Il Genoa di Prandelli ha cambiato spesso i suonatori nel cuore del gioco, ma la musica non è cambiata e per farla intonare e farla ascoltare ha dovuto ricorrere ad altri accorgimenti che non fanno parte della tattica. Il calcio per fortuna è fatto anche di agonismo, forza di volontà, consapevolezza tattica, intelligenza nell’esaltare i propri punti di forza e minimizzare quelli deboli.
Prandelli dalla Spal alla Spal: 19 gare, un intero girone dove ha avuto difficoltà ad accordare tutti gli schemi di gioco e i risultati sono arrivati non tanto per la qualità, ma per quei fattori elencati prima. Per fare risultato contro la Lupa, invece, occorrerà un Grifone “tripallico” alla Scoglio.
Le capacità fisiche e di corsa ci sono state in tutte le gare e dovranno essere utilizzate con un blocco di dieci giocatori in posizione attiva, con il pallone o senza il pallone. Squadra corta per facilitare in fase difensiva la collaborazione tra i giocatori con pressing e raddoppi.
Squadra corta in fase offensiva per passaggi veloci, precisi, con la possibilità di far partecipare tutti coi loro inserimenti. Mai concedere spazi o marcature blande. Non lasciare campo agli avversari. Visto come ha giocato la squadra di Ranieri nelle ultime gare, dove la differenza è stata fatta non dal gioco più prudente rispetto a quello di Di Francesco, ma dalla qualità dei singoli dalla cintola in su, Prandelli farà bene a contemplare marcature quasi ad uomo.
Sono concetti di gioco già espressi varie volte, che bisogna ripetere all’inizio di questa gara, sperando che siano di buon auspicio, anche se l’Arena del Ferraris domani alle 18 non sarà al completo. Prandelli e il Genoa, non tenendo conto di Roma-Cagliari di settimana scorsa coi sardi già in vacanza, dovranno lavorare sui difetti dei giallorossi: la difesa a quattro bloccata rispetto al passato, con amnesie incorporate, che gioca più sull’uomo e non sul pallone (difficile per tutti passare da un’organizzazione all’altra) e sui passaggi sbagliati e i palloni persi, non costruendo il gioco dal basso.
Prandelli tra le righe delle sue conferenze stampa fa capire che i problemi del suo Genoa sono tanti, grossi e di non facile soluzione rimandando tutta l’analisi e la discussione a fine campionato.
Perciò nella formazione del Genoa, senza un esterno di ruolo che offra garanzie – l’altro è Lazovic con i pregi e difetti di continuità -, si dovrà sempre trovare un escamotage tattico per non concedere le corsie laterali alla Lupa. I dubbi: Criscito ritorno in difesa, Pereira e Pezzella fresco di stage di nazionale su una corsia laterale o qualche novità?
In difesa il ritorno di Biraschi; a centrocampo la conferma del trio Lerager, Radovanovic, Veloso che non aveva giostrato male contro il Torino; la scelta di uno davanti, considerato che Kouamé può giocare sia con Lapadula, il più in forma, sia con Sanabria al rientro e Pandev.
Grifone, occorre un colpo d’ala: l’ascensore degli uccelli per la classifica del Vecchio Balordo in questo bailamme genoano dove occorrono più i fatti che le parole per salvare la Serie A.
Capitolo Roma. La Roma è indubbiamente una squadra di grande spessore tecnico, ma troppo spesso il rendimento dei calciatori in questo campionato è stato sotto le attese. Era necessaria una svolta per capire se la colpa era del tatticismo di Di Francesco o della campagna acquisti effettuata da Monchi, uno che arrivava sotto il Cupolone dopo aver vinto delle Europa League con il Siviglia.
Era necessario una sveglia e la scelta è caduta su Ranieri. E chi meglio poteva darla di un testaccino che conosceva vita e miracoli della Lupa. Il medico Ranieri è arrivato a Trigoria a metà marzo e ha curato ogni ferita, da quelle della squadra a quelle di ognisingolo paziente. Lo fatto semplicemente, non solo apportando sistemi tattici diversi ma rilassando lo spogliatoio, un merito più della tattica e della tecnica.
Ha preso due batoste appena arrivato con Spal e Napoli: 6 gol incassati e 2 realizzati che gli ha fatto subito cambiare strada rispetto al passato. Prima di curare le proprie idee, Ranieri ha guardato i giocatori che si trovava di fronte e solo a quel punto ha disposto quello che secondo il suo pensiero era il sistema migliore possibile.
