Sempre lucido e chiaro nei suoi ragionamenti e nei messaggi da lanciare alla categoria Allievi rossoblu, anche a ridosso del fischio finale, il tecnico del Genoa Under 17, Luca Chiappino, ha commentato ai nostri microfoni il pareggio maturato al “San Carlo” di Voltri contro l’Inter nella gara d’andata dei quarti di finale contro l’Inter.

Sulla partita:

“Parliamo di una partita interpretata bene fin dal primo minuto: nei primi 25′ di partita abbiamo avuto tre o quattro occasioni da gol, tirando sette volte verso la porta avversaria, con tre parate importanti del loro portiere. La gara era iniziata bene e stava continuando come avevamo cercato di prepararla: anche perché non abbiamo guardato tanto all’Inter, ma più a fare le cose che pensiamo di saper fare noi. Che non è non dare importanza all’avversaria, visto che l’Inter e la Roma sono le più accreditate a vincere il titolo, ma è mandare un messaggio, quello che i ragazzi, una volta giunti a questo punto con merito e grandi sacrifici, devono giocare la partita con serenità e determinazione, pensando che tutte le gare iniziano 0-0. Non perché giochiamo contro Inter, Atalanta o Juventus dobbiamo partire già battuti: non sta scritto da nessuna parte”.

Sulla gara di ritorno che costringe il Genoa a vincere per accedere alle semifinali:

“Le partite, ad onor del vero, hanno tutte una storia a sé e probabilmente troveremo molte più difficoltà noi a Milano. Loro sono una squadra che palleggia, che ha fisico, che ha giocatori importanti capaci di risolvere la partita individualmente. E poi andremo a giocare su un campo diverso da questo, in erba naturale, su cui non siamo tanto abituati”.

“A fine gara mi sono arrabbiato perché se questa partita fosse finita 0-0 avrei fatto i complimenti ai ragazzi, chiedendo loro, nella gara di ritorno, di essere un po’ più determinati nel calciare in porta negli ultimi 15/16. Invece un 1-1 maturato così non mi sta bene: stai vincendo la partita con un bel gol fatto al novantesimo – e meritato – e al terzo di recupero non puoi prendere il pareggio per una disattenzione.

Non possiamo permettere a un giocatore dell’Inter su palla da ferma di aprire il gioco su un altro giocatore completamente libero di metterla dentro. Quando si deve stare attenti, bisogna esserlo: lì sono determinanti loro, è determinante quello che si comunicano. Perché se loro hanno il portiere e un giocatore che batte il pallone, vuol dire che loro hanno nove giocatori di movimento e tu ne hai dieci. Uno in più. Motivo per cui non può esserci un giocatore libero vicino alla bandierina del calcio d’angolo. Questa situazione mi ha dato fastidio, non tanto il pareggio visto che giocavamo contro una squadra forte”. 


Genoa 1-1 Inter, una punizione di Zanoli illude l’U17. Pareggia in extremis Casadei – FOTOGALLERY