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Schöne: “Italia cultura meravigliosa, è il paese giusto. Mi sento in forma”

Lasse Schöne al Genoa non è più una novità. I titoli sulla stella danese hanno quasi smesso di fare rumore, dopo l’atterraggio al Cristoforo Colombo e le prime magie in Coppa Italia e in allenamento. In campionato ha messo in mostra due prestazioni silenziose e da gregario, giocate quasi in punta di piedi. Segno di chi sa essere padrone della situazione. Tempo al tempo, il campione sa aspettare. Rispondendo alle domande di Ajax ShowTime, l’ex centrocampista della squadra campione d’Olanda e semifinalista di Champions League ha ripercorso le tappe più importanti della passata stagione e ribadito la propria convinzione nella scelta di passare in Serie A. Schöne, che ha fatto la storia dell’Ajax, ha fatto aspettare qualche settimana anche i suoi vecchi tifosi prima di salutarli nuovamente con una lunga intervista. Alcuni dei suoi fan, ringraziandolo sul web, si consigliano a vicenda: “Potremmo comprare la terza maglia del Genoa con il suo nome dietro”. Sarà per la croce rossa in campo bianco, che del resto non stona poi così tanto con le righe verticali dei lancieri olandesi.

Di seguito l’intervista integrale, tradotta dall’olandese: “Non era previsto che avrei lasciato l’Ajax. Dissi che avrei seriamente guardato ad un altro club se ne avessi avuto buone sensazioni e questo era il momento di farlo. Mia moglie ed io pensiamo che l’Italia sia un grande paese, ci siamo stati spesso in vacanza: ha una cultura meravigliosa e giocare in Serie A è ovviamente un vantaggio. Pensiamo che sia il paese giusto. Certo, all’inizio è difficile, ma una volta che ci sia abitua è semplicemente bellissimo. I bambini hanno iniziato la scuola internazionale lunedì, vogliamo riprendere la vita quotidiana il più rapidamente possibile, il che dà anche una certa serenità”.

Essersi allenato a lungo con la squadra B dell’Ajax è stato fra i motivi dell’addio? Non secondo Schöne. “In linea di principio ci ero abituato, dovevo sempre lottare per il mio posto. Ma che non sarei stato disposto a lottare per il mio posto? No, non è stato certamente questo il motivo. Questo non è stato il motivo. Non è questo il motivo per cui sono andato in Italia, anche se capisco il collegamento. Dopo la mia carriera torno in Olanda? Non sai mai cosa succederà, ma per fortuna continuerò a giocare, mi sento in forma”.

La stragrande maggioranza dei tifosi dell’Ajax ha accolto con grande rammarico la partenza del danese: “Sono contento che i fan pensino che sia stato un peccato. Sono orgoglioso che le persone reagiscano in questo modo: ho fatto qualcosa di buono nel corso degli anni. L’Ajax è diventato il mio club, non lo nascondo. Penso anche che sia un vero peccato averlo lasciato, ma penso che sia stato il momento giusto. Sono molto grato per tutti gli anni fantastici che ho avuto in Olanda: è bello uscire dalla porta principale”. Schöne torna ancora sul passato in Eredivisie, coronato da una semifinale di Champions League nella passata stagione: “L’anno scorso abbiamo avuto un anno fantastico. In Italia, il calcio è sempre in movimento e quando vedi quali giocatori stanno arrivando qui e quante buone squadre ci sono capisci che anche il calcio sta cambiando. Le persone chiedono anche come giochi l’Ajax, hanno apprezzato il suo gioco e fanno domande. La scorsa stagione siamo diventati campioni, abbiamo vinto la coppa e abbiamo raggiunto le semifinali di Champions. Quella è stata la squadra migliore? Sì, penso di si. Fortunatamente ho anche potuto giocare in altre annate ed ogni volta c’è stato qualcosa di speciale, come con Peter Bosz quando abbiamo raggiunto la finale di Europa League. Ho giocato in squadre importanti, ma l’anno scorso è stato diverso dagli altri. Un piacere da provare”. Quella sconfitta contro il Tottenham dell’amico e connazionale Christian Eriksen fatica proprio ad andare giù: “La corsa in Champions League è stata fantastica, ma non ci è rimasto niente. Non vai in finale, non vinci nulla. È incredibile che la delusione sia stata maggiore della gioia all’inizio del torneo, ma si può anche guardare indietro con orgoglio. L’intera Europa, insieme con noi, sperava che ce la facessimo. Se ho parlato con Eriksen? Anche loro pensano essere stati fortunati. Non è andata avanti la squadra giusta, ma il calcio è anche questo”.

