Io credo che alla fine la qualità del gioco paga sempre, però la qualità del gioco deve essere supportata da tanti altri valori altrettanto importanti che sono la determinazione, la cattiveria in certe circostanze, la personalità, la responsabilità che uno si deve prendere. Senza questi elementi pronti a rafforzare il gioco, il Vecchio Balordo farà fatica contro qualsiasi avversario. Contro il Frosinone occorrono la “cazzimma”, gli artigli del Grifone.
Il segreto di quello detto sta solamente in una parola: coraggio. Che, tradotto sul campo, diventa aggressività, grinta, voglia di rubare spazio e tempo agli avversari. Il Genoa che deve domare il Frosinone deve essere quello: squadra compatta, fisicamente potente, sempre pronta ad azzannare il nemico e sempre attenta quando si deve rintanare. La chiave di questo stile di gioco, indipendentemente dai numeri del modulo tattico, è il pressing e i centrocampisti oltre a sobbarcarsi il peso dell’azione di contenimento dovranno essere più coraggiosi nell’impostare la manovra.
Tutto passa dai loro piedi e sono loro a dettare il ritmo d’intervento ai compagni. Il loro comportamento determina se il Genoa è più offensivo o difensivo. Quando si alzano invece di aspettare e vanno ad aggredire il portatore di pallone avversario anche i terzini devono salire accorciando il campo togliendo aria ai frusinati. Pulcini gialli bagnati quando gli avversari impongono il ritmo.
Non sappiamo come giocherà la gara Cesare Prandelli, ma dopo il primo tempo negativo contro il Chievo e il secondo positivo contro la Lazio – e contro gli stessi clivensi – qualcosa dovrà cambiare. Spingere subito sull’acceleratore e non aspettare il secondo tempo. Uno spirito di sacrificio che sarebbe accettato da tutto il Tempio che contribuirebbe a spingerlo nel fare gol e dopo a difenderlo. Prandelli non vede l’ora di dare un segno del suo lavoro. Partita dopo partita si è incominciata a vedere la sua mano pronto a proporre idee semplici ma efficaci. Prandelli non chiede la luna, solo gioco a due tocchi, marcature attente, squadra corta e stretta, determinazione in ogni zona del campo e, meglio ripetersi, “cazzimma”. Una parola difficile da tradurre dal napoletano in italiano perciò la riportiamo in spagnolo: Garra, grinta anche se non alla Cholo quantomeno da artiglio da Grifone.
La formazione la lasciamo al dopo conferenza stampa delle 13.30, anche se il dubbio è solamente uno e più che Bessa o Rolon Pandev in panchina.
Arriva al Ferraris sponda rossoblu il Frosinone. Squadra particolare che su 16 punti in classifica ne ha confezionati 11 vincendo 3 gare in trasferta più due pareggi. Ha vinto con la Spal con il precedente allenatore Longo nel girone di andata e due con il nuovo arrivato Baroni in quello di ritorno: a Bologna 4 a 0 sfruttando l’uomo in più per più di 80’ di gioco e in casa della Samp dopo aver fatto un gol in apertura di partita, salvato dalla molle giornata blucerchiata e dalle parate del portiere Sportiello.
Paradossalmente il Frosinone non ha mai vinto tra le mura amiche, mentre in trasferta si trova più a suo agio e, anche se non gioca bene, fa giocare male. In casa quando deve attaccare va in difficoltà a fare gioco, in trasferta la prima opzione diventa quella di non far giocare come vorrebbero gli avversari. I ciociari sono aggressivi in tutte le situazioni e pronti a sfruttare il contropiede cercando la sostanza.
Il tabellino alla voce gol fatti ne è la prova: su 19 gol realizzati, 11 fuori dallo Stirpe. Dietro hanno incassato gli stessi dividendoli tra trasferte e partite casalinghe. Su 49 gol incassati però ne hanno subito uno in più in casa (25).
Il tecnico Baroni continua a predicare che la squadra ha la giusta tranquillità e energia per continuare a credere in quel miracolo che si chiama salvezza. Tutto è supportato dai risultati degli avversari e dalle buone prestazioni, anche con un solo risultato: una vittoria e due sconfitte nelle ultime tre gare.
