Dopo le feroci polemiche di questa settimana, il j’accuse dei presidenti Cairo e Preziosi dopo le direzioni di gara penalizzanti contro Juventus e Roma, la diciassettesima giornata va in archivio con meno polemiche, più contenute, ma pur sempre con episodi da moviola e da VAR. Sono stati davvero moltissimi gli interventi della tecnologia adottati ieri, molti meno quelli che hanno ribaltato una decisione presa in campo. Andiamo a vederli uno per uno.


GENOA-ATALANTA

Partendo dalle questioni di casa, quelle rossoblu, gli episodi sono stati sostanzialmente tre. Anzitutto il fallo di Romero su De Roon al 4′ di gioco. Le immagini parlano chiaro: scarpino sinistro di Romero che, nel tentativo di colpire il pallone, prende la caviglia destra di De Roon. A velocità di gioco, a dire la verità, l’intervento è parso irruento, ma non sembrava potesse aver causato i problemi che poi De Roon avrebbe dovuto patire. Qui il discrimine era tra un fallo grave di gioco oppure no. Doveri, e con lui Orsato, hanno valutato per la seconda opzione. Oltretutto Doveri distava a pochi metri da dove si sarebbe consumato il fallo.

Sul momento, Doveri ha fischiato fallo e ammonito Romero. In molti questa mattina hanno scritto che l’intervento del difensore rossoblu sarebbe stato da cartellino rosso e che il VAR avrebbe dovuto intervenire. Evidentemente non si è ritenuta l’ammonizione, per questo specifico intervento, come un “chiaro ed evidente errore”. Altrimenti il protocollo avrebbe permesso di intervenire. E del resto, checché se ne dica, se ne potrebbero rispolverare a decine in questa stagione di falli che hanno gridato allo scandalo per non aver comportato l’espulsione o una on field review. Uno su tutti? Pjanic su Di Gaudio in Parma-Juventus alla terza giornata.

Proseguendo negli episodi, arriviamo alla mezz’ora col fallo di mano di Romero, già ammonito, dopo essere andato in contrasto aereo con Mancini. Premesso che Prandelli avrebbe lamentato nella conferenza post gara un possibile fallo di mano precedente dello stesso Mancini (che in realtà, a rivedere le immagini dall’unica prospettiva che le telecamere del Ferraris offrono, viene colpito tra petto e volto su rinvio di Biraschi, ndr), sembra un rigore generoso. Se non altro perché è il VAR a ribaltare completamente la scelta fatta in campo da Doveri. Nello slancio aereo, Romero ha il braccio molto attaccato al corpo e guarda il pallone. Al momento della discesa a terra, come naturale, il braccio sinistro si allarga e colpisce involontariamente il pallone, indubbiamente senza toglierlo dalla disponibilità di Mancini visto che la difesa rossoblu sarebbe stata pronta a spazzare via. Doveri è chiaro nella sua gestualità: niente rigore perché i due giocatori sono andati al contrasto aereo e non c’è alcuna volontarietà. Non è della stessa idea Orsato, che porterà Doveri a ritornare sui propri passi.

Si arriva poi al terzo episodio, quello del braccio di Criscito in area di rigore dopo che il palo aveva rigettato in campo un colpo di testa di Gomez. Il capitano rossoblu ha una frazione di secondo per togliere il braccio, che molti hanno dato per largo e che, invece, a noi pare abbastanza attaccato al corpo in quello che è un movimento istintivo e del tutto naturale. Sembra poterci essere un tocco di tacco di Zapata a far carambolare il pallone sul braccio di Criscito, ma non ci si faccia tradire dalle immagini: a velocità video l’attaccante bergamasco sfiora solamente il pallone senza toccarlo. Da qualunque parte la si voglia leggere, Doveri viene comunque richiamato al VAR, questa volta non concedendo il penalty. Si tratta di uno dei moltissimi episodi visti sino ad oggi in stagione, valutati in campo a discrezione dell’arbitro e poi revisionati spesso per confermare la decisione.

E se questo tocco di braccio ha lasciato perplessi, non vi sono dubbi su altre tre situazioni vissute nel secondo tempo. Il calcio di rigore procurato da Criscito su Freuler è netto così come corretta è l’ammonizione per il capitano rossoblu. Analogamente, ad impreziosire le gare di Piatek e Bessa, le due incursioni che hanno portato alla doppia ammonizione di Palomino e al rosso diretto sventolato a Toloi per DOGSO (chiara occasione da gol).


EMPOLI-SAMPDORIA

Nel weekend d’oro delle due genovesi, anche la Sampdoria non è stata fortunata nelle decisioni arbitrali, in particolare quando si è vista sottrarre un rigore netto come quello accordato da Calvarese per fallo di Silvestre su Tonelli. L’arbitro di Teramo aveva indicato il dischetto, tuttavia dalla cabina VAR Sacchi invita alla on field review. Il tocco sulla gamba sinistra di Tonelli è netto, la posizione di Calvarese per valutare un po’ meno agevole di quanto ci si aspetterebbe. Manca un rigore alla Sampdoria. E c’è da domandarsi come mai il fischietto abruzzese abbia fatto ritorno sui propri passi dopo aver preso una decisione da ritenersi corretta.


JUVENTUS-ROMA

L’ultimo episodio da valutare, uno di quelli che più ha incuriosito nel turno appena concluso,  è stato il gol annullato a Douglas Costa per un fallo, al principio dell’azione, di Matuidi su Zaniolo. Un pistone da dietro sul tallone che l’arbitro imperiese Massa non aveva ravvisato e che solamente l’ausilio del VAR Giacomelli ha permesso di cogliere. Episodio curioso, si diceva, perché è il secondo nell’arco di due settimane che porta all’annullamento di un gol andando a cercare (correttamente) il pelo nell’uovo all’inizio dell’azione, anche un minuto prima della realizzazione del gol. Chissà che non sia preludio a più revisioni e maggiore democrazia…


Babbo Natale è rossoblu