Nel calcio ormai tutto è riconducibile ai numeri, dati estrapolati dalla realtà, grafici e tabelle e da questo concetto in molti partono per creare un modello di gioco, di prestazione e strategia.
Un calcio scientifico che è difficile a credersi. Può prevedere tutto a posteriori, ma non a priori. Perciò i numeri lasciano il tempo che trovano e non si può programmare e prevedere tutto in quello che accadrà nell’incontro successivo. Le partite non possono essere giocate a tavolino, prima della gara stessa.
Questo prologo è scritto vedendo i numeri e le statistiche del campionato che mnon hanno cambiato i risultati in sette giornate. I dati che hanno cambiato il campionato arrivano dagli arbitri. Dati che possono distorcere e snaturare il campionato.
In sette giornate di campionato 32 i calci di rigori concessi, 23 cartellini rossi, 319 gialli.
Gli arbitri con l’aiuto del Var hanno preso alla lettera le ultime disposizioni e regole sul fallo di mano: “Il fallo di mano deve essere ovviamente volontario, ma è sempre punito non solo quando sarà all’altezza delle spalle o sopra la linea delle stesse, ma anche ogni volta in cui il braccio sarà più largo del corpo e in posizione innaturale”.
I 32 rigori, 30% in più rispetto allo scorso con Var già attiva, certificano che la volontarietà è sparita.
Riferendosi solo all’ultima giornata giocata dire che non erano involontari il tocco di De Ligt in Juventus-Inter e quello di Biraschi in Genoa-Milan sarebbe superfluo.
Considerando che non solo arbitri e Var li hanno considerati da punire, ma anche gli addetti ai lavori dopo averli rivisti e vivisezionati, viene il pensiero che lo show potrebbe continuare.
Il calcio di rigore così applicato deciderà molte gare, sarà uno spauracchio non solo per i difensori che in area di rigore dovranno tenere sempre le braccia dietro la schiena per evitare qualsiasi rischio, operazione non sempre facile se si vuole mantenere l’equilibrio. Se giocassero con le braccia dietro la schiena l’altro spauracchio sarebbe quello di prendere gol e non calcio di rigore non intervenendo nel modo giusto. Urge riunione tra società, allenatori, calciatori e arbitri.
Quella famigerata regola non ha nulla a che vedere con il calcio e viene applicata in Europa alla lettera solo in serie A. Perché? Perché solo nello Stivale calcistico ci sono più quotidiani e talk-show di più delle gare di A,B,C, senza dimenticarsi dei social dove ognuno puccia dentro la propria sapienza calcistica?
Stesso problema per cartellini gialli e rossi dove gli arbitri italiani primeggiano in Europa. Non solo più rigori ma anche più sanzioni. C’è più severità e ogni protesta di giocatori o allenatori viene sanzionata.
Tutto ciò deriva dalla poca personalità ed esperienza dei direttori di gara mandati in campo perché nessuno avrà spiegato loro che in campo disciplinare prima dei cartellini gialli e rossi sarebbe meglio fare richiami: primo volante passando vicino al calciatore, il secondo solenne a giuoco fermo, dopo scatta il cartellino giallo, una volta utilizzato dopo i tre provvedimenti deve essere una spada sul collo del calciatore invece di essere regolarmente salvato perché ammonito in precedenza pur essendo recidivo.
In questi giorni di Nazionale azzurra, con un altro dato che mi ha colpito, c’è stato il dato dei gol realizzati: non tanto per il numero (192) ma per quanti sono stati concretizzati dai giocatori italiani (72), ovvero il 32% delle reti complessive, nonostante primeggino nella classifica cannonieri Immobile, Berardi e Belotti.
Tanti gol, una media di 28 a giornata, che fanno divertire ma devono far riflettere chi ama la Nazionale.
Al calcio business della Lega e della FIGC e anche ai tifosi interessa poco se nel campionato italiano c’è poco spettacolo italiano.