Cesare Prandelli è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della trasferta contro la Roma, in programma per domani sera alle ore 20.30. Il nuovo tecnico del Genoa, dopo il punto conquistato contro la SPAL e con un breve passato anche sulla panchina giallorossa, sarà chiamato a sfatare un mito già nella prima trasferta: il Grifone non ha mai vinto allo Stadio Olimpico, vero e proprio tabù nella Genova rossoblu. La partita vinta nel 1990, infatti, si era giocata al Flaminio.

Una settimana di lavoro. Come ha trovato la squadra?

“Abbiamo lavorato bene, con una buona concentrazione. L’ambiente che ho trovato è stato un bell’ambiente, familiare e professionale, dove c’è serietà e volontà di fare crescere questa società. Abbiamo cercato di cambiare un po’ la costruzione del gioco e già domani mi auguro di vedere qualche segnale positivo. Quanto potrebbe cambiare la squadra rispetto a quella vista giovedì nel test con l’Imperia? Mi piace fare un’amichevole a metà settimana proprio per capire se le idee che posso avere possono essere riproposte alla domenica. A volte cambio, ma dal punto di vista della formazione devono essere disponibili tutti, da quelli che hanno giocato nel primo tempo a quelli che hanno giocato nel secondo. Li voglio tutti convinti nelle situazione che stiamo provando. Noi dovremo ricercare la prestazione, e in base alla prestazione avremo delle opportunità. Ci saranno momenti in cui difenderemo in dieci, chiudendo gli spazi. Ma quando avremo la palla dovremo giocarcela a viso aperto e dimostrare di aver coraggio”.

In merito a questo lavorare sulla costruzione del gioco, hanno incuriosito molto la sua richiesta di tenere la difesa molto alta (anche alla fine di Genoa-Spal) e quella, vista giovedì, di fare giocare Bessa pressoché in tre ruoli, dalla mediana alla trequarti.

“Le considerazioni sono giuste e la mia idea è quella di salire tutti assieme e restare compatti. Non mi piace la difesa troppo bassa perché basta un piccolo errore individuale per creare pericolo. Perciò abbiamo lavorato molto non solo sulla difesa, ma anche sul centrocampo. Per quanto riguarda Bessa, è un giocatore che ha qualità e talvolta è sin troppo generoso. Lo vorrei vedere più spesso nelle zone più calde del campo: e anche su questo stiamo lavorando”.

Gli indisponibili per Roma?

“Non avremo Günter, Mazzitelli e Lapadula”.

Che Roma si attende?

“Una squadra ferita e arrabbiata. Vorrà fare la partita per riappacificarsi subito con l’ambiente. Sarà determinante la nostra voglia di non subire e di fare una grande prestazione. Non le vittime sacrificali”.

Come vivrà il suo ritorno a Roma e che ricordi ha di quel periodo?

“Rimasi due mesi, però furono due mesi indimenticabili per il calore e l’affetto. Ho ricordi molto piacevoli”.

Come ha visto la coppia Veloso-Sandro?

“Hanno caratteristiche simili, sono giocatori che si posizionano davanti ai difensori e che dovrebbero dettare i tempi e dare equilibrio alla squadra. Domenica scorsa avevamo grande emergenza a centrocampo e abbiamo cercato di valorizzare le qualità di Veloso in un ruolo magari non propriamente suo. Perciò, in questo momento, o gioca l’uno o gioca l’altro. Come sta Sandro? Ho analizzato tutti i dati da inizio stagione, confrontandomi con lo staff e la memoria storica di chi lavora da anni qui. Abbiamo visto che nelle ultime settimane c’è stato un netto miglioramento. Siamo in una buona fase per Sandro”.

Non è rigido sui moduli, ma il 3-5-2 è il modulo più adatto per questo Genoa?

“In questo momento sì perché il Genoa gioca da mesi con questo sistema di gioco. Alzare gli esterni potrebbe essere l’inizio di un cambiamento”.

Piatek e Kouamè possono essere l’elemento che vi farà fare la differenza?

“Le prospettive di Piatek e Kouamè potrebbero essere superiori alle nostre aspettative, hanno una base straordinaria e capacità in area di rigore e continuità di gioco. Dovremo fare riferimento sulle nostre punte, tenendole sempre nel gioco, vive nell’azione e supportate nella maniera giusta”.

Il Genoa non ha mai vinto in casa con la Roma, all’Olimpico. C’è sempre una prima volta…

“Tutti pensiamo alla prima volta nella nostra vita. La prima volta è un sogno che abbiamo sempre. Non dobbiamo solo sognarla, ma andare a prendercela”.

Un suo giudizio su Rolon, che ha adottato contro la Spal?

“Mi è piaciuto molto nel secondo tempo contro la Spal. Si parla di un giocatore lineare, dalla buona aggressività, che ha molta gamba e rischia poco. Molto metodico, lineare e serio, mi piace molto: sa ciò che deve fare”.

Ha parlato di esterni avanzati come principio di un possibile cambiamento. Soprattutto dalla parte di Romulo, dove domani agirà Kolarov e memori della prestazione di Torino col gioco che faceva Ansaldi, potrebbe avere qualche idea diversa, malgrado manchi Gunter?

“Il ragionamento in questo caso è semplice. Gli esterni sono due giocatori che danno equilibrio alla squadra e punti di riferimento ad inizio azione. Io li vedo molto bene nel momento in cui sono propositivi, attaccano la profondità, allargano il gioco. Chiaro che se rimaniamo su una linea a cinque diventa molto difficile, diventiamo prevedibili e gli avversari con tre giocatori possono chiuderci facilmente. Mi auguro e sono convinto domani di vedere ciò che si è fatto questa settimana”.

DI SEGUITO LE PAROLE DI CESARE PRANDELLI IN CONFERENZA STAMPA


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