Baroni è subentrato a Longo il 22 dicembre 2018 e non ha rivoluzionato tatticamente nulla rispetto al suo predecessore. Stesso 3-5-2, poche linee di gioco e stessi difetti di prima.
Il mercato di riparazione gli ha portato Valzania, centrocampista dall’Atalanta ad oggi poco utilizzato; Viviani dalla Spal per rinforzare un centrocampo inadeguato nel cuore del gioco; in attacco Trotta dal Sassuolo, in difesa Simic dal Milan, anch’essi poco utilizzati sinora. Baroni preferisce giocare con la vecchia guardia e ha recuperato Salomon perso nel girone di andata. Il guaio del Frosinone è la difesa che si regge sul nulla dei vari interpreti, che pur cambiando non trovano mai continuità.
A Frosinone sono meravigliati perché il nuovo tecnico ha cambiato poco o nulla. Tutti si aspettavano un cambio modulo visto che in carriera ha sempre preferito giocare con la difesa a quattro. Tutto andato nel dimenticatoio dopo le due sconfitte consecutive in Ciociaria, quella con il Chievo e successivamente la batosta con l’Atalanta per 5 a 0. L’idea del 4-3-2-1 si è approcciata con Ciofani, Ciano e Pinamonti alle sue spalle ma è stata abortita immediatamente perché indeboliva ulteriormente una difesa che faceva ancor di più acqua.
Domani al Ferraris cercheranno il colpo grosso e in Ciociaria in tutta la settimana sperano di incontrare un Grifone con le ali bagnate come visto al Bentegodi. Cercheranno di mettere in campo gambe che girano per tutta la durata della gara e spinta sugli esterni. Un risultato positivo al Ferraris li metterebbe nella condizione di giocarsi tutto nelle prossime cinque gare con Torino allo Stirpe ed Empoli fuori prima della sosta. E dopo Spal e Parma, di seguito tra le mura amiche.
L’uomo chiave dei gialli laziali è in questo momento Camillo Ciano, il capocannoniere. Al contrario lo sono le amnesie difensive in particolare di Goldaniga e Salamon.
Fare la formazione dei frusinati è difficile. In difesa hanno recuperato Ariaudo e Simic rispetto all’ultima gara con la Roma, il mucchio è a centrocampo con 7 calciatori a giocarsi 3 maglie. Sulle corsie laterali con l’ex Ghiglione KO, ballottaggio a sinistra tra l’altro ex Beghetto e Molinaro, mentre a destra Zampano/Paganini. In attacco certo di giocare il solo Ciano .
Arbitro di Genoa-Frosinone sarà Mariani di Aprilia, classe 198, internazionale dal 1° gennaio 2019, consulente informatico con 65 gare in Serie A, 25 rigori e 22 espulsi. In stagione ha diretto 10 gare tra cui Torino-Genoa. Mai il Frosinone. Arbitro dal 2000, prima gara in serie A nel 2013, alla Can A nel 2015.
In carriera con il Genoa vanta 5 gare (1 vittoria, 1 pareggio, 3 sconfitte). Con il Frosinone mai diretto in C, B e A. L’ultima sconfitta del Grifo ha lasciato l’amaro in bocca per il rosso giusto a Romulo dopo 28’ con Genoa in vantaggio e ribaltato dal 47’ con un rigore che c’era e il terzo gol al 50’ sul quale non si è capito perché Mariani avesse concesso 2 minuti di recupero e il rigore fosse giunto oltre il gong del primo tempo: battuta la massima punizione, come da regolamento che non tiene conto dell’orologio, tutti dovevano andare dentro gli spogiaitoi.
Strana la designazione di Mariani di Aprilia, città che dista 80 km circa da Frosinone che non farà contenti a priori le squadre che si giocano la salvezza.
Primo assistente Gori di Arezzo, secondo Prenna di Molfetta, quarto uomo Serra di Torino. Al VAR Nasca di Bari, all’Avar Posado di Bari.
Diffidati Genoa: Criscito. Diffidati Frosinone: Chibsah, Goldaniga Maiello, Sportiello .