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Elogio del furto

Elogio del furto. Elogio del furto condiviso da tutti quelli dentro lo stadio Olimpico, in tribuna stampa, in sala stampa. Elogio del furto del direttore di gara Di Bello di Brindisi e Chiffi di Padova al VAR. La spinta di Florenzi a Pandev, con due mani sulla schiena, è la réclame del calcio di rigore, tanto da far chiedere scusa al capitano della Roma a fine gara ai calciatori genoani.

Di Bello in versione Babbo Natale poteva essere previsto alla vigilia, visto il suo tabellino con la Lupa, ma in modo così evidente e sfacciato no! Il campionato si fa duro, ed oltre a cominciare a vincere giocatori, dirigenti e tifosi dovranno aiutare Eupalla, il Dio del pallone di Brera, facendosi sentire con le richieste di VAR in campo, dietro le scrivanie e sugli spalti.

Il capitano della Roma Florenzi, sul fuorigioco di Piatek, questione di centimetri cari alla Roma del passato, per una scarpa in più ha tenuto Di Bello inchiodato a centrocampo e Chiffi davanti alla televisione per 5’ minuti. Per il rigore su Pandev neanche un silenzioso check di un solo istante. Tutte le colpe non sono della tecnologia ma degli uomini. Una rapina del bancario di Brindisi a fischietto armato e dall’arbitro del Santo da istituto dei ciechi davanti alla tv. La pajata romana, piatto della cucina locale è stato cucinato con l’intestino tenue di tutti i grifoni e non del vitellino.

Tocca alla società farsi sentire con l’A.I.A. e la FIGC. Non si può più passare per cojones!
Scommettiamo che anche senza la buona anima di Fabrizio Frizzi il signor Di Bello doppierà o quasi i tre gettoni di presenza con la Roma in questo campionato, che hanno già fruttato 9 punti non sempre meritati? È la legge del sud di D’Amato di Barletta che continua. Scommettiamo che il signor Chiffi di Padova prossimamente arbitrerà i giallorossi e alla fine canterà “Grazie Roma” al posto di Venditti?

Sulla partita il Genoa ha fatto quello che doveva fare, nel bene e nel male. Non ha fatto il 118 o Croce Rossa nei confronti degli avversari, ma ha commesso i soliti errori individuali ormai atavici. Zukanovic poteva evitare il primo fallo a centrocampo su Under dopo un quarto d’ora ed essere condizionato in quello più serio ed efficace su Kluivert, in occasione del secondo gol. La difesa a campo aperto, nell’uno contro uno, ha ballato e ballerà sempre se non protetta. Sandro con la sua autonomia limitata è stato deleterio nel gol del vantaggio romano nel mezzo di Cristante e Kluivert, in un uno due da scuola calcio.
Prandelli avrebbe dovuto cambiare prima il brasiliano, in apnea, e quando lo ha capito la frittata del vantaggio giallorosso era stata fatta. A quel punto non era meglio spostare Bessa davanti alla difesa e mettere Pandev in campo? Non c’era più da rompere il gioco, ma bisognava crearlo. Tutto avvenuto con l’entrata del macedone, che sbagliava un gol clamoroso e si procurava falli nella metà campo avversaria.

Ci siamo levati il dente con le cose brutte. Paradossalmente il Genoa ha perso giocando con i dettami del tecnico, la Roma ha vinto oltre gli errori del Grifone per l’anarchia tattica dei suoi calciatori. Le positività: Lazovic, Bessa, Hiljemark e anche Romulo contro il temuto Kolarov. Bravi ad avere imparato alla svelta gli aggiustamenti di pressione e posizionamenti generali voluti da Prandelli. Confermate tutte le qualità di Piatek, sempre capocannoniere, così come quelle di Kouamé, gli anticipi di Biraschi e Romero. Il portiere Radu quasi non giudicabile visto le poche parate non difficili effettuate, incolpevole sui gol subiti.

Il Genoa cornuto e bastonato esce bene da sotto il Cupolone, l’identità tattica sul piano del gioco si è vista. Sconfitta che brucia non solo per il rigore all’ultimo minuto non concesso, perché anche senza il possesso pallone è stato migliore nel vantaggio territoriale in ogni ripartenza. Prandelli da stamattina dovrà, oltre cercare la vittoria, capire il black-out di 10’ a cavallo tra il 70’ e 80’. Minuto: per condizione fisica o distrazione? Adesso stop ai discorsi: bisogna vincere anche le gare con l’handicap.


Criscito: “I tre millimetri di fuorigioco li hanno visti. Vero VAR? Misteri!”

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