Carnevale della Serie A senza maschera. Dopo 26 giornate latita il gioco, l’identità delle squadre non in fondo alla classifica ma in alto, compresa la Juventus, che giocano solo per un obiettivo: cercare di vincere per partecipare alla torta grassa di euro della Champions.
La domenica grassa del campionato iniziata al Venerdì ha rilasciato solo una sentenza: la Juventus ha messo il sigillo sul campionato e ha calato il sipario sull’ennesimo scudetto. Sedici punti di vantaggio a dodici giornate dalla fine. Per colmarlo occorrono miracoli non calcistici.
Il campionato 2018/2019 è quello di giocare a “chi fa meno”, gioco delle carte popolare a Borgoratti e altre zone non residenziali genovesi. Lo scopo del gioco è fare meno gioco, facendo fare tutto agli avversari e dopo abbatterli con il VAR, l’autorete e il gol del singolo, anche se non fuoriclasse, da fuori area. Una rete che fa gridare ai cronisti “gol europeo, fantastico” senza fare analisi completa di quello che hanno visto e non tenendo conto dell’affermazione: “se non giochi bene perderai alla lunga“. Quando succede tutto ciò perché è successo già tante volte, la Juventus in Champions, le altre sorelle in cima alla classifica, via ai processi che lasciano il tempo che trovano ma fanno audience e vendita di giornali.
Tutto quanto scritto è applicabile anche alla Juventus che fa punti e vince lo scudetto giocando male, una situazione che preoccupa l’entourage bianconero in vista della gara da chi dovrà fare di più contro l’Atletico Madrid. E uscendo dalla Coppa dalle Grandi Orecchie via alla rivoluzione iniziando dalla panchina. Il prologo bianconero contestatario è già in atto visto il giro di plusvalenze da bilancio più che da euro.
Il Napoli ha giocato a chi fa meno in altre partite del campionato, contro la Juventus San Gennaro non è stato veloce a indirizzare Insigne per non fargli sbagliare il rigore. Meno male: un pareggio avrebbe illuso il Ciuccio che da ieri dovrà pensare al prossimo agosto quando inizierà la prossima stagione.
Al Venerdì si è consumato l’ultimo atto della commedia interista. Marotta non è riuscito ad addomesticare ed educare il Biscione. Meglio iniziare l’opera di ristrutturazione da dirigente ad inizio campionato e non in corso di stagione.
La fascia da Capitano tolta a Icardi appare come un boomerang. Il sorpasso di Gattuso e compagnia ne è la prova. L’unica fortuna di Spalletti è di avere squadre con cui giocarsi la Champions con troppi alti e bassi. Marotta ci ha provato a levare la vetrina ai singoli, alle prime donne nerazzurre, ma il suo impatto deciso potrebbe essere un guaio considerato che hanno dovuto fare i conti, oltre Icardi, con Nainggolan e Perisic. L’ambiente Inter non era da affrontare come nella Juventus. Il Cagliari vince, Pavoletti fa gol di piede invece che di testa, Maran conquista tre punti d’oro per la salvezza. Pavoletti ha diritto di entrare, visto quello che passa il convento, nel mirino di Mancini e della nazionale italiana.
La vetrina della 26 giornata di campionato è di Quagliarella e Sirigu, un attaccante e un portiere icone del gioco del calcio in squadre che vincono e fanno punti grazie alle prodezze dei singoli, non contemplate nei libri di tecnica e tattica.
La Samp trascinata da Quagliarella sbanca Ferrara e torna in corsa per l’Europa League. A 36 anni continua lo show di Quagliarella: in 11 minuti liquida gli estensi con un altro gol spettacolare. Diciannove i gol, tanti come CR7 che però gioca nella Juventus. Sirigu permette al Torino di non incassare gol da sei partite: il portiere è imbattuto da 557 minuti di gioco. Tutto facile per il Toro abbattere la Diga veronese. Mazzarri non utilizza il braccino corto del 3-5-2 ma il 3-4-1-2 e il risultato lo premia.
Ritornando al sabato, pirotecnico il 3 a 3 tra Empoli e Parma. Iachini respira, tre volte in svantaggio tre volte ha recuperato il risultato. Tutto quello che passa il campionato in Empoli Parma è successo: VAR, errori, meno male anche emozioni e gol.
Il derby capitolino finisce con il delirio della Lazio. Questione di derby, approccio, motivazioni capite dai giocatori dall’Aquila subito da quando sono entrati sul terreno di gioco al contrario della squadra di Di Francesco, troppo svagata e scarsa in difesa. La differenza è stata fatta dalla corsa e dalle gambe biancocelesti e non dal tenere il pallone da parte della Lupa. Lazio che deve recuperare con l’Udinese e rivede la zona Champions.
