Andreazzoli ai suoi ragazzi vorrebbe e potrebbe raccontare un sogno. Partire da un potenziale offensivo e provare ad integrarlo con una tattica difensiva funzionale. Il sogno di ogni allenatore. Una sintesi attualmente difficile da trovare e non solo al Genoa. Le strategie della strada del pressing e del possesso pallone oppure della verticalizzazione, il lavoro sulle corsie laterali, devono avere gli attori giusti per fare un buon film in campionato.
Andreazzoli sta optando per una tattica che cerca di creare in continuazione situazioni di vantaggio numerico in tutte le parti del campo. Negli allenamenti visti, sempre 11 contro 11 in varie metrature di campo, ha provato e riprovato raddoppi sistematici non solo sul portatore di pallone, attaccanti compresi, tutti con l’obiettivo di ridurre al minimo gli spazi disponibili. Esami di maturità da parte di tutta la rosa nelle prossime due gare francesi ravvicinate.
A Coverciano dicono: “Più metti sotto pressione gli avversari, più è facile indurli all’errore“. Al tutto mister “nonno” – solo per l’anagrafe – ha aggiunto che, non appena il pallone è riconquistato, bisogna subito verticalizzare per cercare di arrivare il prima possibile al tiro. Il tutto può funzionare solo se quelli che giocano sono al top della forma, obiettivo che si può ottenere con carichi di lavoro anche pesanti.
A Neustift non abbiamo fatto i conti dei chilometri percorsi, ma un allenamento che, non i preparatori atletici, hanno chiamato test ci ha colpito. Le ripetute sono state tante, si è perso il conto, l’aiuto è arrivato dai calciatori che al ritiro austriaco sono arrivati tirati a lucido. Quasi tutti gratificati dal riscontro cronometrico come detto dai preparatori atletici in conferenza stampa.
Il fiato rappresenta le fondamenta su cui costruire, ma poi servono la tecnica e la tattica, che Andreazzoli aspetta, per cercare di far fare la differenza.
Tutti sono capaci di correre. Andreazzoli si è dimostrato bravo cercando di capire come mettere in campo i calciatori e la sua mano si è vista nei propri principi di gioco. Nel dibattito calcistico ci sono innovatori e tradizionalisti, Andreazzoli non è uno schierato: il suo lavoro, come già scritto dall’Austria, è tradizionale ma molto innovatore. Andreazzoli non cerca strade nuove e i suoi principi di gioco hanno già lasciato il segno.
Gli spiritosi potrebbero contestare dicendo: e allora perché è retrocesso? Per la fortuna del Grifo perché è stato sostituito per alcun giornate di campionato, altrimenti…
Non sappiamo se in Francia Andreazzoli, non essendo presenti nella seconda parte di lavori, utilizza altri metodi innovativi come quelli usati in altri sport dove non si allenano solo i muscoli, ma anche il cervello. Visti i nomi e il curriculum di quelli che giostrano in difesa, la linea Maginot-Andreazzoli dovrebbe essere pronta. Adesso ha bisogno di qualcuno vecchio o giovane “eclettico”, ricco di fantasia e padrone di molteplici tecniche nelle due fasi di gioco pronto ad occupare qualsiasi zona di campo: giocatore universale.
Affinché la ciambella esca con il buco, oltre al calciomercato, i calciatori del Genoa a fine ritiro devono sapere quello che devono fare e farlo anche in maniera quasi perfetta. L’hashtag di Andreazzoli: subire pochi gol, realizzarne di più, non nascondersi contro qualsiasi avversario e scendere in campo contro chiunque con una forte vocazione offensiva.
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