Era la mattinata della presentazione ufficiale di mister Andreazzoli, al Genoa Museum and Store, e nella sala dove è custodita la storia del Club più Antico d’Italia circolava già la voce dell’articolo, pubblicato proprio il 27 giugno scorso su Tuttosport, in cui si riassumeva un’intervista all’avvocato Gian Luca Mignogna, che difende la Lazio per l’attribuzione ex aequo dello scudetto col Genoa.
Nella medesima intervista si leggeva chiaramente che l’assegnazione dello scudetto 1914/15 al Genoa sarebbe un “clamoroso e inconfutabile falso storico“. Pochi minuti fa la Fondazione Genoa, attraverso il proprio comitato storico-scientifico, ha risposto all’autore dell’articolo e dell’intervista come segue:
“Il Comitato Storico – Scientifico della Fondazione Genoa 1893, con riferimento all’articolo pubblicato da “Tuttosport”, a firma di Claudio Chiarini, il 27 giugno scorso circa l’irregolarità dell’assegnazione del titolo nazionale 1914/1915 di calcio al Genoa, desidera, per ristabilire la verità storica dei fatti, puntualizzare quanto segue:
C’è anche una sostanziale confusione sul format del Campionato, visto che su “Il Calcio” Bollettino ufficiale della F.I.G.C del 15 ottobre 1914 si legge che la Finale Nazionale era strutturata su incontri di andata e ritorno; inoltre la F.I.G.C. aveva competenza su tutta l’Italia (visto che la Lega del Sud, con giurisdizione dal Lazio alla Sicilia, sarebbe sorta solamente nell’estate del 1921 per poi sopravvivere fino al termine del Campionato 1925/1926) e conseguentemente aveva titolo di «chiudere la questione» a quattro anni di distanza dalla sospensione del Campionato Italiano 1914/1915, assegnando “a tavolino” il titolo a chi in quel frangente si era trovato in testa al Girone Finale dell’Italia settentrionale.
– A questo proposito, tralasciando di citare giornali genovesi, che potrebbero essere sospettati di essere «di parte», si segnala che esistono due articoli dell’autorevole “La Gazzetta dello Sport”, a firma di Cesare Fanti e di Mario Zappa (rispettivamente datati 13 maggio 1923 e 6 giugno 1925), che confermano la decisione federale del 1919 di assegnare il titolo nazionale 1914/1915 al Genoa, che figura nell’Albo d’Oro pubblicato dal settimanale vicentino “Le Tre Venezie Sportive” dell’8 giugno 1925.
– Passando ad esaminare il momento del presunto «misfatto federale» compiuto dalla “fosca mano galeotta”, si sostiene che, a pag. 63 della prima edizione dell’“Almanacco Italiano Giuoco del Calcio” a cura di Luigi Saverio Bertazzoni del 1928, il Campionato Italiano 1914/1915 risultava sospeso, mentre l’anno seguente, a pag. 91 della seconda edizione, che il titolo nazionale del 1914/1915 risultava aggiudicato al Genoa, ma ha lamentato la mancanza di una esplicativa delibera federale.
– Se davvero l’assegnazione del titolo nazionale del 1914/1915 fosse stato opera di una “fosca mano galeotta”, ci sarebbero state versioni discordanti e polemiche sulla regolarità di tale decisione, di cui non risulta esservi traccia, mentre a sostegno della tesi della validità di tale provvedimento stanno i messaggi di auguri editati sulla pubblicazione per il Quarantennale del Genoa (“Genova 1893 – Circolo del Calcio 1893-1933”) di due eminenti figure federali quali il Segretario Generale della F.I.G.C., Giuseppe Zanetti (a pag. 49: “Il Genova 1893 ha conquistato per nove volte il primato calcistico nazionale.”) e il Presidente del Direttorio Divisioni Superiori, Ottorino Barassi (a pag. 51: “i… nipoti saranno degni dei loro predecessori che seppero conquistare nove campionati al Genoa!”), nonché la dichiarazione, non senza rammarico, dell’autorevolissimo Vittorio Pozzo allenatore del Torino nel 1915 e, dunque, direttamente parte in causa, futuro C.U. della Nazionale bi – campione del mondo e olimpionica, su “Il Calcio Illustrato” del 15 settembre 1949, a pag. 3: “nel dopoguerra il Consiglio Federale assegnò ugualmente il titolo [nazionale] ai genoani, che [a una giornata dal termine del Girone Finale dell’Italia Settentrionale] avevano due punti in più [in classifica] di Torino e Inter”.
