Di ricorso in ricorso, il Foggia può ancora sperare. Se la società pugliese ha dovuto accettare la conferma dei 6 punti di penalizzazioni inflitti in corso d’opera nella stagione 2018/19, potrebbe vedersi riaprire la corsa per un posto nel prossimo campionato di Serie B. Contrariamente a quanto decretato dal Consiglio Direttivo poco più di una settimana fa (CLICA QUI), il Tar del Lazio ha infatti accolto il ricorso dei rossoneri sospendendo di fatto la delibera di non disputare i playout.
Come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, «la modifica della graduatoria del campionato, a seguito della retrocessione della squadra del Palermo, in realtà, provoca uno scorrimento che ha come effetto quello di permettere la disputa dei play out a squadre diverse rispetto a quelle individuate nella precedente graduatoria, le quali, per effetto dello scorrimento medesimo, si trovano nelle posizioni di quart’ultima e quint’ultima». Una sentenza è prevista entro il prossimo martedì 28 maggio.
UDIENZA RINVIATA – Tra un Foggia che spera e la Salernitana pronta a tornare in campo, a Roma si stavano decidendo anche le sorti del Palermo, sospinto a gran voce anche dalla protesta di diversi sostenitori accorsi per invocare rispetto, prima che un colpo di scena degno di Pearson Hardman cambiasse nuovamente le carte in tavola. Con l’unica differenza che qui non si tratta di serie televisive. L’udienza è infatti stata rinviata al 29 maggio per via dell’astensione da parte del presidente del Collegio. A spiegarlo è in prima battuta il legale del Benevento, presente come parte interessata, Eduardo Chiacchio: “Il presidente Santoro si è astenuto per un articolo che era stato pubblicato su un giornale, per cui il Collegio ha deciso di rinviare il tutto a mercoledì 29 maggio perché non era nella composizione dovuta per poter giudicare. Non c’entra nulla la decisone del TAR, è stata una decisone del presidente Santoro a causa di un articolo dedicato a lui”.
Il tutto è stato confermato dal presidente Salvatore Tuttolomondo, quindi confermato da uno fra i legali a difesa del Palermo: “Il presidente della Corte ha aperto l’udienza comunicandoci di aver avuto notizia di un articolo su Repubblica in cui si riferisce di un’indagine a carico dello stesso presidente della Corte. Personalmente non conoscevo questo articolo, io ma come gli altri del collegio difensivo del Palermo siamo rimasti sorpresi e abbiamo chiesto che venisse celebrata malgrado l’assenza presidente […]. Se non che il collegio si è riunito ed è stato reintegrato da un altro componente (il professor Casu, ndr), che tuttavia non conosceva tutte le carte del procedimento e quindi oggettivamente non si poteva andare avanti. Ora il collegio è integro ed è stata fissata nuovamente un’udienza. Noi abbiamo espresso il nostro disappunto ma più di questo non potevamo fare: oggettivamente il collegio non poteva fare nulla di diverso”.