8 Marzo 2018, Buon calcio a tutte le donne. Un altro calcio è possibile? Sì, con le donne.
Anche contro il Parma al Genoa c’è poco altro da chiedere se non di curare meglio la fase offensiva, perché se è vero che il Grifone dietro è diventato una buona macchina, davanti è un polmone che arranca e subisce troppo, come è successo nelle ultime due partite dove tutti si aspettavano più punti e gol, compreso Cesare Prandelli.
Li avrà scoperti Prandelli da tempo, anche noi dalle Tribune: il grosso problema del Genoa sono i tempi di gioco. Il calcio, sia nella prestazione individuale sia in quella collettiva nelle due fasi di gioco, bisogna sempre considerarlo nei fattori fondamentali: Tempo e Spazio.
D’accordo, l’allenatore conta nel preparare la gara, ma le sensazioni spazio-temporali sono proprie del calciatore in quel momento e in quella situazione di gioco. I calciatori del Genoa schierati a centrocampo hanno fatto vedere di avere poca voglia di rischiare e quelli davanti di giocare senza pallone tra i piedi. Contro il Parma domani sera alle 18 saranno dunque importanti Tempo e spazio.
La formazione di Prandelli dovrà prestare molta attenzione alle situazioni tattiche dei Ducali e limitare il raggio d’azione sulle catene laterali per non soffrire con l’apporto dei centrocampisti e degli esterni rossoblu, che dovranno fornire un contributo in fase difensiva sacrificandosi in alcune situazioni.
Prandelli avrà lavorato sulle mancanze della squadra di D’Aversa in fase di non possesso, con le difficoltà del reparto difensivo crociato sui cross laterali. In queste situazioni i difensori gialloblu hanno sofferto gli inserimenti dalla retrovie, concedendo libertà di smarcamento agli avversari: anche gli ultimi tre gol incassati dai ducali a Empoli hanno questa caratteristica.
Vista la qualità e la quantità degli esterni offensivi del Grifone, Prandelli dovrà sfruttare al meglio questo punto debole. Un lavoro particolare avrà fatto Prandelli nella marcatura di Gervinho. Spazi e tempi perfetti per non far innescare la sua velocità.
Altra didattica importante sarà stata sui calci di punizione diretti dove viene sempre cercato il secondo palo con qualcuno libero e pronto di battere a rete.
Dopo la prestazione contro il Chievo e il Frosinone, dal punto di vista tattico sarà interessante se Kouame verrà riproposto da esterno offensivo, magari libero di interscambiare il ruolo con la punta, o se ci sarà l’impiego del trequartista dal primo minuto che verrà utilizzato come riferimento centrale.
La formazione del Genoa resta con il solito dubbio della vigilia tattico, centrocampo. Difficilmente Sturaro, che giocherà oggi con la Primavera come già scritto ieri sera, ma un Veloso in più da utilizzare.
Capitolo Parma. I Ducali continuano a percorrere la strada della risalita anche in serie A dopo tre promozioni dalla serie D alla serie A. Gran parte del merito per questa impresa va al loro allenatore, Roberto D’Aversa, arrivato nella terra del Lambrusco nel dicembre 2016 col suo 4-3-3. D’Aversa è allenatore giovane ma all’antica: domenica era presente per Genoa-Frosinone al Ferraris. Pur in festa ha preferito vedere il Genoa dal vivo e non davanti a un televisore o attraverso altri mezzi tecnologici che dovrebbero carpire i difetti degli avversari.
I ducali reduci da tre sconfitte consecutive e l’ultimo pareggio a Empoli: 30 punti in classifica, di cui 17 sono stati fatti in trasferta con 5 vittorie. Anche il tabellino dei gol realizzati è favorevole alle gare giocate fuori da Parma con 17 gol realizzati (11 in casa). D’ Aversa è stato accusato di giocare con catenaccio e contropiede, un gioco all’italiana dimenticato.
Probabilmente non è vero, anche se i crociati giocano in particolare con un baricentro basso, però questa statistica risponde poco all’atteggiamento complessivo nel corso delle gare. D’Aversa abbassa il baricentro in certe situazioni di gioco, ma per raggiungere il risultato lo alza anche con un pressing offensivo e non difensivo, con la prima linea di aggressione all’altezza della metà campo. Perciò viene difficile paragonare la strategia del Parma solo a difesa e contropiede come una squadra che mette su una linea Maginot per novanta minuti. La diceria difensivista viene ampliata dalle transizioni lunghissime per colpire gli avversari e i gol fatti da Gervinho nelle praterie lasciate libere dagli altri. Questi sono meriti di D’Aversa e i demeriti degli altri allenatori e di chi non ha ancora capito dopo anni le caratteristiche del “Tendina” parmigiano.
