A Pegli torna a battere forte il sole, ma oggi è anche tempo di presentazione. Il secondo giorno di Thiago Motta da allenatore del Genoa, dopo l’ufficialità e il primo allenamento agli ordini del mister e del suo staff tecnico (clicca QUI per scoprire da chi è composto), coincide con la conferenza stampa del nuovo allenatore rossoblu. Un passato a Genova da calciatore, dieci anni dopo il ritorno a Villa Rostan come tecnico per togliere il Grifone dalle secche di una classifica fortemente negativa, ma ancora molto corta.
Motta, che riceverà una deroga per poter allenare in Serie A, è arrivato accompagnato dall’amministratore delegato Alessandro Zarbano. Sabato sera, in anticipo, la prima e delicata sfida contro il Brescia allo stadio Ferraris. In prima fila, ad assistere alla conferenza, la dirigenza del Genoa in toto. Presente anche Marco Rossi.
LE DICHIARAZIONI DELL’AD ZARBANO IN CONFERENZA STAMPA
“Buongiorno a tutti, grazie per essere qui. Oggi presentiamo il nuovo allenatore del Genoa, Thiago Motta. Ieri molti di voi so che hanno chiamato, volevano fare un primo contatto: mi scuso con loro per ieri, è stata una giornata convulsa e abbiamo preferito fare oggi la presentazione”.
Risolto il problema del patentino, da chi sarà composto lo staff?
“Lo staff è composto, oltre che da Thiago, da Murgita. Ritrova poi Pilati come preparatore, ritrova anche Scarpi con cui ha giocato assieme: lo staff rimane quello attuale. Ci sarà un suo collaboratore, Colinet. Per quanto riguarda il patentino, con la deroga può sedersi tranquillamente in panchina. Murgita non è stato messo come tutor, sarà un grande collaboratore”.
LE DICHIARAZIONI DI THIAGO MOTTA IN CONFERENZA STAMPA
Bentornato. le prime impressioni, cosa hai trovato di uguale e differente?
“Di diverso poche cose, di uguale le persone rimaste da quando ero al club. Mi sembra una buona cosa”.
Le tue sensazioni dal ritorno e una considerazione: diverse squadre stanno lottando per la salvezza, con un’identità ben definita
“Le sensazioni sono buone, perché è una grande opportunità e un onore tornare al Genoa come allenatore. Poi è vero, siamo in una situazione da cui dobbiamo uscire ma se ne esce con il lavoro di ogni giorno. Sono convinto che lavorando possiamo uscire da questa situazione. Per la maglia del Genoa dobbiamo dare tutto tutti i giorni, non solo il sabato e la domenica ma anche durante la settimana: ognuno dia il 100% e sono convinto che così cambieremo la situazione”.
Le tue prime sensazioni a sederti qua da allenatore? Quanto è importante il concetto di identità di squadra per centrare i tuoi obiettivi?
“La ripartenza per me è bellissima ed una storia interessantissima. Quando ero giocatore stavo passando un momento difficile all’Atletico per l’infortunio, e con una squadra come il Genoa ho avuto modo di cambiare la situazione. Nella società mi sono trovato subito benissimo, ora la situazione non è cambiata: arrivo e ho tanta voglia di allenare e cambiare la situazione”.
Cosa le ha detto Preziosi?
“Poche cose. Lo conosco benissimo, lui mi conosce. Basta che ci guardiamo negli occhi, uno capisce l’altro. Con uno sguardo ho visto che lui voleva io allenassi il Genoa e io volevo farlo”.
Ha già qualche idea su come impostare la squadra alla luce dell’organico?
“Si chiaro ho qualche idea, tante idee. Conta sicuramente, ma quel che conta di più in questo momento sono i ragazzi, che questi ragazzi pensino a giocare e dare tutto. Questo conta in tutte le squadre e ancor di più al Genoa. L’ho visto nei loro occhi: possiamo farlo. Ci proveremo, lo facciamo da ieri e lo faremo tutti i giorni per avere risultati anche con il gioco. Non puoi fare una cosa senza l’altra, sono convinto che questi giocatori possano farcela: per questo sono venuto”.
