, di qui a maggio 2019, porterà non più alla conferma della decisione, ma al ribaltamento della scelta e all’assegnazione del rigore. Essendovi un discrimine tra volontarietà e involontarietà, ad oggi rimane tutto sotto l’egida dell’interpretazione arbitrale.
Il regolamento è chiaro: “l’arbitro deve valutare se il contatto tra il pallone e la mano o il braccio è voluto dal calciatore o se questi allarga, alza, muove o, comunque, tiene le mani o le braccia con l’intenzione di costituire maggior ostacolo alla traiettoria del pallone. Non deve però essere considerato intenzionale il gesto istintivo di ripararsi il viso o il basso ventre dal pallone“. La decisione si ferma proprio sull’intenzionalità. Perché se evidentemente Bastoni (già ammonito) non vuole ripararsi né viso né basso ventre, è pur vero che il braccio è particolarmente largo e si allarga ancor di più (seconda immagine in basso a destra) dopo che la sfera ha sfiorato il ginocchio sinistro del calciatore. Rimane più di qualche dubbio sull’episodio: i calciatori del Sassuolo, infatti, non la prendono bene.
NAPOLI-CHIEVO – Si chiuda con la sfida del “San Paolo”, terminata sul pareggio anche per opera dell’arbitro Chiffi. Il fischietto padovano – e con lui il VAR – avranno sicuramente rivisto il contatto Obi-Callejon in area di rigore al 28esimo del primo tempo e si saranno chiesti come mai non lo si sia voluto riproporre sul mini schermo a bordo campo. La dinamica è chiara anche ad immagini ferme: il giocatore clivense è in ritardo su quello partenopeo e la sua gamba sinistra sgambetta quella di Callejon. Il rigore sarebbe solare già a velocità di gioco, ma la distanza che intercorre fra Chiffi e la zona dove avviene il fallo è considerevole. Sarebbe dovuto intervenire il VAR (Nasca) per accordare un rigore molto evidente. Napoli penalizzato, così come manca un cartellino giallo a Zielinski a pochi secondi dal fischio d’inizio per aver fermato un contropiede di Pellissier.