Sull’edizione genovese di Repubblica e sul Secolo XIX di questa mattina, a tingere di rossoblu la pagina sportiva sono soprattutto le parole di Gian Piero Gasperini, ex allenatore del Genoa intervistato a pochi giorni dalla sfida contro il suo passato, alla guida dell’Atalanta. Ecco alcuni brevi estratti. “L’anno scorso Capozucca mi ha chiamato. – racconta Gasp – Sarebbe stato bello ricomporre la triade, ma come avrei potuto lasciare l’Atalanta in Champions League?”. A proposito di coppa dalle grandi orecchie, il Genoa sotto la gestione del tecnico di Grugliasco ci sarebbe anche arrivato se non si fosse messa di mezzo una scomoda differenza reti a sfavore: “A volte mi chiedo come sarebbero state le nostre carriere se avessimo partecipato alla Champions. Chissà, forse non sarebbe stato venduto Milito, forse Thiago Motta o forse tutti e due. Magari oltre a Palacio sarebbe arrivato un altro top player come Lewandowski“. E domenica alle 12.30, quando andrà in scena Genoa-Atalanta, o vince una o vince l’altra: “Il pareggio è un’ipotesi poco probabile”.
Nominato lunedì scorso cittadino onorario di Bergamo, Gasperini non rinnega nemmeno il presidente con cui è stato legato dal 2006 al 2010 e poi dal 2013 al 2016: “Lo conosco bene, ama le sfide e sa fare calcio: Preziosi ha voglia di riscatto” sostiene l’ex allenatore del Genoa, pronto ad esordire in Champions League con l’Atalanta: “Questo non cancella la qualificazione sfumata con il Genoa, anzi aumenta il rimpianto”. E su un possibile ritorno? “Chi lo sa, la vita riserva sempre tante sorprese”. Con tanta stima per Andreazzoli, “un tecnico che ha sempre cercato di mettere in campo un gioco propositivo sia a Roma che con l’Empoli”. Ora sta provando a farlo nella Genova rossoblu, parte di città “che ha ritrovato l’entusiasmo dopo anni difficili. E io so bene cosa significhi giocare al Ferraris quando c’è l’entusiasmo: i tifosi genoani possono farti volare”. Come dargli torto.
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