Qual è il primo aspetto che hai toccato con la squadra per uscire da questo momento?
“Alla squadra ho fatto un discorso più di cuore che una cosa di testa. Secondo me, in quel momento, era quel che mi veniva da dire”.
C’è stato un momento in cui ti sei emozionato?
“Dal momento in cui torni in questo posto, che per me ha significato cose bellissime da giocatore, è normale e penso giusto che quando torni in società – vedi le cose qui dentro, rivedi Marco Rossi con cui abbiamo fatto una splendida annata – tu ti possa emozionare subito”.
Qui i tifosi hanno imparato ad amarti come giocatore. Cosa cambia fra il Thiago giocatore e quello allenatore?
“Solo il ruolo, sarò sempre la stessa persona e sarò sempre giusto con i miei giocatori. Ho una rosa interessante, di qualità e quantità. Sarò sempre giusto con loro e chiedo la stessa cosa da loro”.
Hai seguito il Genoa? Pregi e difetti individuati
“Si, l’ho seguito ma quel che è passato è passato. Dobbiamo pensare al futuro: questo conta”.
Sul nuovo centro sportivo ampliato e migliorato?
“Secondo me è una bella cosa della società, una società che cresce anche a livello di struttura significa che sta lavorando bene”.
Come ti spieghi come la squadra dopo essere partita bene si sia fermata?
“Mi sembra ingiusto fare un commento su un collega che c’è stato, ha fatto il suo lavoro. Non è andata sicuramente come lui voleva, ma il passato è passato e dobbiamo pensare al futuro”.
Hai qualche idea a livello tattico già per la gara contro il Brescia?
“Si, ho un’idea. Vedremo”. (sorride, ndr)
Che Brescia ti aspetti?
“Una buona squadra, sicuramente sarà una partita difficile per tutte e due le squadre, anche con buoni giocatori nei singoli. Però giochiamo in casa, faremo la nostra partita”.
Che accoglienza ti aspetti?
“Aspetto l’accoglienza non per me ma per la squadra. Torno a dire: io ho avuto il privilegio e l’onore di essere giocatore del Genoa, so cosa significa ma anche i miei giocatori oggi sanno e devono sapere che questa è una squadra importantissima. Per tutta la squadra attendo un’accoglienza positiva: questo potrà darci una mano nel corso della partita”.
Ritrovi Criscito, quanto può aiutarti?
“Come capitano, giocatore, ragazzo. Siamo stati tanti anni insieme, oggi è il capitano ed un giocatore importante del Genoa. Ci può dare una mano come tutti gli altri, ma è normale che il suo spessore sia importante in quanto capitano. Mi aspetto tanto da lui come dalla squadra”.
Sei stato di parola. Ci siamo incontrati 12 anni fa nella zona mista dell’Inter. Mi hai detto: “Arriverò”. Mi promettesti di venire a fare l’allenatore del Genoa. Ora sei qua. Tu Schöne lo conosci perché ci hai giocato contro: sei in grado di cambiargli posizione?
“Come hai detto lo conosciamo tutti, è un giocatore importante che ha giocato in una grande squadra come l’Ajax e sa di essere un giocatore importante. Sa di dover dare molto alla squadra, io mi aspetto moltissimo da uno come lui: ho la fortuna di avere un giocatore di questo livello nella rosa. Il suo livello magari non è lo stesso dell’anno scorso ma secondo me, quando capitano cose così, dobbiamo cercare un po’ più lontano il perché la squadra non sia sul livello che può realmente avere. Possiamo crescere tutti insieme”.
Alla luce dei numeri impietosi della difesa: ripartire anche da quel reparto?
