Sempre in tensione, mai a riposo. Il primo da cui si chiedono spiegazioni per un errore, l’ultimo ad abbracciare i compagni dopo un gol al novantesimo. Dura la vita da portiere, figurarsi quella di un preparatore. Troppo facile condensare la prestazione in un singolo gesto, magari un salvataggio decisivo: costruire un numero uno capace di farsi rispettare è ricco di segreti, particolari e linee guida da seguire.
I fattori in gioco sono altrettanti, a volte troppi, tanto da costringere a dover fare di necessità virtù: la postura di un giovanissimo Mattia Perin, tanto funzionale quanto desueta, è solamente un esempio fra quelli portati in aula da chi di portieri ne ha conosciuti davvero tanti. Uno su tutti Luca De Prà, che nel Genoa e con la Primavera rossoblu ha visto crescere tanti giovani talenti. Li ha aiutati a farlo, più di quanto si possa credere da semplici osservatori della domenica.
UNA PORTA PER DUE – Sui campi di Begato 9, fresco di inaugurazione e tappezzato da stendardi rossoblu, è andata in scena una lezione di aggiornamento organizzata da APPORT (Associazione Italiana Preparatori Portieri) e tenuta dal già citato De Prà in coppia con Mara Morin, entrambi allenatori UEFA A. Chi con un passato ed un presente nel Genoa, chi forte di un’esperienza non indifferente nel calcio femminile. Cambiano le carte in tavola, le forze e gli elementi in gioco, non l’obiettivo di ogni preparatore: far migliorare fisico e rendimento. Tecnica, tattica, fisico, psicologia: nella costruzione di un portiere c’è davvero tutto. Ieri c’erano anche il presidente dell’associazione, Claudio Rapacioli, preparatore dei portieri del Pisa, così come una delegazione del Genoa Primavera e dell’Under 17 femminile, pronti e pronte a far vedere alcuni esempi sul campo.
Nella galassia del calcio moderno, dove altezza e potenza restano le stelle più luminose anche parlando di portieri, i dettagli e le piccole costellazioni possono fare la differenza. Saper preparare ad affrontare le scelte in campo, valutare costi e benefici di ogni uscita, curare posizioni e posture a suon di ripetizioni, aumenta la difficoltà ma aiuta a diminuire il margine di errore nella difesa del risultato. Che poi, per gli occhi meno attenti, è l’unica cosa che conta. Non per tutti, non per loro: i preparatori.