Alla sera, la Madunina rossonera aiuta con un’autorete e supera l’Inter. Diavolo al terzo posto, Gattuso ha colmato il gap di 8 punti contro l’Inter anche con un gioco traballante e giorno 17 sarà tempo di derby. In tempi di carestia i meriti sono tutti di Leonardo e Maldini, in quelli senza tutte le colpe erano di Ringhio.
Il Sassuolo ha giocato meglio, ma non ha punto in attacco. Piatek in evidenza solo sull’espulsione del portiere Consigli. Piatek anche di venerdì…patisce le marcature ad uomo di una volta: questa volta è toccato a Demiral con il fisico seguirlo anche negli spogliatoi. Gattuso non gliele manda a dire dopo due sole partite a secco dicendo che la fase offensiva non funziona: Cutrone spinge per giocare. Se Piatek andrà anche solo una volta in panchina dall’inizio farà la fine di Perotti alla Roma: calcio da psicologi.
La Dea di Gasperini nel giorno di Astori fa viola la Fiorentina appassita dalla supponenza tattica di Pioli che cambia atteggiamento in ogni gara. Il G&G quando gira ha pochi avversari.
Udinese-Bologna: respirano Nicola e le zebre bianconere. Finito l’effetto Mihajlovic a Bologna: tutte le colpe non erano di Inzaghi. Bologna sempre ancorata alla terzultima posizione, bastano tre punti all’Udinese per superare Empoli e Spal. Ha debuttato Sandro giocando venti minuti.
Genoa-Frosinone. Conferma che l’ABC del calcio “Tempi di gioco e spazi” non è bene interpretato da Criscito e compagnia. Il tempo dirà se il calcio di Prandelli è quello giusto e se il calciomercato di riparazione ha rimediato qualcosa. Facendo un solo gol alle due ultime in classifica e portando a casa quattro punti la musica di Cesare sarebbe cambiata: i tre cambi di allenatori levarli dalla testa dei calciatori sarebbe stato più facile, giocando e perdendo si erano creati anticorpi, l’unica “penicillina” per abbatterli sono le vittorie. Il Frosinone conferma che il Verrou, il chiavistello, con marcature ad uomo funziona meglio del catenaccio italiano. Per i frusinati funziona solo fuori, in casa aprendo le porte faranno fatica a salvarsi.
Il VAR ormai è aVARiato e subisce una pesante sconfitta a Ferrara. Dopo 6 minuti di consultazione di Televisione da parte di Pasqua di Tivoli , la curva ovest del Mazza di Ferrara abbandona lo Stadio aspettando i protagonisti arbitrali fuori dallo stadio.
L’altra notizia settimanale è l’abbandono dei social da parte di Allegri. La motivazione: “i social sono come un mitra, se li dai in mano a tutti e poi capita un cretino, quello spara“. È sparito il rapporto diretto nel mondo del calcio tra i media e i protagonisti e non è solo colpa dei social: metastasi senza firma.
Non si dopano solo gli atleti, ma anche i giocatori di carte. È successo al campione mondiale di Bridge dopato: per rimanere sveglio non basta più il caffè.
Il Carnevale del calcio è così poco pulito da molte angolazioni che il giorno dopo bisogna metterci sopra le Ceneri.
I NUMERI DEL CAMPIONATO (aggiornati alla 26° giornata)
- MEDIA GOL RISPETTO ALL’ANNO SCORSO: -14 (688/702)
- RETI TOTALI DA INIZIO CAMPIONATO: 688;
- RETI DI GIORNATA: 29;
- GIORNATA PIÙ PROLIFICA: 21° (37 gol)
- GIORNATA MENO PROLIFICA: 16° (17 gol)
- RIGORI ASSEGNATI E REALIZZATI DA INIZIO CAMPIONATO: 61;
- MIGLIORE ATTACCO: JUVENTUS (55);
- PEGGIORE ATTACCO: FROSINONE, CHIEVO (19);
- MIGLIORE DIFESA: JUVENTUS (16);
- PEGGIORE DIFESA: EMPOLI, CHIEVO (51);
- MIGLIORE ATTACCO IN CASA: ROMA (30);
- PEGGIORE ATTACCO IN CASA: FROSINONE, BOLOGNA (8);
- MIGLIORE DIFESA IN CASA: INTER (6);
- PEGGIORE DIFESA IN CASA: SASSUOLO, FROSINONE (25);
- MIGLIORE ATTACCO IN TRASFERTA: ATALANTA (30);
- PEGGIORE ATTACCO IN TRASFERTA: CAGLIARI (7);
- MIGLIORE DIFESA IN TRASFERTA: JUVENTUS (8);
- PEGGIORE DIFESA IN TRASFERTA: EMPOLI (28);
- PARTITE VINTE CON ALMENO 3 GOL DI SCARTO: 43 su 259 (16,6%)*
*Lazio-Udinese da recuperare