Site icon Buon Calcio a Tutti

Napoli-Genoa, le statistiche: i gol “stranieri” fanno la differenza. E il 3-5-2 premia ancora

“Tutti sul pezzo” era l’annuncio della vigilia, tutti sul pezzo sono stati i giocatori del Genoa scesi in campo al San Paolo contro un Napoli che tutto ha fatto tranne che turnover in vista della sfida di Europa League con l’Arsenal. E se non reggono le ipotesi di una formazione partenopea distratta, regge molto di più quella che lascia intravedere nel 3-5-2 qualche speranza concreta di mettere da parte, da qui alla fine, i punti necessari alla salvezza.

Ancora una volta, a dircelo sono i numeri. Su 34 punti totali, il Genoa ne ha conquistati 21 giocando dal primo minuto con la difesa a tre e, spesso a gara in corso, un uomo alle spalle delle punte (o del singolo centravanti). Ancor più dinamica la formazione se in mezzo al campo, affiancati ad un uomo in cabina di regia, si propongono due mezze ali brave sia ad interdire sia a rilanciare l’azione. Esperimento intravisto per mezz’ora ieri sera prima che Sturaro ricevesse il rosso per fallo su Allan. Un modulo, il 3-5-2, che ha assicurato oltre il 60% dei punti.

La sfida del San Paolo era la gara che il Genoa si sperava potesse fare. Forse più per paura che per altro si credeva che non sarebbe accaduto. Ma questa volta, nel più altalenante degli andamenti stagionali, la rabbia annunciata in settimana, quella derivante da un paio di gare gettate alle ortiche, si è vista tutta e si è tradotta in una prestazione dalla straordinaria compattezza, come si evince dal posizionamento medio del Genoa in campo. Strettissimo, in meno di trenta metri, pronto ad aprirsi in ripartenza (ieri se ne contano 17 contro le 23 del Napoli). Si è vista una squadra cortissima, pronta a chiudere le linee di passaggio e Napoli pericoloso specialmente quando riusciva a scendere sugli esterni e trovava Zielinski e Callejon in convergenza verso il centro del campo. Le occasioni in cui i partenopei hanno sfondato hanno tutte esaltato Radu, oggi premiato tra i migliori in campo, che però ha dovuto arrendersi soltanto ad un tiro da fuori area di Mertens. Milik, cliente scomodissimo per Gunter in quanto capocannoniere di Ancelotti, mai si è reso veramente pericoloso.

Ma anche qui, se c’era da mettere in preventivo che il portiere o la difesa rossoblu potessero essere impegnati, in trasferta, su un campo ostico come il San Paolo, Ancelotti si aspettava di vedere molto meno sollecitato il suo estremo difensore, Karnezis, uscito invece come migliore in campo del Napoli. Un aspetto che la dice lunga sulla buonissima prestazione del Grifone, offensivamente pericoloso dal primo all’ultimo minuto di partita. A strappi, come richiedeva la partita, ma sempre con qualità, lucidità e l’intelligenza, su tutti, da parte dei due centravanti: sempre a battagliare su tutti i palloni, ma senza mai confrontarsi con avversari o arbitro per evitare cartellini pesanti in ottica derby.

Che poi il Genoa esca “sconfitto” nei numeri del possesso pallone (67% contro 33%), quello interessa poco in questo lunedì. Su 172 passaggi riusciti dal Genoa (Veloso col 53% è quello a completarne il maggior numeri), un quarto di quelli partenopei (621), la maggior parte ha trovato sbocchi rapidi in profondità o sulle fasce, innescando la manovra rossoblu in modo efficace. In larga parte ciò accadeva nel primo tempo e nella prima mezz’ora, poi l’inferiorità numerica ha rispedito il Genoa nella sua metà campo ad inizio secondo tempo, con Prandelli che approcciava l’avversaria con un rinnovato 4-4-1.

Il Genoa soffriva, ma sempre con la gusta determinazione di voler portare a casa punti e provare a fare il colpaccio, negato solamente da Karnezis e da qualche centimetro di troppo sulle conclusioni da fuori. Non c’è da dimenticare che il Genoa, un solo calcio d’angolo nella precedente gara con l’Inter, ne ha ieri collezionati sei, sfruttandone quasi la metà per colpire un palo con Gunter e, nel secondo tempo, trovare con Biraschi un destro uscito largo di poco. Ma della pericolosità del Genoa parlano i numeri e, sopratutto, le zone di tiro. Concludiamo con un trittico di pillole statistiche che la gara di Napoli ci permette di aggiornare. Col pareggio di ieri, Genoa che raggiunge il traguardo dei 600 punti in trasferta in Serie A con la formula del girone unico, dal 1929/1930 in poi. Con la rete di Lazovic, la terza in campionato e pesantissima come lo erano state quelle contro Atalanta ed Empoli, il Genoa raggiunge le 33 marcature “straniere” in stagione su 35 totali. Un dato che consolida i rossoblu come squadra che manda in gol il maggior numero di calciatori stranieri. In percentuale, italiano è solamente il 3% dei gol del Genoa (le due recenti reti di Criscito e Sturaro, ndr). Il 97% porta la firma di calciatori provenienti dall’estero. Il CIES Football Observatory, peraltro, conferma questo dato che vede il Genoa in testa alla classifica, ben al di sopra della media del campionato di Serie A che si attesta intorno al 62%. Infine, il Genoa abbandona l’ultimo posto nella classifica delle peggiori difese esterne del campionato: peggio fanno Chievo ed Empoli, coi clivensi impegnati in serata contro il Bologna.

 

LE STATISTICHE DEI SINGOLI CALCIATORI ROSSOBLU

LE STATISTICHE DI NAPOLI-GENOA

NAPGEN


I NUMERI DEL GENOA 2018/2019 (aggiornati alla 31° giornata della stagione 2018/19)

I NUMERI DI PRANDELLI DA TECNICO DEL GENOA IN CAMPIONATO (aggiornati alla 31° giornata della stagione 2018/19)

Exit mobile version