Il Genoa vince 2-1 all’esordio di fronte ai propri tifosi contro la Fiorentina, sfiora a più riprese il colpo del KO per poi patire fino all’ultimo minuto un tentativo di arrembaggio viola. L’unico dispiacere, in una partita a larghi tratti dominata, è non aver segnato il gol del 3-0? A rispondere, in conferenza stampa, è il tecnico dei rossoblu Aurelio Andreazzoli“Anche il gol del 4-0 o del 5-0. C’era la possibilità di chiudere in bellezza, ma questa sera abbiamo potuto allenarci alla capacità di soffrire, capacità che le grandi squadre hanno. Sono contento del risultato, mi sembra che il pubblico sia stato contento di quel che abbiamo fatto: si gioca per il risultato e questo l’abbiamo portato a casa. La squadra sotto la Gradinata Nord ha offerto una ventina di minuti di calcio offensivo, in cui abbiamo creato tante situazioni. L’obiettivo non è esser belli ma produttivi. Anche a me pare che la squadra abbia idee e tracce da seguire: ora siamo un po’ ancora quel blocco di marmo di cui parlavo ieri in conferenza.

“Tirare giù la maschera? Io non l’ho mai tirata su, non ce l’ho: dico sempre quel che penso e quel che vedo. Essere oggettivi ed obiettivi, nel bene e nel male. E nell’obiettività non posso fare previsioni, ma prometto che cercherò di migliorare. Quando ci siamo sciolti eravamo una squadra bellissima ed io ho cominciato a preoccuparmi, perché l’entusiasmo ci vuole ma il troppo entusiasmo qualche problema te lo può creare. La coperta è quella: o la tiri da una parte o te la tiri verso i piedi. Tante volte bisogna rischiare e concedere che la squadra diventi anche arrembante e vada a rischiare come fatto nei 20’ finali. Quando giochi così diventa difficile dire: ‘ora smettiamo’”. 

A fine partita Andreazzoli è scattato verso gli spogliatoi. Il motivo? “Posso fare ancora meglio (sorride, ndr). Sono scattato come un fulmine a farmi la doccia: è una mia abitudine. Dalle altre parti mi imbucavo sempre nelle scalette, qui dovrò correre il prima possibile per levarmi dalle scatole e lasciare il palcoscenico a chi se lo merita veramente: i giocatori”. Poi arrivano paragoni con Gasperini, prossimo avversario del Genoa: “Li prendo come un complimento, è un allenatore che stimo molto.”

Su Radovanovic: “Mi ha fatto un’impressione ottima. Ivan è un personaggio che ho imparato ad apprezzare moltissimo, non  parlo del calciatore ma del personaggio. È una persona straordinaria e una guida: un trentenne che ha la fame di sapere di un ventenne, anche molto di più. Sono estremamente contento della prestazione di oggi.”

Su Ghiglione: “Paolo è bravo, attento, non parla mai e lavora sodo: è una spugna. Cerchiamo di metterlo in condizione di esprimere il massimo della sue capacità, questo è il compito nostro. Deve migliorare e diventare più attento nella fase difensiva, ma ha già fatto passi da gigante. stiamo parlando di un ragazzo che gioca con grande facilità sui 70 metri sia in avanti che indietro. Per certi versi è stato straripante e la sua uscita è stata causata dai crampi. Il paragone con Di Lorenzo? Ci sta.”  

Cosa direbbe oggi se incontrasse un tifoso al semaforo o al ristorante? “Prima di tutto dovrei sentire la sua domanda. Potrei essere contento per lui, che credo si sarà divertito stasera. Io nella prima partita di solito sto dentro l’ufficio e non esco mai: io li sentivo da dentro, mi sembrava di essere là dentro ma mi sono imposto di non uscire. Poi il resto l’avete visto tutti: è stato un continuo cantare. Mi spiace che sotto la Gradinata Nord abbiano visto un gol solo, perché avremmo potuto farne qualcuno in più. Ne abbiamo fatto uno anche sotto la Sud, e per la par condicio va bene così.”

Sul calciomercato: “Siamo d’accordo con la società, abbiamo le idee chiare e stiamo andando su quella linea, che sembra soddisfacente. Se c’è da fare ci penserà il presidente. Io so che domattina faccio allenamento e poi me ne vado un paio di giorni a casa.”


Genoa 2-1 Fiorentina, dominio con brividi finali. La decidono Zapata e Kouamè