“Qualunque cosa un uomo possa immaginare, altri uomini possono renderla reale“. La frase è da attribuire a Jules Verne, padre della fantascienza, scrittore che fu precursore di alcune invenzioni che l’uomo avrebbe tradotto in pratica. Oggi i “Jules Verne” del calcio sono gli spagnoli, che nonostante abbiano introdotto molte novità, riescono a rendere più frizzante lo spettacolo negli stadi incrementando da anni le presenze dei tifosi. Anche quest’anno, con l’introduzione del VAR un anno dopo rispetto all’Italia, ecco che si registra già un +6,5% di tifosi a tre mesi dalla fine dei campionati.
Come fare a portare più gente negli stadi con l’aumentare dei mezzi per guardarlo da casa e goderselo come spettacolo? Intanto immettendo sempre maggiore denaro nelle tasche dei club tramite la ripartizione dei diritti televisivi, incentivando gli investimenti su strutture e fidelizzazione coi tifosi. E poi innovando e introducendo in maniera inedita la tecnologia nel calcio.
Ricordate gli spagnoli di MediaPro che, l’estate scorsa, stavano per comprare un triennio di calcio italiano a cifre astronomiche e storiche sottraendolo alla ripartizione tra Sky e DAZN? Da circa un anno hanno messo le mani sul marchio “VAR” nel calcio sudamericano (Conmebol) e si apprestano a propiziare passi da gigante anche nel calcio europeo, mantenendosi fedeli a quello di casa loro: La Liga spagnola.
Non c’è nulla di ufficiale, ben inteso, ma è molto probabile che il campionato spagnolo, che ha adottato il VAR dall’inizio di questa stagione 2018/2019, vorrà fare le cose in grande. Vista la soddisfazione espressa ancora di recente dalla classe arbitrale spagnola sulla tecnologia applicata al calcio, MediaPro sta pensando di offrire ai direttori di gara una gamma ancora più vasta di strumenti per decidere tempestivamente quale decisione prendere in campo.
Il broadcaster iberico, che già fornisce le immagini da rivedere agli arbitri e che si occupa di tutta la parte tecnica e infrastutturale, potrebbe presto proporre l’introduzione di uno smartwatch grazie al quale l’arbitro potrà visionare in alta definizione le immagini controverse di un episodio. Il tutto senza doversi allontanare dal rettangolo verde e dirigersi al minischermo, quella che ormai è diventata una consuetudine anche in Serie A. La proposta dovrà passare dall’analisi e dall’approvazione della FIFA, ma a distanza di un anno dall’annuncio del VAR, intorno al mondo Liga spagnola iniziano a trapelare notizie di un ulteriore passo in avanti.
Come un piccolo laboratorio si sta rivelando ancora la città di Barcellona, calcisticamente all’apice da decenni, dove si stanno testando molte delle novità che si potrebbero introdurre nel mondo del calcio. Un mondo che la tecnologia rosicchia poco a poco, introducendo i suoi tentacoli ovunque. Dalla Spagna trapelano anche altre possibili novità, che vanno dall’introduzione del 5G negli stadi alla possibilità di fornire agli agli allenatori l’occasione di sviscerare in tempo reale le partite, nelle statistiche e nei dati fisici dei calciatori e delle squadre. Un calcio da videogioco, insomma, che potrebbe rendere meno segreto il gioco del pallone, coinvolgere sempre più tifosi – specialmente giovani – e creare contemporaneamente una scissione ancora più forte fra il prima e il dopo. Tra il calcio di una volta e quello moderno che piace solamente a fasi alterne. Solo un periodo di transizione? A pensare che potrebbe essere uno smartwatch a dirci se sia effettivamente così, viene da sorridere…