Realtà romanzesca al Ferraris. Genoa Sassuolo 1 a 1. Il gioco orizzontale degli emiliani tanto fumo e poco arrosto e il gioco presunto verticale dei Grifoni sempre troppo facile e prevedibile hanno fatto scaturire questo pareggio che fa muovere solo la classifica.
Paradossalmente il Sassuolo, scorrendo anche i tempi di possesso pallone, ha fatto quasi sempre gioco, ma il Genoa poteva vincere considerate le occasioni nitide e le parate dei portieri. Tutto si può spiegare anche se non con tanta logica in quanto Il Sassuolo con il gioco del suo Mister e del suo trittico tecnico a centrocampo ha cercato di scatenare offensive praticando il non mai abbastanza deprecato gioco orizzontale con arresto del pallone, dribbling e passaggi brevi quasi sempre di lato.
Il Genoa ci ha creduto poco e non ha messo a frutto mentalmente – quando lo ha fatto, poche volte – che il pressing ultra offensivo metteva in braghe di tela la difesa del Sassol. La prudenza in difesa per i rossoblu e le sciabolate in avanti hanno avuto poco successo nel primo tempo con Koaume che quando vede la riga del fallo laterale ha paura di inciamparsi.
Prandelli bravo a cambiare spesso la strategia tattica perché anche lui probabilmente dalla panchina, come noi dalla Tribuna, ha visto il Grifone soffrire non nel difendersi, considerato che il Sassuolo solamente due volte ha mosso la difesa, una facendo gol e l’altra conclusa male. Spostando Kouame vicino a Sanabria e arretrando Bessa a marcare Sensi tutto è migliorato. Una sorta di 4-4-2 più efficace ed efficiente rispetto al modulo dei primi 30’ di gioco del primo tempo.
Il 4-2-3-1, se Prandelli lo vorrà proporre prossimamente, lo si dovrà impostare diversamente con Kouame alle spalle di Sanabria e Bessa a sinistra nel tridente a fare il regista avanzato pronto ad accentrarsi. È una considerazione da prima partita, visti con la voglia e la speranza di essere smentiti per due calciatori arrivati martedì scorso: Radovanovic e Lagerer.
Entrambi appaiono quasi con le stesse caratteristiche, giocando facile e in modo prevedibile, sempre attaccati l’uno all’altro contro il Sassuolo non hanno mai spostato gli equilibri della gara. La tattica adottata dal Genoa – difficile darne i numeri eccetto per Radu e Sanabria – non è stata eseguita in autonomia da ogni calciatore che non è riuscito ad interpretare al meglio il disegno tattico di Prandelli. A tutto ciò si può dare una risposta: oltre gli ultimi arrivati, nella settimana che precedeva la partita il Genoa e Prandelli difficilmente hanno potuto collaudare le strategie di gioco sul campo visti i giorni di pioggia che li hanno costretti a fare dei “torelli” sul campo sintetico o faticare in palestra.
Il lavoro e l’allenamento miglioreranno sul campo quando ogni calciatore sarà responsabile con libertà decisionale in fatto di modi, tempi, spazi e scelta di esecuzione tenendo conto dei movimenti di altri compagni e facendo giocate non facili e prevedibili nel cuore del gioco. Anche De Zerbi dopo l’uscita di Boateng dovrà studiare qualcosa d’altro in fase di possesso: partire a rallentatore da dietro con tanto possesso pallone non porta gol e risultati.
Contro il Sassuolo, allenandola dai tempi del ritiro spagnolo, si è vista migliorare la difesa a quattro. Anche se i calciatori dicono che giocare a tre o quattro non vi sia alcuna differenza. Criscito e compagnia contro il Sassuolo hanno giocato più accorti, hanno letto meglio i movimenti degli avversari avendo meno copertura rispetto a quando giochi con la difesa a tre dove si gioca più sull’uomo.
Impostare – anzi meglio, impastare – il gioco con una difesa a tre o a quattro fa una certa differenza. La discriminante non è tanto una questione di modulo, ma di movimento dei giocatori e bisogna vivere sul campo per riuscire a cogliere al meglio tutte le sfaccettature.
Tutti quelli arrivati al Tempio contro il Sassuolo, dopo la vittoria contro l’Empoli in trasferta, si aspettavano il girone di ritorno del riscatto. Invece hanno assistito ufficialmente ad una nuova stagione da iniziare dopo il calciomercato. Le premesse potrebbero esserci, ma sarà difficile anche nelle prossime gare prendere il popcorn per divertirsi.
Nel calcio come nella vita il possibile si può fare, l’impossibile anche ma per i miracoli bisogna organizzarsi e Prandelli anche dopo la gara con il Sassuolo lo ha ribadito confermando quanto detto dopo la prima conferenza stampa. “C’è da lavorare e bisogna mettere in condizione i calciatori di giocare dove sono in grado di rendere di più”. Noi aggiungiamo su tutti Kouame, non a cavallo della riga laterale.
Il punto con il Sassuolo è buono, Sanabria vede e sente la porta: tre palloni giocabili, un gol. Rispetto a Piatek potrebbe essere più utile alla squadra non avendo l’ossessione del gol da prendere a revolverate ed essere più coinvolto giocando per la squadra. La qualità non gli manca.
Sanabria: “Felice per il gol sotto la Nord, spero di continuare così” – VIDEO