“Quando parliamo di difesa non parliamo dei 3 difensori ma di tutta la squadra. Penso che quando una squadra fa tanti gol, magari un singolo giocatore segna di più ma è da dietro che si costruisce e che gli altri giocatori lo mettono in condizione di segnare. Dietro è uguale: il primo difensore è l’attaccante. Quando tutti difendono bene e insieme puoi far sì che il lavoro dei difensori e del portiere sia migliore. Difficilmente, mai mi vedrete parlare di un singolo giocatore. Io parlo più della maniera e dell’idea che abbiamo come squadra, come collettivo”.
C’è qualche giocatore in rosa che ha la tua personalità? Oppure potresti giocare tu…
“Non è una cosa reale giocare a centrocampo, ho fatto quello che dovevo fare e adesso è finita. Vedo dei buoni giocatori, sono convinto che possano fare molto meglio ma non dipenderà da un solo giocatore bensì da tutta la squadra. Abbiamo bisogno di tutti i giocatori: con il collettivo possiamo crescere e far bene. Normalmente, quando vediamo un singolo che fa bene, è perché il collettivo funziona”.
Sulla provocazione del 2 7 2, concetto preso da alcuni con ironia
“Ognuno deve interpretarlo a modo suo. In quel momento ho solo cercato di togliere l’importanza dei numeri. Magari l’importanza dei giocatori sulla fascia e al centro del gioco può cambiare, ma quel che cambia è la voglia di far bene. Ci sono altre cose, questo è il compito dello staff e soprattutto il mio. In quel momento ho cercato solo di togliere i numeri e la loro importanza. Magari giochi con 5 dietro e sei una squadra offensiva, perché la caratteristica dei giocatori dietro è quella di giocatori con qualità. Magari giochi con 4 dietro ma dai priorità alle qualità difensive.”
Sei anche la somma delle tante esperienze che hai avuto, dei tanti allenatori che hai avuto. Gasperini si è anche espresso in questi giorni su di te: sei sulla panchina di un Gasperini che ti ha fatto innamorare del calcio
“Come ho detto tante volte è stato uno dei migliori avuti, se non il migliore. Ho imparato tantissimo da lui, oggi è anche un onore per me potermi confrontare con una squadra come il Genoa. Magari, in un futuro breve, anche con la squadra di Gasperini che è stato un allenatore, ora un collega che continua a fare un grande lavoro. Sarà sempre un onore affrontarlo”.
Tu hai vinto due derby, il Genoa non lo vince da tanto e lo gioca fra un po’ di tempo
“Dobbiamo pensare ad oggi. Il derby è lontano e la cosa più importante è la partita di sabato. Avremo tempo di pensare a tutte le partite, anche a quella contro la Sampdoria”.
Quando sei venuto qui eri in un punto della carriera in cui non sapevi nemmeno se saresti stato il Thiago Motta che avresti voluto essere. Ora il Genoa si trova nella situazione inversa: ha bisogno di te
“Sicuramente, ma anche essere allenatore del Genoa per me è un’opportunità e un onore enorme. Ringrazio presidente e società per avermi portato sulla panchina del Genoa”.
I regolamenti non lo permettono, ma Thiago Motta una mezz’ora in campo potrebbe farla?
“Ho cercato di mantenere la forma. Era tanto che non scendevo in campo per toccare una palla. Dò fiducia ai miei giocatori che è meglio”.
Avresti pensato di esordire come allenatore con Balotelli?
“No, non in questa partita. Gli auguro il meglio, ma non per sabato”.
Ritrovi anche Pandev, con cui hai vinto il triplete
“Sicuramente può dare tanto. È stato un grande giocatore, continua ad esserlo ed è una grande persona, cosa che per me all’interno di un gruppo conta tantissimo”.
Con Gasperini avete sfiorato la Champions. Dove sogni di arrivare con il Genoa?
“Sogno tante cose, però in questo momento non è il momento di sognare ma di lavorare e pensare giorno dopo giorno. Sono convinto di questo, per l’esperienza che ho avuto dentro e fuori dal campo. Con naturalezza, sono convinto il Genoa sia in grado di crescere e debba crescere”.
Genoa, primo allenamento per Thiago Motta. Murgita vice, Simon Colinet completerà lo staff