Alla quarta giornata campionato incominciano le sentenze. In particolare in testa alla classifica dove l’Inter e Conte hanno messo il cappello sul primo posto della classifica con 4 vittorie. Se le prime tre potevano dare alibi agli avversari del calendario, l’ultima vittoria nel derby, per come è stata ottenuta, ha dimostrato che il Biscione è più interessato a non mollare l’obiettivo scudetto più che la Champions, vista e considerata la barbina figura fatta contro lo Slavia Praga il mercoledì precedente.
Il Diavolo ci ha messo del suo per far fare quella figura da dominatore a Conte. Una differenza di verve agonistica e di idee, Conte ha già messo il suo timbro non solo sulla squadra ma anche in società. Giampaolo dà l’impressione sbagliata, come nel passato, di non essere in grado per carattere di adattarsi ai vizi di una grande squadra. Il Milan non è una grande squadra, la campagna acquisti sembra non essere stata nuovamente azzeccata da Boban e Maldini.
Anche alla Juventus i nodi poco per volta vengono al pettine. Dopo quattro giornate di campionato l’assoluto pragmatismo dei dirigenti bianconeri che vogliono sempre vincere si scontra giornata dopo giornata con il “sarrismo” che prima del risultato pensa al gioco. La Juventus prova ad influenzare Sarri visto e considerato l’ampio turnover messo in campo in quattro giornate e si scontra con i talenti in rosa, operazione difficile considerato che gli scorsi anni vincevano anche giocando male.
La classifica invece certifica che dalla terza posizione in giù sarà un campionato equilibrato. Sette punti, dai 9 del Napoli ai 2 della Fiorentina, è un divario che una doppietta di risultati può annullare.
Il Napoli ha trovato il centravanti, Llorente, che può esaltare il gioco di Ancelotti, mentre la Roma a 8 punti viene esaltata da Dzeko non solo per il gol all’ultimo minuto: avere due centravanti puri lasciano buone speranze a Ancelotti e Fonseca.
Lazio, Atalanta e Bologna a sette punti. L’Aquila capitolina torna a volare dopo due KO consecutivi. Immobile in gol litiga con Inzaghi platealmente dopo la sostituzione, l’Atalanta pareggia con la Fiorentina al gong finale dimostrando di essere viva dopo la batosta in Champions. La Fiorentina fa un frittata dopo aver dominato 80’, Chiesa e Ribery non basteranno a Montella per far decollare l’Aeroplanino. Il Bologna di Mihajlovic perde con la Roma all’ultimo secondo. I petroniani perdono l’imbattibilità, i giallorossi la conservano. I cambi, non il turnover di Mihajlovic, hanno funzionato con le altre squadre non di spessore incontrate. Aver fatto entrare Palacio in ritardo e Santander per vincere ha lasciato praterie a Veretout che è andato in porta con il pallone incollato ai piedi per 50 metri di campo.
A 6 punti in classifica, Sassuolo graziato dal Parma nel derby emiliano con Caputo una sentenza. Cagliari due vittorie consecutive grazie agli avversari, Parma e Genoa, e ai loro errori. Brescia più forte in trasferta: due vittorie, ma in casa sempre sconfitto. Torino finito l’effetto preparazione anticipata oppure sono il difensivismo e la panchina lunga di Mazzarri che non producono emozioni.
A quattro punti Verona e Genoa: il gioco non paga. Juric, complimenti, contro la Juventus ha messo paura a Sarri, mentre per Andreazzoli sono gli errori singoli ad averlo fregato sull’isola. Juric ha trovato il leader, Veloso, mentre Andreazzoli ce l’ha in squadra, Schöne, ma lo deve mettere in condizione di fare il professore.
A tre punti il Parma, irriconoscibile nelle ultime due gare con Cagliari e Sassuolo, e l’Udinese alla terza sconfitta consecutiva. Allarme per il futuro e per la panchina di Tudor, Spal non entrata in campo contro il Sassuolo. Nel Lecce la tattica spregiudicata di Liverani contro tutti non paga. Sampdoria, c’è anche Di Francesco rianimato da un gol di Gabbiadini che interrompe la striscia di tre KO. Giornata al erraris vissuta sulla dura contestazione a Ferrero scortato non solo dalla sicurezza, ma anche dalla Digos. Samp che parte forte, cala alla distanza, sconfigge un Toro bagnato come un pulcino che non ha mai impensierito Audero che, come il dirimpettaio Sirigu, si sono limitati all’ordinaria amministrazione.
Fiorentina due punti e ultima in classifica. Gli acuti di Chiesa e Ribery che non fanno parte di un gioco non lasciano tranquilli Montella e la dirigenza Viola.
Il campionato è ancora nel limbo, ammassato, bilanciato. Troppe contraddizioni tecnico-tattiche da risolvere.
VAR giornata quasi normale. Errori in campo corretti dal Var. Il Var più clamoroso a Lecce che ha fatto ribattere un calcio di rigore per i napoletani dopo che il portiere salentino lo aveva parato. Var che ha applicato la nuova regola dei due piedi sulla linea di porta. Decisione che ha scatenato i tifosi del Lecce che non hanno fatto “buuu” razzisti( 3’ minuti di sospensione di Orsato in Atalanta-Fiorentina), ma hanno invocato i tempi di Raciti.