Parlare della lunga 16esima giornata di campionato dal sabato al Martedì è pleonastico e inutile visti gli avvenimenti extra che sono corsi e che hanno, prima di Natale, avvelenato con anticipo la stagione 2018/2019.
Al sabato si è vinto con i rigori dati e non dati. Protagonisti in positivo la Juventus nell’avere ma non dare al Torino nel derby e l’Inter con l’effetto Marotta in Tribuna più che Spalletti in panchina contro l’Udinese. Il Ciuccio continua a ragliare e spera in Ancelotti che ormai ha in mano la rosa azzurra e la manipola tra formazioni iniziali e cambi a suo piacimento.
La Juventus vincerà il campionato, anche se non è ancora campionessa d’inverno. Inter e Napoli correranno da favorite per la Champions 2019/2020. Milan, Lazio, Atalanta e Roma non sono le sorprese a giocarsi il quarto posto utile per la Coppa con le orecchie. Visto che non si gioca bene, i risultati sono altalenanti di partita in partita e il fattore casalingo conta meno, le “improvvisate” potrebbero essere Sassuolo, Sampdoria e quelle altre che mirano all’Europa League come Fiorentina e Torino: sei squadre con una differenza di due punti considerando anche Atalanta e Roma. Tutti vogliono l’Europa che conta non solo nel prestigio, ma nelle casse societarie. L’Europa League a metà campionato vale per tutti e dopo giugno ci si pente.
Il Parma il suo campionato lo ha già quasi vinto a tre giornate dal giro di boa è a 21 punti in classifica. Dai 17 punti del Cagliari inizia la zona rossa con Empoli, Spal, Genoa a 16 punti; Udinese a 13 e Bologna fermo a 12 dopo il pareggio di ieri sera col Milan. Dando già per spacciate Frosinone a 8 punti e Chievo a 4, sarà una bella lotta.
Oggi conta poco la classifica in un campionato contestato con croci per dirigenti a Bologna; con Pasquino versione giallorossa a Roma con striscioni contro la proprietà di James Pallotta e silenzi nella curva sud contro il Genoa; lenzuoli “beceri” che non hanno nulla da dividere con il calcio a Genova, sponda rossoblu, mentre su quella doriana nella Sud tutto tace in attesa della Magistratura sugli ultimi avvenimenti capitati al Presidente Ferrero. Non bisogna dimenticarsi delle decisioni Uefa contro il Milan che dovrà ripianare il bilancio entro il 2021 per non incorrere come il Governo italiano nella procedura d’infrazione.
Allenatori in crisi, la famiglia Inzaghi su tutti, ma anche altri che si giocano non solo la serie B, ma anche l’Europa. In Italia è difficile fare calcio? Bisogna pensarci a luglio e a gennaio durante il calciomercato. Accettare tutto non è da professionisti, lamentarsi a priori da parte degli allenatori neanche.
La bomba che continua ad esplodere fragorosamente dopo la sedicesima giornata di campionato è quella della categoria arbitrale e del VAR, e non solo per il rigore non concesso al Genoa contro la Roma, ma anche per i centimetri di fuorigioco che hanno favorito la Lupa giallorossa contro il Genoa e penalizzato l’Aquila laziale in casa dell’Atalanta dopo cinque minuti di consulto davanti ai televisori, oltre al Toro scornato dentro i 16 metri della Signora.
Il VARicocele, già usato come titolo al termine del girone di andata dello scorso anno, è una dilatazione del regolamento e visti i consigli , come nella malattia, se non si porranno rimedi gonfieranno i palloni fino alla fine del campionato anche se tutti, in molti per facciata o paura, diranno che il VAR è utile. Quello attuale, per come è gestito e non concepito, è deleterio e nocivo al gioco del calcio.
Tutto doveva essere stato risolto dopo i Mondiali russi con il cambio del protocollo solamente con due parole: “chiaro” ed “evidente” errore. Gli arbitri italiani hanno dimostrato in campo e davanti alle televisioni di non conoscere sia il Regolamento sia l’italiano.
I problemi sono a Monte, come scrivemmo ad inizio campionato e copiamo nuovamente: “Nell’Aia associazione italiana arbitri i panni si lavano spesso in famiglia ma qualche volta qualcuno con gli amici li stende. Nel raduno di Sportilia dello scorso luglio gli allievi senza i maestri arbitri in campo e fuori si sono confrontati sul Var dello scorso anno e sull’esclusione di Gavilucci di Latina per motivi tecnici salvando il figlio di papà (inutile fare il nome già scritto e detto) e tutto potrebbe essere accaduto per i consigli del Var nelle prestazioni del laziale. In quelle discussioni tra arbitri è nato il problema Var dello scorso anno. Quando davanti alla Tv c’era l’anziano direttore di gara comandava lui, viceversa quando era in campo il Var poteva solamente provare a parlare per auricolare”.
