Brutta sconfitta per il Genoa di Andreazzoli a Cagliari e quindi si attende già oggi un pronto riscatto contro il Bologna, colpito dal grande problema di salute del suo allenatore Mjhailovic, che sta combattendo contro una grave malattia. I rossoblu bolognesi scendono in campo con il 4-2-3-1 e sono una squadra che incarna proprio lo spirito mai domo di Mjhailovic, un mister che riesce a dare, oltre a una buona qualità tattica, anche una forza caratteriale di spessore.
Uno sguardo d’insieme sul Bologna.
Il Bologna non ha uno schema fisso e ben preciso, si adatta molto all’avversario ed alle situazioni che si presentano in partita. E’ squadra esperta ed omogenea, i rossoblu cercano spesso la giocata di qualità sugli esterni Orsolini e Sansone e puntano sulle imboscate di Soriano.
L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.
Il portiere Skorupski, polacco, dotato fisicamente e sempre pronto tra i pali, difficilmente esce dai pali ed è sufficiente nel gioco coi piedi. I quattro difensori in linea sono Tomyasu, Bani, Denswil e Krejci, che sostituisce l’infortunato Dijks. Tomiyasu, l’esterno di destra, è un giapponese al primo anno in Italia, può essere impiegato anche come difensore centrale, ruolo che forse più gli si addice: bravo nel gioco aereo e nella fase difensiva, si sta adattando in fretta al calcio italiano. La coppia centrale Bani e Denswil, con il primo come uomo guida in attesa di Danilo infortunato, è ottima nel gioco aereo: entrambi sono abbastanza rapidi. Denswil però molte volte viene attratto dal pallone e perde la marcatura. L’esterno di sinistra Krejci, in possesso di ottima corsa e buoni fondamentali, paga qualcosa sul piano fisico e nell’uno contro uno.
Il centrocampo.
I due mediani sono Medel e Dzemaili. Il primo è principalmente dedito alla fase difensiva e alla riconquista della palla, brutto a vedersi ma molto utile. Il secondo ha nella forza e nella regolarità le sue qualità migliori, non ha cambio di passo, ma è in possesso di un ottimo tiro dalla distanza.
L’attacco.
I tre alle spalle della punta centrale sono Orsolini, Soriano e Sansone. Orsolini e Sansone sono gli esterni e giocano a piede invertito. Forte di gamba e dotato di un ottimo tiro mancino, Orsolini è un giovane proveniente dalla Juventus. Sansone, rientrato in Italia dopo l’esperienza spagnola, sgusciante e dal dribbling velenoso, è anche lui in possesso di un tiro pericoloso. Soriano, il trequartista centrale, bravo nella tecnica di base, ha ottimi tempi di inserimento e si abbassa spesso tra i due mediani per ricevere il pallone e spostarlo. Per ultimo l’ex genoano Palacio, argentino mai dimenticato da noi tifosi, nonostante i suoi 37 anni gioca e si diverte come un ventenne alle prime esperienze. È bravo nell’attaccare la profondità e nella difesa della palla, i suoi movimenti e i suoi tagli nell’area di rigore sono da far vedere nella scuole calcio.
Un’occhiata alla panchina.
Potrebbero essere della partita Poli, Destro e Santander. Il primo, centrocampista ex Sampdoria, ha un ruolo importante nello spogliatoio felsineo: giocatore di quantità e sempre pronto alla battaglia, certamente non riscuote simpatie nelle tifoserie avversarie. Destro e Santander sono le due punte centrali. Destro è più svelto e più pronto ad attaccare la profondità, Santander più portato allo scontro fisico e alla difesa del pallone, molto pericoloso nel gioco aereo.
Come si comportano sulle palle inattive?
In fase difensiva, sulle punizioni dalla trequarti, si difendono a zona e tengono la linea molto alta per scappare all’indietro quando si calcia. Anche sui corner marcano a zona con il famoso “castello”. In fase offensiva i corner e le punizioni sono calciate da Orsolini e Sansone, i due centrali difensivi e Tomiyasu salgono. Gli altri incursori sono Palacio e Dzemaili, mentre Soriano resta fuori area per il tiro a sorpresa o va in area a creare scompiglio.
In conclusione?
L’opaco secondo tempo di Cagliari va cancellato, non si possono commettere certe distrazioni anche la palla più banale può risultare determinante. Oltre che piacevole a vedersi, il gioco del Genoa deve diventare redditizio e per far sì che questo accada vanno eliminate certe distrazioni. La concentrazione va tenuta alta dal primo minuto fino al triplice fischio di chiusura, all’occorrenza anche nell’intervallo.
Rassegna Stampa del 25 Settembre, Genoa torna all’antica. E Andreazzoli fa il “pompiere”