Passata la festa, gabbato il calcio femminile.
Dopo appena tre giorni dalla fine del Mondiale femminile di calcio si sono spenti i riflettori sul calcio rosa. Non si chiede il passaggio epocale delle “signore” del calcio al professionismo, impossibile da raggiungere in un solo colpo, ma qualcosa che non faccia finire nel nulla un calcio che ha riempito stadi e televisioni nel mese di giugno 2019.
Il Regolamento oggi impedisce alle calciatrici di avere rimborsi superiori ai 27.000 euro annui, 40.000 con i premi. Briciole non solo rispetto ai maschi, ma per quello che hanno fatto vedere e suscitato, considerato anche quello che ha messo in campo la FIFA con il giro di dollari nella manifestazione francese.
Il calcio maschile non è pronto e il Presidente della FIGC Gravina ha detto che mancano i fondi. I soldi potrebbero arrivare dai diritti TV eliminando sprechi nel mandare avanti Commissioni e sotto Commissioni che non producono nessun risultato e intervenendo drasticamente una volta per tutte nelle commissioni di euro elargite a procuratori e praticoni che continuano a portare in Italia calciatori inutili.
Il calcio italiano dimostra un’altra volta che i soldi potrebbero esserci per pagare il monte ingaggi di tutta la serie A femminile, ma che resta sempre strozzato da debiti inesigibili e per tenere tutto in piedi questo giro ormai vizioso e vorticoso di fatturazioni ha bisogno di gonfiare le entrate in modo consistente e insaziabile, affamato delle plusvalenze fittizie.
Il calcio continua a vivere sempre con più richieste esose alla TV, pagate dagli abbonati. Operazione che sta uccidendo il calcio italiano.
La FIGC vive perché è in cima ad una scala fatta di dilettanti, settori giovanili, e con il calcio femminile i tesseramenti aumenteranno vertiginosamente.
Con una piccola percentuale delle società professionistiche si potrebbe finanziare tutto il calcio che sta morendo: negli ultimi cinque anni sono sparite 10.000 società e 80.000 tesserati. Operazione che non interessa alla FIGC, che deve stare in campana perché tra qualche anno potrebbe sparire e lasciare tutto nelle mani delle Leghe di A e B. Ci hanno già provato con il Super campionato Europeo.
Oltre non fare riforme, la FIGC dovrebbe mettere un paletto alle trasmissioni di gare in ogni giorno e orario della settimana: così anche pochi spiccioli in serie C, D o nel campionato di Eccellenza potrebbero arrivare dal botteghino.
Segare l’albero del pallone alle radici non porterà da nessuna parte e continuare a portare nel calcio professionistico italiano presunti campioni e buttare gli euro nel gabinetto neanche.
Il mondiale femminile e i campionati under 20, under 21 e quello under 19 alle porte hanno dimostrato che non solo in Italia e nel mondo si può fare un altro calcio, ma che potrebbe essere ml’occasione giusta per dettare regole nette e ridare slancio al mondo del pallone.
Nell’ultima riunione della Lega di questa settimana hanno deciso che non ci sarà un calendario come nella Premier o come in Spagna e Francia, sfalsato tra girone di andata e ritorno. Si andrà avanti con le stesse modalità del passato: andata e ritorno a campi invertiti.
Niente campionato sfalsato per chiudere qualche “pasticceria”. E allora bisognerà studiare qualcosa di diverso, come sempre sarebbe una operazione troppo semplice e proprio per questo nessuno ci penserà e non la faranno.