“Chi fermerà la Juventus” è come il testo della canzone dei Pooh per fermare la musica. L’aria del campionato italiano non è più elettrica dopo 14 giornate: la Juventus 2017/2018 non si addomestica non solo per CR7 ma per la voglia e la concentrazione che la fanno suonare sempre forte. La Juventus di Allegri è sempre carica contro qualsiasi avversario rispetto alle altre squadre che la dovevano impensierire; la sua tattica, che in ogni giornata di campionato si cerca di scoprire nei numeri, è più europea di quelli che dicono di giocarla: dietro due martelli come Chiellini e Bonucci a rompere e costruire e i due terzini a centrocampo a dominare nel cuore del gioco con quelli davanti a divertirsi con i colpi di tacco, come successo a Firenze, per poi lanciarsi in profondità davanti ai portieri avversari. La Fiorentina ha continuato a dimostrare che non è abile a sfruttare le occasioni e l’anemia del gol non porta lontano.
Abbiamo iniziato con la superiorità della Juventus, la giusta copertina di questo editoriale, e continueremo con le gare del sabato. Nel primo pomeriggio male la Spal. Brutta, ha guadagnato un punto non meritato contro l’Empoli rivitalizzato dall’arrivo di Iachini e dal 3-5-2 con pressing nullo e baricentro basso sempre pronto a chiudere tutte le linee di passaggio agli avversari. Lazzari, l’unico a salvarsi tra gli estensi, deve essere di monito a Juric e al Genoa quando lo affronteranno domenica: fermando Lazzari sulla corsia di destra non solo esterno ma regista, “Lazzaro” Spal non si alza e non cammina.
Alla sera la Samp liquida il Bologna con un secco 4 a 1. La Sampdoria di Giampaolo torna in salute dopo il derby contro un Bologna ricco di soli problemi. Le ambizioni di Pippo Inzaghi sono crollate dopo 8’ di gioco, dopo che aveva preparato la gara con un modulo robusto per non subire il gioco doriano lasciando in panchina Palacio per due centravanti ombra e prendendo un gol con Praet solo davanti al portiere dopo uno slalom di Caprari nell’area felsinea. Bologna quart’ultimo subito in ritiro: anche per il Pippo goleador l’ultima spiaggia domenica con l’Empoli.
A mezzogiorno della domenica il Milan con cuore abbatte il Parma. Passa in svantaggio contro il solito gioco dei ducali, ormai un marchio del campionato catenaccio e contropiede che dovrebbe essere di lezione a chi vuole salvarsi. Rimedia con il solito Cutrone, anche se tutti aspettano Ibrahimovic, e viene salvato da un rigore visto solo e segnalato dal VAR. Gattuso condottiero con rosa ai minimi termine si inventa Abate difensore centrale.
Sassuolo-Udinese finisce 0-0. Il Tiki Taka neroverdi ha premuto molto con scarsa intraprendenza contro una Udinese rilanciata da Nicola con sacrificio e dedizione: gara senza emozioni e spettacolo.
Altro harakiri del Frosinone contro un Cagliari formato trasferta. Vanno in vantaggio i frusinati, ma non raddoppiano, e il Cagliari con una sola azione d’attacco frutto di ritmi alzati porta via il pareggio.
Alle ore 18 Chievo e Lazio sono entrambe scontente per la X. Ai clivensi serve poco per risalire la classifica, ai laziali ancor meno superati dal Milan con i cerotti in zona Champions. La cura Di Carlo porta due pareggi contro Napoli e Lazio. Simone Inzaghi invece dovrebbe sfruttare di più la qualità in rosa: i tre pareggi consecutivi non portano lontano. Il punto per il Chievo solo per il morale.
Roma-Inter pari spettacolo con tutti gli ingredienti di una partita di calcio, i gol e pure il veleno del VAR con Rocchi in campo e Fabbri alla TV. il pareggio tra giallorossi e neroazzurri è il dietro della lavagna del campionato: giocano ad aspettarsi e per la Champions tutto può ancora succedere.
Anche per l’Europa League tutto può verificarsi considerato che basta un risultato per avere delle speranze, come è successo all’oscuro Torino contro il Genoa. Il campionato continua tra errori e lo trasformerà in oro europeo chi sbaglierà meno.
