La febbre mi ha incollato davanti alla Tv e Dazn, una tortura, seguendo la cronaca di Pinuccio Brenzini su Radio Nostalgia con 30 secondi di ritardo di video e immagini a tutto campo, poche per poter giudicare al meglio i movimenti tattici sia di Mihajlovic che di Prandelli.
La culinaria rossoblu a strisce e a quarti non ha scatenato la fame per coloro che hanno aspettato la fine della gara per mangiare. Mentre i genoani presenti al Dall’Ara avrebbero rimuginato sul come si faccia a giocare alle 12 30 a Bologna e rinunciare ai tortellini.
Tecnicamente l’incontro è da definirsi povero. Importante solo per il Vecchio Balordo il punto, che oltre dare continuità come hanno detto tutti i protagonisti a fine gara, tiene la zona rossa a sette punti. Mihajlovic dopo la vittoria esterna in casa dell’Inter e la vittoria del Frosinone a Genova, sponda Doria, avrà conosciuto che la sua filosofia e le sue citazioni, come quella di Darwin nella conferenza stampa pre-partita contro il Grifone (“la selezione naturale è determinata da chi si adegua ai nuovi ritmi, ai giusti atteggiamenti, chi si risparmia perde”) riferendosi agli allenamenti a tutta calci e contrasti della settimana precedente, hanno di buono che serviranno a consolare della sua inutilità.
In campo, oltre gli avversari, ci sono gli arbitri e Var. Rizzoli, che vive a Bologna o in zone limitrofe, ha capito in anticipo che occorreva un direttore di gara all’altezza e ha mandato Rocchi, attualmente il numero uno. Il fiorentino ha sbagliato solamente a non estrarre il secondo cartellino giallo a Palacio, reo di due interventi da dietro in pochi minuti di gioco.
Il fatto positivo che bisogna fare emergere è che la squadra genoana non è apparsa moscia in una gara preventivata come difficile più che sul piano del gioco su quello della lotta, come purtroppo accaduto altre volte in trasferta. Ha lottato con spirito gagliardo anche dopo aver vissuto il gol beffa bolognese, cavandosela e raggiungendo il pareggio con decisione ammirevole. Alla fine del primo tempo tutto faceva pensare che il Vecchio Balordo avrebbe dato un dispiacere agli emiliani e che Prandelli avesse avuto ragione di Mihajlovic considerato che il suo 4-3-3 aveva creato grattacapi e occasioni da gol, non rubando il pareggio, ma anzi imponendolo e dominando a metà campo più di quanto non lasciassero sperare le previsioni più rosee.
Dopo la prima parte di gara ci si aspettava il colpo di grazia di Prandelli, invece il Bologna partito lancia in resta e Mihajlovic, che aveva messo in campo punte e trequartisti offensivi, ha fatto abbassare il baricentro genoano senza che il buon Cesare riuscisse a ribaltare la situazione. Il Grifone ha sofferto nei secondi 45’ e rispetto ai 10 tiri del primo tempo ne ha confezionati solamente due da fuori area.
Dalla gara al Dall’Ara bisogna estrapolare il pareggio abbondante di Radu dopo l’uscita “papera” dello svantaggio e il salvataggio del pareggio. La più che buona prestazione di Veloso. Chi leggerà le statistiche vedrà confermato che è tra quelli ad aver macinato più km. Veloso da mezzala sarà tenuto in conto da Prandelli, perché senza l’obbligo di tappare buchi davanti alla difesa può servire. Non si ha la controprova, ma il Genoa annunciato con Rolon al posto del lusitano sulla carta non poteva avere trazione anteriore.
Finalmente un calcio d’angolo battuto bene e un gol di Lerager. Per buona parte della gara, fino al 30’ del secondo tempo, si pensava che la fisicità del Vecchio Balordo con i nuovi arrivati avesse avuto ragione dei felsinei, invece i palloni inattivi avversari nell’ultimo quarto d’ora hanno fatto venire la “cacarella” anche senza aver mangiato.
Sul piatto della gara bisogna mettere anche i miglioramenti della difesa a quattro dove ha funzionato al meglio la lettura degli attacchi avversari . Sul piatto della gara è mancato l’apporto di Kouame, solo una giocata con Sanabria nel primo tempo. L’Antilope soffre la linea laterale.
Prandelli a domande specifiche su Kouame risponde quasi sempre che il futuro è suo e deve essere solamente più convinto dei propri mezzi. Kouame giocherebbe anche nel campetto della Chiesa di Borgoratti. Tocca a Cesare trovargli altra collocazione non esterna per farlo rendere di più?
Ad ogni modo, il Genoa avanza in classifica. Prandelli anche contro il Bologna ha messo in atto i movimenti e i passi in avanti fatti dal suo arrivo. Le impronte lasciate sul prato verde del Dall’Ara lasciano spazio al tecnico per credere nel futuro di questo Genoa e occorre dare più continuità, oltre che di risultati, anche di tempo delle prestazioni.