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Il girone d’andata, l’analisi di Currò: “Finalmente giovani italiani dalla statura internazionale”

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Incomincia con Enrico Currò, firma de La Repubblica, la nostra analisi su cosa ci ha detto questo girone d’andata del campionato di Serie A (clicca QUI per conoscerne i numeri). Saranno diverse le voci dei colleghi e addetti ai lavori della stampa sportiva nazionale, così da creare un quadro complessivo prima di buttarci a capofitto nel calciomercato e nella ripresa dei lavori in ottica 20esima giornata.

Un tuo giudizio sul girone d’andata del campionato?

“Il girone d’andata ha detto essenzialmente una cosa scontata, sotto gli occhi di tutti: la Juventus extraterrestre sta su un altro pianeta, il resto delle squadre sulla Terra. La distanza è tale, sul piano tecnico, che forse addirittura la squadra B bianconera potrebbe lottare con le altre e vincere lo stesso lo scudetto. Poi c’è la porzione di classifica con Napoli e Inter distaccate e le altre che fanno l’ammucchiata per l’Europa League. E poi c’è quella fascia di squadre un po’ più tranquille, come il Genoa, e quella delle formazioni che al momento sarebbero retrocesse. Questo discorso sul piano numerico.

Sul piano tecnico non ho visto grandi innovazioni o cambiamenti, ma ho visto finalmente alcuni giovani che si stanno affermando a livello internazionale, acquisendo una statura internazionale e diventando titolari nelle rispettive squadre. Questa è una buona notizia per la Nazionale, che infatti nell’ultimo periodo del 2018 ha giocato decisamente bene, riuscendo quasi a completare quel processo di trapasso generazionale con cui ha dimenticato la coperta di Linus degli eroi di Berlino 2006.

Un tuo giudizio sul VAR in questo girone d’andata?

“Credo che sia sotto gli occhi di tutti il fatto che, dopo che l’anno scorso le cose erano andate più bene che male, quest’anno non si possa dire così. Il protocollo non è molto chiaro e gli arbitri rivendicano un ruolo da protagonisti, quasi come se l’introduzione conclamata di questa novità regolamentare togliesse loro potere e senso al loro ruolo di direttori di gara. Servirebbe un intervento deciso, dall’alto, per evitare che questi errori si perpetuino, dando la sensazione che uno strumento che dovrebbe dare maggiore equità produca soprattutto delle ingiustizie”.


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