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Genoa-Lazio, baricentro alto esaltato da Pandev. Cinque risultati utili di fila mancano dal 2015

Genoa-Lazio, se si potesse, dovrebbe fornirci il dato sui decibel che lo stadio Ferraris ha generato al gol di Criscito e in quella mezz’ora di crescendo che ha seguito la rete del pareggio di Sanabria. Tre punti fondamentali che restituiscono una classifica molto migliore rispetto a settimane fa e che portano a casa altri spunti, che vanno a sommarsi a tanti altri di cui già abbiamo parlato nei mesi passati.

Foto TanoPress

Intanto ci sono due Genoa: quello del primo e quello del secondo tempo. Stesso baricentro alto, più della Lazio, ma un minore numero di soluzioni in profondità. Nella prima frazione è un Genoa molto sbilanciato in avanti, come dimostrano le grafiche della Lega Serie A, con un baricentro sempre oltre i 58 metri. Ma è un Genoa che lo regge poco questo atteggiamento “garibaldino”, reso emblematico dalla permanenza, su almeno un paio di ripartenze avversarie, di quattro calciatori nella metà campo biancoceleste. Lontano ricordo la squadra assiepata tutta dietro la linea del pallone, tant’è vero che la soluzione del lancio lungo è tra le più quotate nella prima frazione di gioco. La maggioranza di questi palloni alti, quasi tutti all’indirizzo di Kouame o Sanabria, partono dalla difesa, in particolare da Criscito e Zukanovic, che non casualmente sono i rossoblu ad aver giocato più palloni (85 il capitano rossoblu, 61 il centrale bosniaco) e aver completato la maggiore percentuale di passaggi Su 293 totali, 96 sono imputabili a loro (33%).

PARTITA DOUBLE FACE – Più un atteggiamento e la ricerca di un calcio spavaldo, che un gioco passivo dettato dalla Lazio, quelli visti nei primi 45′ del Ferraris. Non belli, indubbiamente, e con tanti errori. Pur latitando gli spunti per gli attaccanti e faticando entrambi gli esterni, più Lazovic che Kouame, l’occasione più ghiotta è sui piedi di Rolon, stoppato da Strakosha. L’argentino, come Lerager, ha lavorato più avanzato potendo contare alle spalle sulla copertura di Radovanovic. Lo dicono anche i numeri: se Lerager si conferma un grande corridore (quella di ieri, con 11,92 km, è la gara con più chilometri macinati da quando veste rossoblu), Rolon non è da meno e si piazza secondo con 11,79. Il loro distacco nei chilometri percorsi rispetto agli altri rossoblu è elevato ed è di facile lettura il fatto che abbiano coperto molto più campo del solito, specialmente Rolon. Ma nessuno dei tre centrocampisti, nel primo tempo, ha preso in mano le redini del gioco, schiacciandosi troppo sulla linea a tre di centrocampo nel finale. Proprio quando la Lazio ha macinato maggiore gioco e trovato qualche fraseggio rapido per arrivare a ridosso dell’area di rigore rossoblu. Come accaduto in occasione del gol, con Badelj che ha fatto breccia tra le linee, chiudendo in fondo al sacco una triangolazione con Immobile.

Nel secondo tempo, per rientrare in partita, era il momento di inserire un trequartista e avvicinare le due punte. E proprio il secondo tempo ha dato più di uno spunto. Prandelli cambia immediatamente Bessa per Lazovic, concede ancora una decina di minuti da mezzala a Rolon prima di spostarlo al centro al posto di Radovanovic, dove El Jefecito è apparso più a suo agio scaricado orizzontalmente all’indirizzo dei compagni. L’ingresso di Pandev, infine, legherà il gioco fra centrocampo e attacco, dando più soluzioni proprio ai centrocampisti nel momento di maggiore difficoltà della Lazio, che concedeva sempre più campo (l’ultima mezz’ora di partita è l’unica in cui il Genoa vince nel possesso pallone con quasi un minuto e mezzo in più rispetto ai biancocelesti) e vedeva crescere per intensità e forza di volontà la manovra del Genoa. Un Genoa che avrebbe prima pareggiato su sviluppo di calcio piazzato, poi vinto con la pregevole marcatura di Criscito che ha fatto impazzire il Ferraris, esploso come poche altre volte in questa stagione. 

Foto TanoPress

LE STATISTICHE AGGIORNATE – Si aggiornano positivamente le statistiche del Genoa dopo il successo contro la Lazio. Antonio Sanabria, con 3 gol in quattro partite, segna ogni 96′ minuti e assicura, recuperi annessi, un gol a partita per il Grifone. Grazia anche alle sue marcature, i rossoblu sono ad un solo gol dall’eguagliare le 33 reti totali segnate nella passata stagione. A propiziare quest’ultimo dato ci sono pure i quattro turni di fila a punti che mancavano da oltre un anno. In particolare, erano assenti dal 6 gennaio 2018 quando si concluse un ciclo fatto di due pareggi (Fiorentina e Torino) e due vittorie (Benevento e Sassuolo).

E da quanto mancherebbero, invece, cinque gare di fila a punti? Praticamente da quattro anni, esattamente dall’8 marzo 2015. Era il Genoa di mister Gasperini che centrò l’Europa a fine stagione e la perse per la licenza UEFA. Un Genoa che ne avrebbe inanellate anche sei di fila a punti (di gare a punti) se alla 25esima giornata se non fosse stata rimandata la gara casalinga contro il Parma per le note vicende che riguardavano, all’epoca, il club crociato, che chiese il rinvio della gara del Ferraris (il recupero avvenne il 15 aprile e vide il successo per 2-0 dei rossoblu, ndr). Tra la 21esima e la 26esima giornata il Genoa giocò dunque una partita in meno, ciononostante pareggiò con Fiorentina, Sampdoria ed Empoli e vinse contro Lazio ed Hellas Verona, incassando un totale di nove punti. Il Genoa di Mister Prandelli, ad oggi, ha invece racimolato 8 punti in queste ultime quattro giornate. La trasferta del “Bentegodi” contro il Chievo potrebbe portare il Genoa ad una maturità e continuità di risultati che mancavano davvero da troppo, troppo tempo.


LE STATISTICHE DEI CALCIATORI ROSSOBLU 

LE STATISTICHE DI GENOA-LAZIO 

GENLAZ


I NUMERI DEL GENOA 2018/2019 (aggiornati alla 24° giornata della stagione 2018/19)

I NUMERI DI PRANDELLI DA TECNICO DEL GENOA IN CAMPIONATO (aggiornati alla 24° giornata della stagione 2018/19)

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