La seconda parte di giù il sipario continua con il Torino, pur essendo settimo in classifica e prima della Lazio, ma ancora non in Europa in attesa della sentenza Uefa sul Milan.
Torino: buono il campionato del tecnico di Mazzarri nella seconda parte di stagione. Ci ha messo troppo a capire con la rosa di qualità a disposizione di dover fare qualcosa di diverso rispetto all’amato 3-5-2. La troppa abbondanza di mezze punte, trequartisti e attaccanti doveva essere gestita meglio come nella partita decisiva di Empoli.
Sampdoria: nona in classifica, 53 punti , 15 vittorie e 15 sconfitte causa discontinuità non di gioco. Il manico in panchina c’è sempre stato, si poteva dare di più con 60 reti realizzate ma anche 51 incassate. Con Quagliarella capocannoniere e 12 calci di rigore era una stagione da Europa.
Bologna: decima in classifica dalla parte sinistra della classifica con 43 punti, a dieci lunghezze di distanza dalla nona posizione: è tutto merito di Mihajlovic, ma tutte le colpe non sono di Pippo Inzaghi visto il calciomercato di riparazione che ha rivitalizzato i felsinei. Mihajlovic 30 punti in 17 gare, la decima posizione è solamente la sua: bravo a sfruttare al meglio i 30 milioni di cartellini spesi a gennaio.
L’Emilia calcistica finisce poi tutta nello stesso giudizio con il Sassuolo (43 punti), la Spal (42) e il Parma (41). Con un distinguo a favore di Semplici e la Spal. Seconda salvezza consecutiva guadagnata con tre giornate di anticipo, obiettivo di fare meglio dello scorso anno centrato, come il Sassuolo e il Parma anche gli estensi hanno mancato in personalità con i black-out di risultati durante la stagione. Eccetto il Parma che ha superato i 40 punti a spintoni, Sassuolo e Spal sono state brave con i propri allenatori ad imprimere lo scatto dopo marzo nel momento più difficile della stagione per tutte le squadre.
Udinese: 43 punti in classifica. Altra mini impresa di Tudor che ha salvato per la seconda volta consecutiva i friulani dalla B. La vittoria a Cagliari è stata la conferma del lavoro del croato fatto in modo semplice e onesto. Tudor si gode la festa e non si capiscono i dubbi sulla sua riconferma.
Cagliari: 41 punti, di cui la maggior parte (30) conquistati sull’isola. Cagliari tutt’altro che corsaro in trasferta e non solo per gli undici punti racimolati, ma panche er le 36 reti subite. Sorride Pavoletti: 16 gol realizzati senza alcun rigore nel suo carnet.
Dalla sedicesima posizione in giù inizia un sipario strappato per quasi in tutta la stagione. Anche in questa occasione, come nella presentazione della partita di domenica sera, assimiliamo giudizi su Fiorentina e Genoa, salve all’ultimo minuto della 38° giornata di campionato alle ore 22.37.
Non c’è stata nessuna celebrazione per questa salvezza visto che non c’era nulla da festeggiare. Solo un gran sospiro di sollievo perché è finito il campionato peggiore dell’era Della Valle e Preziosi in Serie A.
Peccato che il patto di non belligeranza come nel passato di altri campionati – e anche quello attuale – non sia stato capito da chi vuol fare il moralista tra gli addetti ai lavori nel mondo del calcio. Succederà ancora con altri personaggi e squadre come accade per le pasticcerie, che saranno sempre aperte se non si cambierà la formula del campionato.
Per entrambe le squadre – anzi, per entrambe le società – si aprirà nei prossimi giorni un nuovo capitolo. Non sappiamo se sarà stata l’ultima partita dell’era Della Valle e Preziosi, anche loro si sarebbero aspettati un finale diverso.
I cambi di allenatori per mal di pancia delle proprietà non hanno portato risultati e gioco. Entrambe le squadre per le proprietà e la dirigenza tecnica non potevano, su 38 giornate, vincere solo 10 gare, la Viola, e 8 i rossoblu. Ci sarà qualche motivo sul perché è successo, ci saranno discussioni e approfondimenti.
Fiorentina: Montella non ha fatto partire l’Aeroplanino viola e i Della Valle probabilmente venerdì faranno volare un Boeing americano di 200 milioni di euro se il magnate a stelle e strisce Rocco Commisso manterrà la parola del suo vice Joe Barone al Franchi domenica sera con tanto di scarpa viola. Altra società italiana fuori dalle Alpi, anche se i cognomi sono italici.
