“Il mio ruolo sarà sempre il regista, Luka il mio modello di riferimento”. Nicolò Rovella ama Modric e non lo ha mai nascosto. Ce lo aveva raccontato poco più di un anno fa, quando con l’Under 17 di mister Chiappino sfiorava l’impresa nelle fasi finali del campionato giovanile. È anche innamorato del pallone, minimo comune denominatore nel calcio e nel suo ruolo: il regista. Se in questi primi giorni di ritiro in Austria lo si è visto (e lo si vedrà) dirigere il gioco con classe e personalità, il merito va anche al settore giovanile del Genoa, capace di scovare e far crescere un talento classe 2001. L’ennesimo.

“Grazie a Michele Sbravati, ai tecnici, al settore giovanile – ricorda Rovella in apertura di intervista nella sala stampa dello SportPlatz a Neustift – Stare con i grandi è un’opportunità importante. Sono il più piccolo e ho tutto da imparare: devo prendere il ritmo. E’ difficile che possa restare nel gruppo, mi aspettano altri anni di Primavera“. Primavera che, è bene ricordarlo, nella giornata di domani sarà con tutta probabilità ripescata nella prima serie, qualora il Palermo dovesse venire declassato. Piedi per terra, come in campo anche nelle previsioni.

Com’è lavorare con i più grandi? “Sono stato accolto bene da tutti e, per ora, non sono arrivate tirate di orecchie. E’ già qualcosa”. Con Andreazzoli? “Il mister ama il bel gioco: passaggi rasoterra, scambi stretti ed eseguiti con rapidità. Insegna calcio. Devo ammettere che ho un debole per Pandev. Di un’altra categoria, gli ho visto fare giocate mai viste. Tengo i piedi per terra perché so che devo lavorare duro. Debuttare in Serie A sarebbe un sogno. Come vincere la Champions League”. Ora e sempre, piedi bene per terra: per uno che sull’erba va in scioltezza come Rovella, questo non dovrebbe essere un problema.


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