Dopo le due gare francesi si può affermare, non con certezza perché nel calcio non c’è nulla di certo eccetto il risultato, che Andreazzoli è su una buona strada per quanto riguarda il suo modo di voler e vedere il calcio.
Bisognerà lavorare su un difetto che il tecnico ha masticato ai tempi dell’Empoli all’approccio in Serie A: il sistema è valido, ma la poca concretezza sotto porta e ingenuità difensive potrebbero essere subito punite.
Schemi belli e apprezzabili e gli ultimi calciatori ingaggiati più adatti alle geometrie dovrebbero contribuire a corroborare il sistema valido di Andreazzoli. Il tecnico rossoblu, qualche giorno prima di arrivare al Genoa ha svolto, come quasi sempre negli ultimi anni, una lezione a giovani allenatori.
Questa volta ha tenuto un Master per “Il Nuovo Calcio“, rivista mensile che parla di calcio.
Un amico allenatore, visto e considerato che arrivava a Pegli e nutro l’hobby di interessarmi di calcio, mi ha mandato una anteprima della conferenza. Nuovo calcio sarà in edicola in questi giorni e chi vuol conoscere meglio Andreazzoli lo compri.
Guardando le due ultime gare francesi ho visto un riassunto di quello letto da affinare per tutti i 90’ di gioco e perciò provo a fare un riassunto della lezione. Prima dei principi di gioco vorrei sottolineare alcune frasi che potrebbero essere non una filosofia, ma una garanzia per il prossimo campionato del Vecchio Balordo genoano.
“Il lavoro di un allenatore è quello di portare la squadra ad avere un pensiero comune. Devo far ragionare 25 persone alla stessa maniera, sapendo quante componenti sono variabili nel mondo del calcio. Ma la risposta che devo dare ai miei calciatori deve essere univoca”. Il Genoa sta passando gara dopo gara dalla teoria alla pratica.
”Quando penserò di aver dato una nozione teorica e dato ai calciatori una risposta per ogni situazione, allora in quel momento dovrò pensare di non aver compiuto il mio lavoro. Questo lavoro dovrò allenarlo. Il Vangelo, del resto, va controllato ogni giorno. Quando ho chiaro questo concetto, devo trovare i mezzi per allenarlo. E i mezzi sono le esercitazioni, non il contrario”.
I principi e situazioni di Andreazzoli sono i cinque momenti della fase di possesso: “scaglionamento, profondità, ampiezza, mobilità, imprevedibilità“, esattamente come quelli della fase di non possesso. Ma sono esattamente il contrario. “Se allo scaglionamento di fase di possesso corrisponde uno scaglionamento in fase di non possesso, alla profondità si contrappone la fase difensiva e un’azione ritardatrice. Se penso in ampiezza alla possibilità di sviluppare il mio possesso, devo necessariamente pensare che il contrario è la concentrazione. Per la mobilità vale lo stesso discorso: nella fase di non possesso devo saperla controllare questa mobilità.E se nella fase di possesso voglio essere imprevedibile , devo essere una squadra in equilibrio“.
Un film visto in televisione, che conferma quello visto sul campo in Austria, per adesso in bianco e nero. Per trasformarlo a colori ci sta pensando anche la società con gli ingaggi giusti al posto giusto in sintonia con il tecnico. Allora il campionato potrebbe essere in technicolor sul campo accompagnato con la musica della Nord e del popolo rossoblu, senza dimenticarsi che tutto dovrà essere condito anche da un pizzico di fortuna mancante da troppo tempo.