“Vestire di nuovo rossoblu è un’emozione che non riesco a spiegare. Indossare questa maglia per me ha un significato grande, nella mia carriera calcistica il numero uno”. Così parlò Tomas Skuhravy, uno che non avrebbe bisogno di presentazioni già soltanto per la fetta di storia scritta con la maglia che questa sera è tornato a indossare per una partita fra leggende del calcio.
Non appena mette piede sul piccolo campo allestito sotto i riflettori dell’RDS Stadium, parte un caloroso applauso da parte di tutti. Anche dei tantissimi bambini accorsi per vedere all’opera giocatori di cui hanno sentito raccontare le gesta. Dopo aver accolto Christian Kouamé con una pacca sulla spalla e qualche battuta sottovoce, in campo con la maglia numero 10 per difendere i colori che lo hanno reso grande in Europa. “Il Genoa mi rimarrà nel cuore”.
Strano ma vero, la figura di Skuhravy si unisce anche al cammino della Primavera genoana nel Torneo di Viareggio. Presente da spettatore ad osservare il Dukla Praga, sul campo di Levanto l’ex attaccante ceco ha assistito alla prima vittoria dei grifoncini in quella che si sarebbe poi rivelata una cavalcata quasi perfetta. Senza sconfitte e senza nulla da perdere. Dopo una sconfitta in finale, ai calci di rigore, quale il modo migliore per ricominciare?
“Bisogna lavorare e crederci, anche se si perde. Bisogna imparare anche a perdere, l’importante è che se si perde lo si faccia a testa alta, perché sul campo si è fatto tutto il possibile. I ragazzi devono lavorare bene, seguire l’allenatore e crederci, crederci sempre. Perché certi ragazzi non ci credono. Bisogna crederci”.