Non si sa da dove cominciare per raccontare Chievo-Fiorentina, una sfida che tra decisioni arbitrali, VAR, rimonte ed errori marchiani ha davvero tenuto incollati al televisore. Chi l’avrebbe detto? Probabilmente un campionato pazzo, con pochissimi equilibri difensivi e spunti per regalare valanghe di reti (già 14 gol segnati nelle prime quattro partite di questo 21esimo turno, ndr).
Se Chiffi non avesse annullato, suggerito dal VAR Serra, la rete del pareggio clivense di Giaccherini al minuto 17′, in totale sarebbero state otto le reti del “Bentegodi”. Teatro di una sfida aperta da Muriel già al 4′ di gioco quando un tocco maldestro di De Paoli serve l’assist a Muriel che da pochi passi fredda Sorrentino sotto la traversa.
Il Chievo non sembra accusare il colpo e si getta subito alla ricerca del pareggio, mentre la Fiorentina palesa i soliti problemi di gestione della gara. Il palo di Stepinski è il campanello d’allarme, il rinvio assolutamente senza logica di Lafont sui piedi di Giaccherini il regalo che permetterebbe ai clivensi di pareggiare. Peccato che sul rinvio del portiere viola Pellissier, che in pressing su Vitor Hugo avrebbe propiziato l’errore della difesa avversaria, calpesti con un tallone la linea di demarcazione dell’area di rigore, situazione che porta il VAR ad intervenire e suggerire all’arbitro, il padovano Chiffi, di annullare il gol. Di Carlo sorride per non piangere, il buon senso va a farsi benedire, malgrado l’applicazione del regolamento. La partita a questo punto si accende, ancor più dopo il 25esimo, quando Pezzella stende Pellissier in area di rigore senza che il VAR riveda l’episodio (molto dubbio), e il 26esimo, minuto nel quale Benassi raddoppia con un cross teso che diventa un tiro in porta.
Il Chievo beffato riesce a reagire subito accorciando di testa con Stepinski, che inaugurerà una giornata non eccezionale sul fronte contrasti aerei per il capitano viola Pezzella. All’intervallo si andrà sull’1-2, alla ripresa è subito agguato gialloblu. E si ritorna indietro di una settimana, quando un tocco di mano regalava alla Sampdoria il rigore che riapriva la gara del “Franchi”: questa volta il tocco volontario (da espulsione diretta, ndr) è del già ammonito Benassi, che lascia in dieci uomini la sua squadra al 59esimo. Il calcio di rigore lo batte Pellissier spedendola alle spalle di Lafont. La gara è in pareggio con la Viola in inferiorità numerica.
Il Chievo si propone con convinzione, murato un paio di volte da Lafont, ma subisce i contropiedi orchestrati da Chiesa e Muriel. La traversa di Chiesa al 67esimo è l’antifona alla rete del nuovo vantaggio viola, segnata proprio da Chiesa lanciato in porta da Muriel sul filo del fuorigioco (la revisione VAR conferma la genuinità della marcatura). La Fiorentina torna avanti e riesce anche a rilanciare, ancora con Chiesa, ma non prima che Pellissier sbagli dagli undici metri il secondo rigore di giornata all’85esimo. Lafont sceglie lo stesso angolo del primo penalty e fa la scelta giusta, riscattando l’incertezza del primo tempo che soltanto il VAR aveva cancellato. Il rigore per il Chievo, peraltro, procurato da un altro fallo di mano in area di Gerson. Lo stesso calciatore viola che, un minuto dopo, servirà l’assist a Chiesa per la rete del 4-2.
Finita? Macché. Passano due minuti e Pezzella, convinto di aver sbilanciato Djordjevic a centro area, gli spiana invece la strada per elevarsi ancora più in alto e spedire di testa alle spalle di Lafont. Una rete che assicura sei minuti, recupero compreso, di totale assedio clivense. Ma senza esito.
La Fiorentina, ancora troppo sofferente lontano dal “Franchi”, coglie il terzo risultato utile consecutivo, torna alla vittoria dopo oltre un mese e risponde alle vittorie di Sassuolo e Sampdoria. Il Chievo, mai domo, lotta e onora il suo campionato, ma palesa incertezze che alla fine dimostrano perché sia attualmente condannato all’ultimo posto e si sia “conquistato” il primo posto come peggiore difesa casalinga del campionato con 21 gol concessi.
LA CLASSIFICA AL TERMINE DELLA SFIDA DELL’ORA DI PRANZO