D’Aversa mette in campo un classico 4-3-3 nel quale difficilmente ha cambiato i quattro difensori. In particolare, ha fatto girare il metronomo, cioè il vertice basso con i due mediani più alti. Quando il tecnico ha provato ad alzare il play all’altezza dei mediani sono stati dolori per la fase difensiva parmense. Insomma, 4-3-3 nessuna meraviglia che si trasforma in 4-5-1 in fase di non possesso. Difficoltà sono avvenute solamente quando sono stati schierati in contemporanea Biabiany e Gervinho sulle corsie laterali.
In attacco Inglese non si tocca: è uomo non solo boa, ma anche quello più pronto a capitalizzare i lanci diretti e fare la sponda per gli esterni e i centrocampisti che si inseriscono da dietro. Le giocate in verticale dei crociati hanno esaltato le caratteristiche di Inglese e del velocissimo Gervinho, bravi ad attaccare la profondità con i tempi giusti e dentro lo spazio. Gli esterni d’attacco in corso di gara sono liberi di scambiarsi la corsia laterale.
Se la partita lo richiede, D’Aversa passa anche al 4-4-2 con l’ingresso di un’altra punta fisica da affiancare a Inglese, trasformando in fase di possesso tutto in 4-2-4 molto offensivo.
La forza del Parma sono le corsie laterali. Per alzare il baricentro utilizzano le corsie laterali grazie al lavoro delle mezzali che si aggiungono ai terzini e agli esterni, aumentando densità e superiorità numerica. Con questa operazione i gialloblu svuotano la zona centrale del campo togliendo punti di riferimento agli avversari e aprono campo ai movimenti del tridente pronti a venire incontro al lavoro dei centrocampisti. Del difetto dei crociati ne abbiamo scritto qualche riga più in su.
L’arrivo di Gervinho al Parma non aveva suscitato particolari entusiasmi. Nei tre anni precedenti in Cina aveva giocato solo 29 gare. Invece grazie al culatello e al parmigiano l’ivoriano detto “El Tendina” quando giocava a Roma per la sua fascia sulla fronte ha fatto vedere di essere quasi perfetto per il gioco verticale e reattivo del Parma.
Dopo la rivoluzione al calciomercato estivo, in quello invernale hanno rimpolpato la rosa con un giovane portiere brasiiano classe 2000, Brazao; Diakhate senegalese centrocampista del ’98 arrivato dalla Fiorentina; Machin centrocampista dal Pescara del ’96; Schiappacasse, attacante uruguiano del 1999; e soprattutto Juraj Kucka, ex rossoblu dalla Turchia .
La probabile formazione del Parma: Sepe; Iacoponi, Bruno Alves, Bastoni , Gagliolo (Gobbi); Kucka, Rigoni, Machin; Gervinho, Inglese, Biabiany (Siligardi).
Parma-Genoa sarà diretta da Sacchi di Macerata, 34 anni e sole tre gare in serie A dal 2015. Una per ogni stagione, in questa viene raddoppiata con la gara di domani al “Tardini”. Calciatore prima di diventare arbitro, debuttò in serie B nella stagione 2015. Due rigori di cui 1 contro il Grifo (discutibile) contro il Frosinone nel settembre scorso, un cartellino rosso nelle tre gare. In serie B sono 82 le gare: 19 rigori e 16 rossi.
Dopo 3 stagioni alla Can le partite sono veramente poche in serie A, ma potrebbe essere salvato a fine stagione essendo alla terza e non alla quinta stagione dove da regolamento, senza il numero di gare necessario in serie A, vieni dismesso.
Con il Parma tre precedenti: 0 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte. Precedenti tutti in B e in C. Con il Genoa una sola gara: la vittoria in casa del Frosinone nel girone di andata.
Primo assistente Peretti di Verona, secondo Di Gioia di Foligno (Can B). Quarto uomo Maggioni di Lecco (Can B). Al VAR Mariani di Aprilia, all’AVAR Di Liberatore di Teramo.
Diffidati Parma: Barillà, Biabiany, Bruno Alves, Iacoponi, Rigoni, Scozzarella. Diffidati Genoa: Criscito, Kouamè, Zukanovic.