Genoa: in questi giorni nel mondo che gira intorno al Grifone ci sono molti “populisti” stile politica attuale che dicono e scrivono quello che vogliono sentire gli altri. Nulla di nuovo sugli errori della proprietà, dibattuti da tempo, conosciuti e anche ammessi. Il Preziosi visto domenica sera al Franchi non era il solito “cicciobello”, anzi preoccupavano la sua stanchezza e paura per la partita appena finita. Lo ha ribadito domenica sera, lo ha ripetuto ieri affermando che è arrivato al capolinea, non solo lui ma anche la sua famiglia.
Ha promesso che non prometterà nulla, aspetta solo risposte dall’Advisor nel giro di pochi giorni. Si è preso dei giorni per capire come deve sbrogliare la matassa futura rossoblu, che senza la vendita dovrà essere senza più nodi tra la dirigenza, la panchina e i calciatori che hanno vissuto l’orribile campionato appena finito.
Su Prandelli, Preziosi aspetta risposte dal tecnico. Una partita a scacchi per capire se il tecnico darà le dimissioni, come successo altre volte dopo le brutte esperienze. Tutto non dovrà sfociare in una conferma sforzata come successe lo scorso anno con Ballardini e dopo subirne le conseguenze nella prossima stagione.
Posizione non facile per Preziosi scegliere il sostituto di Prandelli se ci sarà. Con l’Advisor che sta controllando e monitorando le potenzialità di un aspirante presidente e gruppo che si dice pronto a subentrare al Joker. Importante che Preziosi o il nuovo boss scelgano un allenatore pratico e non teorico.
Buoncalcioatutti aspetterà quello che succederà. Non si butterà sul toto allenatore, chiunque sarà senza panchina o licenziato sarà accostato al Genoa, come accaduto puntualmente anche nella rassegna stampa di questa mattina. Non si butterà ad indovinare il nuovo proprietario perché tutti quelli (tanti) come nel passato questa volta dovranno passare dall’Advisor e non dai giornali, perciò gli spifferi non saranno aria che potrà far ingrassare di ceti e speranze la tifoseria. Il silenzio, però solo di pochi giorni, per chi vuole le sorti positive del Genoa, non deve essere la madre della critica e la matrigna del pessimismo.
Sarebbe importante che tutti quelli che girano intorno al Genoa, non i tifosi, e tutti quelli che hanno conoscenze investano i propri uffici alla ricerca del cambio societario tramite l’Advisor, perché le parole alla lunga faranno un effetto in bocca e un altro negli orecchi. Difficile richiedere e avere pazienza (che sarà meno rispetto al passato): attualmente è l’unica veste con il Vecchio Balordo tutto nudo non solo dall’ultimo campionato.
Empoli: anche nella piccola e graziosa cittadina toscana è giunto il momento di farsi un esame di coscienza. Perché prima dell’ultimo mese hanno perso 19 partite, escludendo quella dell’Inter? Perché hanno vinto 3 gare dal 5 aprile al 19 aprile e solamente 7 in precedenza? Perché hanno subito 70 gol e realizzati 51? Perché è stato licenziato Andreazzoli? Quando il Presidente Corsi si darà queste risposte non tirerà più sassi in piccionaia.
Inutile commentare le retrocessioni di Frosinone e Chievo che era praticamente scritte da lungo tempo. I clivensi per tanti motivi che potrebbero centrare poco con il calcio giocato; per il Frosinone parla il tabellino delle vittorie casalinghe: una in tutta al stagione.
Non è stata una stagione esaltante: sul podio sui gradini più alti ci sono solamente l’Atalanta, Gasperini e Quagliarella capocannoniere dopo un anno di CR7 in tutte le salse, non solo calcistiche.
Bravo il Gaspe a non cadere nelle lusinghe romane e rinnovare con la Dea. Sarebbe stata una battaglia difficile, non solo sul campo, con l’etere radiofonico e il tubo catodico che incombono sulle squadre capitoline. Conte all’Inter? Bentornato Stellini.
Il calcio italiano, se non cambierà in quasi tutto incominciando da vertici Federali FIGC, Lega Calcio e AIA arbitri, avrà anno dopo anno meno tolleranza: difficile continuare a ridere quando qualcuno continua a pestare i calli mentali di chi è appassionato e crede ancora in questo sport.