Iniziati i ritiri e il calciomercato fin dal suo inizio ha mostrato qualcosa di diverso rispetto ai precedenti. Presidenti e club sembra che facciano qualcosa di diverso rispetto al passato: acquisti mirati su indicazioni dei tecnici.
Gli allenatori in questa sessione di mercato danno l’impressione di non aver la voglia di aspettare i saldi di fine agosto. Se alla fine di agosto ai saldi arriverà la “chicca” sarà bene accettata.
Come dalle parti d’Europa in cui si vince, Inghilterra in testa, le formazioni le fanno gli allenatori e non la fine del calciomercato. Tutto ciò sta succedendo anche in Italia perché la definizione di un gioco, con la ricerca di una identità precisa, deve avvenire dal primo allenamento della stagione. Tutto per mettere subito in chiaro anche con i calciatori non solo la descrizione del gioco, ma anche una priorità che deve portare serenità e risultati dentro uno spogliatoio: le gerarchie.
Il tecnico proporrà il modulo base e i presunti titolari, lavorando anche su possibili mutazioni in corso di gara con il materiale in panchina e le contromisure agli avversari. Coloro che partono da riserve, anche se nel calcio moderno si gioca in 14, devono lavorare per mettere in crisi il mister e superare i compagni.
Non è fantasia calcistica quello detto e i direttori sportivi sono consapevoli che se non arriveranno ai nomi richiesti dovranno proporre calciatori alternativi che non devono derogare dalle linee guide.
Il calciomercato europeo è pazzo e dissennato e i 220 milioni e passa di Neymar o gli altri euro pesanti per CR7 sono un ricordo. Per i giocatori di grido è solo oro per loro e i loro procuratori, ma al pensiero che i prezzi sono aumentati del 300% invece il metallo pregiato solo del 40% rispetto alla prima Repubblica italiana, deve far pensare.
La ricchezza del calcio, alla faccia del fair play finanziario, è nelle mani di pochi personaggi. Il divario tra le 10 Top europee e le altre sarà sempre più evidente. Difficile credere che, anche se sono ricchi, i magnati abbiano voglia di sperperare i loro averi. Spendendo si sono resi conto di ricevere sempre più soldi dai diritti Tv, da incassi ai botteghini negli stadi-teatro (pagati dai tifosi) e sponsor da capogiro facendo alla fine (quasi) quadrare i conti, anche con giocatori strapagati e fair play aggirato. Qualcuno annuncia il rischio di un crack e “chi se ne frega” in particolare tra procuratori e agenti.
Nel mondo di rose del calcio ci sono spine. Le più appuntite sono quelle scritte in platino sugli ingaggi e sulla loro durata. In ambasce ci sono i piccoli club che per i flop di presunti campioni fanno fatica a liberarsene, almeno che non gli paghino una lauta parte dell’ingaggio.
Difficile che vi si possa arrivare, ma arriverà il giorno in cui i contratti dei calciatori saranno fatti in base a degli obiettivi con una parte fissa che qualsiasi lavoratore potrebbe metterci una eternità di anni per racimolare quella cifra. E forse senza riuscirci neppure.
Tranquilli, le bufale del calciomercato continuerebbero anche se le squadre fossero pronte ad inizio ritiro. Le fake news, chi deve riempire pagine di calcio e di calciomercato, le commette in buona fede fidandosi troppo di chat, anche se di testate giornalistiche importanti e agenzie di stampa che non possono considerarsi Fonti ufficiali. Ci vorrebbe da parte degli addetti i lavori un supplemento di attenzione con controlli incrociati delle fonti verificando la notizia prima di diffonderla, capire le caratteristiche, il prezzo del presunto acquisto, operazione difficile se non si segue il calcio da vicino, qualche volta perdendo anche notti davanti alle TV: una volta era un dovere, con l’avvento di Internet è un obbligo perché si è costretti a velocizzare tutto per la paura del buco. Giudicare un calciatore solo attraverso Transfermarkt o qualcosa di simile è difficile, in particolare per chi viene ingaggiato per giocare nel campionato più tattico d’Europa.