Per tale motivo, per non fare tirare fuori il solito dubbio non solo da parte dei tifosi ma di Presidenti della “sudditanza psicologica” da tempo chiediamo, mandando anche l’appello all’Aia, a Rizzoli che davanti alla televisione non ci vadano arbitri in attività e vogliosi di andare a dirigere senza veti in particolare le grandi e nei grandi stadi. È solo questa la sudditanza psicologica davanti alle Tv?
I paggi dell’informazione calcistica dei giornali sportivi nazionali, i più importanti, annunciano corsi di formazione per arbitri di A e B: una presa per i fondelli considerato che il Regolamento è sempre lo stesso e non viene applicato nel modo giusto non solo sul terreno di gioco, ma pure di fronte a 4 mega TV e rallenty, come succede in altri campionati europei.
Se si volesse far chiarezza sul VAR e cancellare i fantasmi della sudditanza psicologica in campo (e adesso dietro il tubo catodico) come ai tempi di Calciopoli, quando se non ti comportavi bene difficilmente dirigevi le squadre dell’alta classifica, basterebbe mettere dietro le televisioni arbitri o commissari di campo usciti dal ruolo e con esperienza sul terreno di gioco accompagnati da tecnici qualificati di slow-motion invece che diramare designazioni allucinogene di giovanotti in piena maturazione arbitrale o di arbitri arrivati, qualcuno dalla porta di servizio, in serie A e in serie B. Qui casca l’asino: il budget annuale di ogni singolo arbitro diminuirebbe e Nicchi metterebbe a rischio la sua poltrona.
Tutto si è visto nelle precedenti promozioni ad arbitri internazionali da parte di Fabbri di Ravenna e Mariani di Aprilia, con la conferma di Rocchi e nessuna proroga per Banti e Mazzoleni. Fabbri è il figliol prodigo dell’Emilia Romagna pelato come il divino, futuro internazionale con 56 gare in serie A e al centro di qualche discussione anche nelle sei gare dirette in stagione. La promozione di Mariani farà discutere anche nell’AIA: l’arbitro di Aprilia lo scorso anno è stato il più gettonato dal VAR in campo e davanti alla Tv. Con l’orologio da Internazionale, contro il Genoa contro il Toro, gol al 50’ dopo aver annunciato due minuti di recupero e tre di festeggiamenti dei granata sotto la curva Maratona per il gol di Ansaldi al 46esimo e rotto.
Come annunciavamo Fabbri di Ravenna internazionale da 6 mesi, possiamo scommettere che a Luglio chi accederà ai ruoli di Can A sarà Aureliano di Bologna, figlio del Presidente di Sezione della città sotto le due Torri e compagno di sezione del designatore Rizzoli?
Nulla di nuovo, nulla è cambiato all’Associazione Italiana arbitri viste anche le promozioni degli assistenti al ruolo di internazionale. Resta sempre geopolitica alla Nicchi per non perdere, meglio ripetere, la poltrona. Tanti altri giovanotti più bravi probabilmente sempre al palo non avendo Santi nel Paradiso arbitrale o vecchi dirigenti di sezione che continuano a far girare la ruota dei voti alle assemblee elettive. Questo potrebbe essere il vero problema della classe arbitrale, altro che VAR!
Rizzoli a Preziosi e Cairo dopo le lamentele ha risposto: “Non rispondo assolutamente nulla. Significherebbe scendere al loro gioco e questo non è il mio ruolo”. Si è messo la toga, il vestito del giudice, per fare più meschina la mortalità dell’imputato. Chi sa se l’avrebbe fatto con Juventus, Inter e compagnia o ci avrebbe pensato prima di rispondere come un trombone che si dà un gran da fare, che va, viene e non lascia sfuggire che un po’ di vento, considerate già tutte le riunioni fatte e i suoi discenti che non lo hanno ascoltato. Probabilmente no! Come chi l’ha preceduto, la carriera deve continuare all’Uefa o alla FIFA e senza di loro ritornerebbe a fare l’architetto a Mirandola.
Per Rizzoli non ci sono mai problemi, mostra sempre statistiche positive. Chissà se le confronterà con i punti persi dalle squadre? In vista di Genoa-Atalanta pochi problemi alla Ponzio Pilato: potrebbe inviare Banti internazionale già con il fischietto appeso nella sezione di Livorno?
Rizzoli: “Tecnologia da migliorare, ma non scendo al gioco di Preziosi e Cairo”