Domenica si gioca e dalle parole bisognerà passare ai fatti. Non gioca l’Advisor e a prescindere da chi giocherà davanti occorreranno calciatori come si sono visti nell’ultima prestazione contro la Roma al Ferraris. Giocare a tre o a quattro, a rombo o con tre attaccanti conterà poco, ma tutti dovranno essere bravi e certi a fare diagonali, sovrapposizioni in soccorso dei compagni in fase di non possesso e pronti ad inserirsi in fase di possesso. Perciò, Vecchio Balordo, come diceva Walt Disney: pensa, credi, sogna e osa.
La squadra di Prandelli non giocherà in ambiente ostile, anche se il campionato ha lasciato il segno. Il suo popolo non ha mai abbandonato il Vecchio Balordo. La Serie A interessa a tutti, ma i protagonisti in campo dovranno essere consapevoli di alimentare questa voglia con qualcosa da Grifoni.
La risposta emotiva alla caduta in questo girone di ritorno passerà dall’assorbimento del contesto tattico della partita, l’operazione non è semplice contro i sardi anche se si hanno indicazioni reali e precise sugli avversari.
Per questo motivo bisogna partire a marce alte per avere un vantaggio strategico importante. Il Cagliari non si deve studiare come attacca e come si difende e perciò bisogna cambiare subito l’inerzia del risultato per avere davanti un viatico per portare a casa i tre punti.
Colpire i sardi nella loro idea di occupare il campo con un baricentro alto, colpirli con gli attaccanti in ampiezza e con ripartenze immediate, in particolare quando i due terzini isolani faticano trovandosi in ritardo nel sistemarsi in fase difensiva. Con un buon pressing, esercitato anche da pochi, il Cagliari accantona la partenza dal basso con poche alternative.
Conquistare le seconde palle sarà un’altra prerogativa di Criscito e compagnia, giocare bene le transizioni e i passaggi filtranti che portati con successo possono avere una buona riuscita. Altra opzione patita dagli uomini di Maran, in particolare fuori dall’Isola, sono state le ripartenze immediate quando gli avversari saltavano la prima linea di pressione. Il Genoa dovrà sfruttare al meglio anche i calci d’angolo. I sardi difendono con una zona pur, vanno in difficoltà quando il pallone viene giocato corto o con altra azione combinata senza cross diretto dentro l’area di rigore.
Tutto quello detto sono sempre parole che dovranno avere un effetto particolare passando alla pratica sul campo.
La formazione del Vecchio Balordo non dovrebbe avere sorprese con Gunter a far venire la nostalgia del Ferraris a Pavoletti al posto di Romero e tutti gli altri confermati. A meno che, dovendo assolutamente vincere, Prandelli non opti per la formula di Pandev dietro ai due attaccanti sia con la difesa a quattro o a tre, l’unica che ha fatto fare gol al Genoa in questo campionato anemico dentro le aree avversarie. L’unica opzione che potrebbe permettere ai centrocampisti di verticalizzare mettendo chi giocherà davanti in condizione di poter tirare. Eccetto Lazovic, Mazzitelli, Favilli e Sturaro dovrebbero essere convocati tutti, compresi Biraschi e Zukanovic. Probabile il 3-5-2 con Pereira, Pandev e uno tra Lapadula e Kouame a giocarsi l’altra maglia.
Partita da “C’ero anch’io”, come tante volte nel passato, non solo sugli spalti ma anche sul terreno di gioco! Con il Genoa, con la sua maglia a quarti rossoblu nessuno si arrenderà mai dentro il Tempio.
Capitolo Cagliari. Poco è cambiata la squadra sarda rispetto al girone di andata. Gioca sempre per Pavoletti, come il Genoa giocava per Piatek ad inizio campionato con un calcio semplice, con possesso, ricerca della verticalità sugli esterni e cross per il suo bomber. I sardi non hanno un sistema di gioco sofisticato e non giocheranno una partita sporca.
La bravura del tecnico Maran in questo campionato è stata quella di aver assecondato le caratteristiche dei calciatori a disposizione aiutandoli a sfruttare la buona qualità nel possesso di Srna e Barella, i migliori della squadra, e poi cercare connessioni interno-esterno con cross finale per Pavoletti.
L’altra forza di Maran non aver mai rinunciato, anche dopo il KO di Castro, a giocare sempre in attacco con un uomo dietro le due punte. Dell’avanzamento di posizione ne ha beneficiato Joao Pedro. Il Cagliari gioca preferibilmente con il 4-3-1-2 , un rombo con i centrocampisti cambiati solo per esigenza e pronti a scambiarsi di posizione. Un sistema che aveva lanciato Prandelli alla Fiorentina.
In fase di non possesso, i sardi si dispongono con il classico 4-4-2 nel quale partecipano tutti i giocatori ad esclusione della linea degli attaccanti, che restano sopra la linea del pallone in smarcamento preventivo pronti a colpire in una eventuale ripartenza.
In fase di possesso partecipano 7 calciatori su 10 totali coinvolgendo i laterali, spesso contemporaneamente per sfruttare l’ampiezza del campo con un concentramento di giocatori nella zona centrale, alta del terreno di gioco con i due difensori centrali che cercano di salire il più possibile per accorciare la linea con il centrocampo, con uno dei due pronto a rimanere a proteggere le eventuali ripartenze degli avversari.
La squadra di Maran, in particolare tra le mura amiche, risulta brava nell’occupare l’ampiezza del campo con i due difensori esterni pronti ad arrivare sulla linea di fondo.
In attacco l’opzione Joao Pedro, uno dei due attaccanti che scivola sulla linea laterale lasciando solo Pavoletti al centro dell’area, ha lo scopo di attaccare l’area avversaria con diversi elementi per permettere al bomber sardo con il record di reti in questo campionato (14) di sfruttare la sua abilità nel gioco areo essendo contrastato da un solo marcatore.
La formazione del Cagliari, graziato Ionita ieri pomeriggio dalla seconda giornata di squalifica, dovrebbe vedere come unico assente Ceppitelli: vediamo se sarà convocato domani pomeriggio. Col ritorno di Ionita, invece, potrebbe tornare Barella dietro le due punte e non esserci più Birsa. La probabile formazione dovrebbe essere la seguente:
Cragno in porta; in difesa Srna, Pisacane (Romagna), l’estone Klavan, Pellegrini; Ionita, Cigarini, Barella, Birsa dietro Pavoletti e Joao Pedro.
Direttore di gara sarà Paolo Valeri di Roma 2, libero professionista, 41 anni e arbitro dal 1994. Prima gara in serie A nel dicembre del 2007, internazionale dal gennaio 2011. 174 gare in serie A, 65 rigori e 66 espulsi. In stagione 15 gare con 6 rigori e 2 rossi sventolati.
In questo campionato ha diretto Inter-Genoa e Cagliari-Atalanta: entrambe le squadre rossoblu sconfitte.
Sono 11 le gare dirette con il Grifone: 2 vittorie (una con il Cagliari nel 2008), un pareggio e 8 sconfitte. Con i sardi 19 gare (4 vittorie, 8 pareggi, 7 sconfitte).
Diffidati Genoa: Kouame, Lerager, Rolon. Diffidati Cagliari: Cigarini, Joao Pedro, Pellegrini.