I compagni incontrati ad Amsterdam divenuti grandi amici sono tanti, primo fra tutti Daley Blind: “Nel corso degli anni ho incontrato molte brave persone. Sono sempre andato d’accordo con Daley, quindi è stato bello che tornasse all’Ajax, ma devo dire che trovo difficile tirar fuori una persona in particolare. Mi sono davvero piaciuti tutti i colleghi che ho avuto all’Ajax. Nel corso degli anni ho incontrato molte persone speciali e spero di poter rimanerci in contatto”. Con alcuni di loro Lasse è andato anche oltre: “Abbiamo fatto molti scherzi nello spogliatoio, ma d’altra parte una volta in campo sapevamo essere seri. Questa è la cosa grandiosa, anche questo ci ha reso così bravi, credo. Non siamo stati sempre serio, ma quando necessario lo eravamo. Nascondere le chiavi della macchina a qualche compagno o fargliela sparire: finche nessuno si fa male e nulla si rompe, le battute sono innocenti”. E sul campo tutti nella stessa direzione: “Avevamo tutti lo stesso obiettivo, ma non raggiungi obiettivi simili se non scavi nel profondo delle persone. Se qualcuno aveva giocato al di sotto delle aspettative, lo sapeva”.

Anche i connazionali Kasper Dolberg e Rasmus Kristensen hanno lasciato il club, ergo non restano più giocatori danesi nella prima squadra dei campioni d’Olanda. Il fatto non è passato inosservato ai giornalisti e nemmeno a Lasse, che sottolinea: “Non succedeva da dodici anni, ma fortunatamente c’è un assistente danese: Christian Poulsen. Certo. Ma è pazzesco, siamo andati via tutti e tre. Anche Kristensen voleva giocare, deve giocare per stare meglio. Ad un certo punto era la seconda o la terza scelta. Sapeva che sarebbe stato difficile”.

Non manca un ricordo anche per il giovanissimo Abdelhak Nouri, stella del calcio olandese la cui carriera è stata stroncata nel luglio del 2017 da un malore. Da circa un anno il 22enne si è risvegliato dal coma, colpito da gravi danni cerebrali permanenti. Questo è l’argomento più duro da trattare, anche per lui, che lo ha conosciuto e coccolato in prima squadra. “È difficile parlarne, è il punto più difficile in assoluto. È ancora qualcosa di cui si parla all’interno della società. Ci ha davvero toccato. Va bene parlarne, anche se non si direbbe molto di più: Appie non sarà mai dimenticato: questo è qualcosa di cui sono sicuro al 100%”.

Dopo aver valutato il girone di Champions League in cui sono stati inseriti i lancieri, la stella del Genoa ha ammesso di avere nel cuore la speranza di poter salutare i suoi vecchi tifosi non con un semplice cenno al settore ospiti, come accaduto nello stadio GelreDome di Vitesse prima di salire su un aereo privato per Genova. Magari alla Cruijff Arena. “Non è ancora pianificato, ma spero che accada – conclude Schöne – Sarebbe bello dire addio ai sostenitori, se anche l’Ajax lo vuole. Sono molto grato di come i sostenitori si siano presi cura di me e siano stati lì nei momenti buoni e in quelli meno buoni. L’Ajax ha un pubblico fantastico ed è un club fantastico. Mi mancherà sicuramente”. 


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