– ritornando al Campionato 1914/1915, non si può tacere la colpevole inefficienza organizzativa della F.I.G.C., che rallentò la disputa dei Campionati Meridionale e Settentrionale (sconcertanti furono la gestione di quello che si disputava tra sole due squadre a Napoli e la decisione che il 23 maggio 1915 fossero sospese solamente Genoa-Torino e – conseguentemente – Milan-Internazionale per la mobilitazione generale, tanto che si sa per certo che quel giorno la formazione dell’Unione Sportiva Genovese, militante nella serie cadetta, prese il treno ed affrontò l’Unione Sportiva Vercellese).
Il Comitato Storico Scientifico sottolinea altresì che:
- “La Gazzetta dello Sport “del 24 maggio 1915 si domanda già: “Il Campionato 1914/15 al Genoa? “. Eloquente come per il quotidiano la classifica ad una giornata dal termine “deve essere ormai considerata, secondo la logica e la giustizia, come definitiva“. Nell’articolo si scrive come il “deliberato di sospendere i due matches pel Campionato di I Categoria che dovevano svolgersi oggi a Milano e Genova “. Lo stesso quotidiano evidenzia come furono disputate le partite del Campionato di Promozione, in Lombardia ed in Piemonte, e quella del Campionato di III Categoria.
- La rivista “Il Football “chiede espressamente alla FIGC “di avere una spiegazione del perché si è permesso che si giuocasse a Milano una partita del Campionato di Promozione e la finale di III Categoria “.
- L’”Annuario Italiano del Football “ di Guido Baccani del 1919/20 indica chiaramente come gli ultimi risultati omologati siano quelli del 16 maggio 1915.
- E’ quindi del tutto evidente come gli altri campionati minori si disputarono regolarmente, e come la stessa Lazio avesse vinto solo il girone Centrale di quel torneo.
- Il Comitato Storico Scientifico evidenzia altresì che la citazione dell’”Italia Sportiva“ del 1920, “La presidenza federale … ha preso, fra tante, le seguenti deliberazioni: Organi ufficiali: si stabilisce che organi ufficiali per i comunicati della Federazione siano: “La Gazzetta dello Sport “, per l’Italia Settentrionale e l’”Italia Sportiva “ per l’Italia Centrale e Meridionale “, è valida appunto “ per i comunicati della Federazione“, e non per un qualsiasi articolo di un qualsivoglia redattore dell’epoca (“La Lazio si prendeva poi la rivalsa vincendo il Campionato centro-meridionale, e la guerra interrompeva poi ogni ulteriore attività dei due clubs“), mistificando il quale (ancora una volta casualmente?), si cerca di legittimare un titolo, quello del girone Centro-Meridionale, in realtà mai conseguito.
Si deve dire che anche l’argomentazione sull’impossibilità all’epoca delle società centro-meridionali di far valere le proprie ragioni non può sussistere per l’allora Società Podistica Lazio, la quale nell’Assemblea Generale della F.I.G.C., tenutasi a Torino domenica 13 aprile 1919, era rappresentata dall’autorevole ing. Francesco Mauro, in quell’occasione eletto con 76 voti vice-presidente federale insieme al genoano Edoardo Pasteur I, che ne ottenne 64, e, quindi, aveva una splendida occasione per rivendicare l’assegnazione ex aequo del titolo nazionale, anziché aspettare quasi un secolo per “chiedere giustizia”.
Giova, inoltre, ricordare che, in ogni caso, le possibilità per le squadre centro-meridionali di vincere il titolo nazionale, erano in quegli anni, data l’indiscutibile superiorità sportiva dei club settentrionali, in pratica inesistenti (in quindici finali nazionali, mai momentaneamente trovatesi in vantaggio, ottennero un pareggio e quattordici sconfitte, segnarono dieci reti e ne subirono cinquantasei e, più in particolare, le squadre finaliste della regione Lazio – tutte della Capitale – persero tutti e undici gli incontri, realizzando cinque reti e subendone quarantasette).
Ci siamo limitati a proporre in questo documento alcune evidenze storiche irrinunciabili ma siamo a disposizione per fornire in ogni sede, ulteriore e più esaustiva documentazione che per motivi di spazio non abbiamo inserito in questa replica”.
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