Il Genoa ad oggi rimane a Juric. Come vuole Preziosi, adesso fuori dall’Ospedale, servirà responsabilità da parte di tutti oltre dimostrare maturità dentro il campo e dietro le scrivanie. Juric continua ad avere i sette giorni senza dimenticarsi che prima c’è la gara con l’Entella da non sbagliare, non tanto per il superamento del turno e il prestigio per assaporare la vittoria. Giocherà il Genoa “2” e non ci saranno attenuanti perché anche i chiavaresi metteranno in campo le riserve, considerato che hanno più di cinque gare da recuperare dopo lo stucchevole autunno tra B e C per colpa dei Tribunali, non solo federali.
Chi al posto di Juric? È l’ultimo pensiero che deve passare dalla testa dei genoani perché la partita contro la Spal è uno spartiacque non solo per il tecnico, ma anche per i calciatori che dovranno far vedere cattiveria, determinazione, nessuna paura in panchina e in campo, giocarsi la partita con la voglia di dimostrare che gli ultimi risultati sono una brutta copia (non per colpa del gioco) e gli alibi incominciano a scarseggiare per tutti.
Infine Atalanta-Napoli. Vince il Ciuccio contro una Dea squadra che gioca bene al pallone, coraggiosa, alla lunga penalizzata dalla fatica e da una rosa non sterminata. Vince Ancellotti, il valore aggiunto nel leggere la partita in corso con i cambi. Gasperini e Ancelotti due filosofie di gioco vincenti anche se differenti. Gaspe arrabbiato perché dopo Empoli i suoi continuano ad essere poco attenti sul piano difensivo: il gol di Ruiz dopo pochi minuti ne è la prova. Bergamaschi con la bocca cucita nei confronti del Sud, le paure e sanzioni annunciate dalla FIGC sui cori razzisti hanno avuto il deterrente giusto.
Per il sorteggio degli Europei, Mancini e l’Italia non possono lamentarsi. Il girone J è il meno competitivo. Macini e l’Italia non devono pensare di arrivare secondi per qualificarsi. Mancini se continuerà a dire che “le partite vanno giocate e vinte”, vista la difficoltà a fare gol, non andrà da nessuna parte. Non c’è nulla di scontato, ma poteva andare peggio perché Bosnia, Finlandia, Grecia, Armenia, Lichtenstein non possono far paura agli Azzurri.
Dal 2021 ufficiale la terza Coppa Europa dopo Champions e Europa League. Parteciperanno 32 squadre con le stesse modalità delle altre due competizioni. Più spettacolo? No. Più Tv, meno famiglie, meno lavoro, più spese di trasferte e campionati nazionali dove sarà solamente importante partecipare. Per adesso c’è solo il nome fasullo della competizioni (UEL 2) e le squadre che dovrebbero parteciparvi dovrebbero essere le settime e le ottave dei campionati con orario assurdo: alle 16.30 nei giorni in cui si giocheranno Champions ed Europa League.
Capitolo VAR. Mentre in Europa sono contenti che dal prossimo febbraio la video-tecnologia entri sui campi di Champions, Europa league e Nations League (ufficiale), in Italia non passa giornata di campionato che non ci siano polemiche feroci sull’utilizzo.
Rizzoli predica che in questa stagione si è migliorati sull’utilizzo e sventola che il ricorso alle immagini Tv è stato appena di 32 volte fino alla 13esima giornata, dimenticandosi che molte volte si poteva anche evitare visti i falli ad occhio nudo. Il VAR controlla solo i falli di mano, gli altri falli della regola 12, compresi gli sgambetti, non sono contemplati. Il VAR in Italia serve a poco: se sarà così anche in Europa e non si elimina dal vocabolario arbitrale la frase “chiaro e evidente errore” sarà inutile.
Ripetiamo: al VAR in Italia non possono starci i 21 direttori della Can. Occorrono arbitri e commissari da preparare bene e senza l’afflizione di dover dirigere le squadre nelle giornate successive, usciti di scena, compresi quelli che sfiatano come tromboni stonati ad ogni errore attraverso il tubo catodico. Si prendano delle responsabilità perché spesso si dimenticano che la bocca è una virtù e altra parte del corpo una necessità.