Come? Coprendo la difesa con il baricentro più basso e meno esposta nella costruzione della manovra, facendo tornare il rendimento dei calciatori sui livelli che tutti conoscevano. Linea difensiva come la schierava l’ex tecnico, ma un dispositivo tattico molto più compatto ed essendo molto meno frequenti le pressioni alte, in molti momenti delle ultime gare ha lasciato il palleggio agli avversari rintanandosi più vicina alla propria porta. Con questa copertura, i difensori non avendo spazi immensi da coprire sono stati più a loro agio e non costretti agli uno contro uno a campo aperto che avevano messo in evidenza i difetti di molti di loro. Quello che ringrazia più di tutti è Fazio.
Partita dopo partita, nelle ultime cinque gare la Roma è rimasta imbattuta, realizzando 8 gol e incassandone solamente tre. Tutto è arrivato riportando la Lupa a giocarsi la quarta posizione per la Champions perché l’aggiustatore ha già ottenuto il risultato di aver blindato la difesa senza intaccare la capacità offensiva della squadra semplicemente abbassando il baricentro rinunciando alla costruzione dal basso e cercando di sfruttare e volare sulle corsie laterali.
Per Roma e le sue radio c’è chi critica Ranieri e chi lo loda. A chi non piace la modestia tattica dell’attuale allenatore giallorosso, rispondono coloro che sono contenti di andare in Champions senza vedere giocate dal basso, ma solo calci d’angolo e spizzate di testa su rilancio della difesa.
Il modulo preferito di Ranieri è il 4-4-2, ma nelle ultime gare lo ha alternato con il 4-3-3 e nelle ultime due con il 4-2-3-1.
Domani al Ferraris, la nuova Roma di Ranieri cercherà innanzitutto la compattezza e il pressing sfruttando i contropiedi con la velocità degli esterni e la capacità di inserimento dei centrocampisti. L’equilibrio tra i reparti sarà fondamentale, così come la conquista del possesso sulle seconde palle utilizzando come fulcro del gioco Dzeko.
Al di là dei numeri dei moduli, quando la Roma di Ranieri gestirà il pallone in fase di possesso, la differenza la farà il talento individuale dimenticandosi di tattica, dei moduli e dei movimenti fatti in allenamento. Vista l’abbondanza di trequartisti e mezze punte tutte dotate di qualità, contro il Genoa non utilizzando il rombo e la difesa a tre, Ranieri avrà l’imbarazzo della scelta.
La probabile formazione: Mirante tra i pali; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov in difesa; Cristante e Nzonzi (L. Pellegrini) davanti alla difesa; Zaniolo (Under), Pastore (l. Pellegrini) El Shaarawy alle spalle di Dzeko. Piccolo dubbio per il bosniaco dopo una contusione alla caviglia riportata nell’allenamento di giovedì.
Genoa-Roma sarà diretta da Mazzoleni di Bergamo. L’antiquario di Bergamo, artefice della stagione più bella da quando arbitra, è già al 15esimo gettone di gare importanti in questo campionato. Chi lo pensionerà e se lo farà a giugno ci penserà parecchio. Ad oggi dei tre alla soglia dei 45 anni Banti, Mazzoleni e Rocchi è l’unico ad avere il lasciapassare per la stagione 2019/2020. L’Aia le sue regole le cambia alla svelta e tutti i tre, visto quello che sta passando il “convento”, potrebbero essere riconfermati.
Le designazioni di Rizzoli fanno sempre discutere, quella di domenica scorsa di Massa di Imperia per Spal-Genoa ha scatenato le squadre e i tifosi sui social di quelle che si giocavano la retrocessione. In particolare l’Empoli. Rizzoli per far credere e dimostrare che la sua linea di gestione di designazioni è giusta per Empoli-Fiorentina ha mandato addirittura un sestetto tutto toscano, non per risparmiare sulle spese. C’è una piccola differenza con la gara del Grifone di domenica scorsa, dove entrambe le squadre si giocavano la zona rossa della classifica: in Empoli-Fiorentina è solo l’Empoli a giocarsi qualcosa, la retrocessione, mentre la Fiorentina di Montella è al capolinea viste le ultime prestazioni più che i risultati. Anche se l’Aereoplanino dovesse rimanere a terra nella provincia fiorentina potrebbe, oltre essere allontanato, non essere confermato il prossimo anno.
Mazzoleni di Bergamo, classe 1974, vanta 203 gare in Serie A (15 nella stagione in corso). L’ultima con il Genoa quella contro l’Udinese al Ferraris con un rosso a Romero, rigore realizzato da Romulo. L’ultima con la Roma è stata la sconfitta nel derby (3-0) con rigore di Immobile e rosso per Kolarov.
Primo assistente Paganessi di Bergamo, secondo Vivenzi di Brescia, quarto uomo Pairetto di Nichelino. Al VAR Guida di Torre annunziata, all’AVAR Valeriani di Ravenna.
Diffidati Genoa: Kouame, Lerager, Romero. Diffidati Roma: Florenzi, Schick.