La stagione del Vecchio Balordo è partita come il tempo a Genova in questi giorni con la “macaia”. La calma piatta è stata sempre lo spettro degli uomini che viaggiano per mare e adesso anche per i tifosi genoani, che sono ancora preoccupati dopo la stagione finita.
Il Genoa in Austria più che un cantiere per Andreazzoli appare uno stage con tanti esami per quelli che sono saliti in Val Stubai. Tra i 26 convocati ci sono anche Hiljemark, Romero e Pandev (mancano Radu e Zapata che si uniranno alla prossima partenza per la Francia del 23 luglio) che dovrebbero raggiungere il ritiro in altro momento. Ci sono tre portieri, poi 4 giovanissimi di belle speranze (Rizzo, Zennaro, Schafer, Rovella), c’è il ritorno di Ghiglione ed El Yamiq e, infine, cinque nuovi ingaggi: Jaroszynski, Jagiello, Gumus, Pinamonti e Barreca oltre Kouamè, Favilli e Sanabria.
Il Genoa come tutte le altre 19 squadre che parteciperanno alla prossima stagione, dopo 50 giorni di calciomercato non ufficiale e 8 ufficiali, non ha la rosa al completo e le promesse per tutti i tecnici di poter lavorare con la rosa al completo dal primo giorno sono già svanite.
Per quanto riguarda il Vecchio Balordo quanti di quelli che solo saliti a Neustift, come nel passato, saranno nella rosa dei 25 da presentare alla FIGC prima della prima gara ufficiale? Per tale motivo all’inizio si è scritto più di esami che di cantiere in movimento. Tutti sotto esame eccetto i datati come Romulo, non felice per il trattamento avuto sotto il Cupolone laziale, e quelli che giostreranno in difesa. Sotto esame fisico Lerager dopo l’operazione per ernia da sport così come Hiljemark, Favilli e lo stesso Pinamonti, avvantaggiato dell’anno già giocato in Serie A lo scorso a Frosinone.
Il Genoa che è ripartito deve essere inquadrato anche dal punto di vista non solo tecnico: manca l’entusiasmo tra la tifoseria e oltre la prudenza per come è finito lo scorso campionato ballano le sirene giornaliere di calciomercato per Biraschi, Kouamè, Romero ad alimentare il pessimismo .
Preziosi, contestato in tutte le salse, al Tour de France o sulle spiagge con teloni che lo invitano ad andarsene, dovrà dare garanzie concrete non solo all’allenatore con i prossimi innesti, che dovranno essere non laureati ma almeno diplomati nel mondo del calcio e promossi dal giorno dell’ingaggio.
In panchina Andreazzoli è una certezza come istruttore di gioco, è capace di valorizzare il talento, ma anche per lui il Genoa è un grande salto. Lo scorso anno ad Empoli si trovò la squadra che dominò il campionato di serie B con sole due defezioni: Donnarumma e Luperto.
Per il Genoa e per le altre squadre in ritiro, in altre parole, siamo ben lontani dal conoscere la composizione ufficiale degli organici con i quali si presenteranno al via. E per Andreazzoli i tempi potrebbero allungarsi dovendo mettere in preventivo il recupero degli infortunati importanti.
Andreazzoli darà più che una occhiatina a tutti sotto il ghiacciaio della Val Stubai per capire chi portarsi dietro nel prossimo ritiro francese. Al Genoa attualmente mancano un terzino destro, un centravanti in grado di andare in doppia cifra con sicurezza e urge chiudere e tappare il solito difetto e dubbio degli scorsi anni: il playmaker, metronomo del gioco.
Andreazzoli, se non arriverà il regista, dovrà crearne uno perché anche se la scenografia sarà scintillante senza quel ruolo non aprirebbe facilmente il sipario come successo negli ultimi anni sotto la Nord. Dei centrocampisti in odore di metronomo che partiranno per l’Austria (con la speranza di essere smentito) difficile trovarli.
Jagiello è un mediano. Ha giocato nel cuore del gioco nelle giovanili Under 16 e Under 18 polacche quando la differenza coi coetanei la faceva la struttura fisica. Crescendo è stato spostato a centrocampo e nell’ultimo mondiale Under 21 ha agito anche da esterno destro.
Escalante dell’Eibar, Gustafson lo scorso anno all’Hellas, ma di proprietà del Torino, o qualche altro affiancato negli scorsi giorni al Grifone hanno le caratteristiche di qualcuno già in rosa: compassati con caratteristiche fisiche, in difficoltà a dettare i tempi della manovra in uscita del pallone.
Al Genoa serve il calciatore giusto, pronto a fare le due fasi di gioco e far fruttare il materiale davanti che sulla carta, se animato nel modo giusto, può – anzi deve – dare soddisfazioni.
Rog se arriverà sarà la scommessa giusta? Sì, specialmente se Andreazzoli riuscisse a trasformare un altro esterno offensivo-trequartista in play maker , operazione tentata da molti allenatori con altri calciatori e riuscita, considerato che i metronomi, probabilmente non creati e ricercati nei settori giovanili, latitano.
Qualcuno in giro che potrebbe fare al caso Genoa c’è: basta aver visto la finale di Copa America tra Brasile (esclusi i giallooro) e il Perù e anche le novità dalla Coppa d’Africa.
Per quanto riguarda le operazioni in uscita, oltre Kouamè, Romero all’ordine dei titoli dei giornali sportivi garantisce Andreazzoli, ma senza sostituti importanti non si muoveranno da Pegli? Capozucca continua a lavorare alacremente e per l’ennesima volta dimostra di essere un genoano vista e considerata la patata bollente da sbucciare.
La pazienza è l’unica veste che si porta nel primo ritiro stagionale il Vecchio Balordo: per adesso non è nudo completamente, ma Andreazzoli e i tifosi aspettano che possa vestirsi alla svelta.