La nona sinfonia di Beethoven nel campionato italiano è stata suonata da Thiago Motta. La partita del nuovo tecnico genoano è stato un tentativo di aiutare il Genoa a trovare la propria strada, fuori non solo dall’oscurità della classifica ma anche del gioco visto nel primo tempo.
Per la luce bisognerà lavorare ancora e tanto, malgrado nello spartito di Genoa-Brescia si debba mettere qualcosa di particolare: sia il debutto di un giovane allenatore nel campionato più tattico d’Europa – tre cambi e tre gol, come scritto da Buoncalcioatutti ieri, è un record – sia un nuovo affresco di calcio giocato che deve far riflettere il campionato italiano già troppo imbavagliato alla nona sugli alibi e sul “prima non prenderle“.
Sarà un campionato, ad oggi, in cui non farà cento punti la squadra che vincerà lo scudetto e per salvarsi potrebbero non bastare 40 punti. La classe media composta da Atalanta, Cagliari e Parma con coraggio cerca di andare in Paradiso.
Paradossalmente le squadre che sono uscite con le ossa rotte nell’Oktoberfest europeo della scorsa settimana, ovvero sia Atalanta, Lazio e Roma hanno fatto risultato pieno. La Dea di Gasperini ne fa sette all’Udinese, la squadra più elogiata dagli amanti delle statistiche per aver incassato pochi gol, mentre la Lazio ha vinto a Firenze fermando la Viola dopo la striscia positiva. Infine, la Roma ha battuto il Milan.
I giallorossi stimolati da Totti in Tribuna da semplice tifoso hanno buttato via le stampelle, vista l’infermeria piena il Milan non è guarito con la cura Pioli e Piatek continua a scaldare la panchina.
Per la Juventus ha fatto caldo non solo atmosfericamente, ma anche sul campo in casa del Lecce. Solo un punto, ma sempre in testa al campionato. Il Lecce tutto cuore e orgoglio ha messo il bavaglio ai troppi errori della Signora. Poi 7′ di recupero dove il Lecce ha ribattuto colpo su colpo. Due rigori e proteste da ambo le squadre. De Ligt continua a giocare con le mani e viene punito. Sarri si è lamentato del caldo e dell’arbitro. Ha lascito CR7 a Torino a riposarsi ma ci credono in pochi: gli affaticamenti muscolari possono succedere anche ai “Rambo”. Oltretutto Sarri ha perso anche Pjanic per problemi muscolari e spera nel recupero di Higuain dopo i punti in testa, preoccupato per le altre 4 gare in 12 giorni che possono decidere, se non il campionato, il passaggio in Champions.
Il Parma con le frecce nere Karamoh-Gervinho ha spaventato San Siro e Conte. La follia dell’Inter continua nonostante la cura Conte. Follia non gradita dal tecnico nerazzurro che gli ha impedito di superare la Juventus in classifica. Conte preoccupato lancia alibi per sé e la squadra e manda messaggi alla società dicendo: “siamo pochi e non si può giocare ogni tre giorni“.
Della gara di Marassi abbiamo già scritto quello che pensavamo ieri e all’inizio del pezzo. Thiago Motta non lo sa, ma ha fatto scrivere nuovamente tanti pezzi e pagelle dopo il primo tempo di sabato dove può darsi che qualcuno fosse già pronto a sghignazzare sul suo 2-7-2 provocatorio propagandato al suo arrivo a Pegli.
La crisi della nona giornata di campionato è del Napoli. La notizia è che Ancelotti non riesce a gestire l’abbondanza della rosa. Il gioco delle coppie non funziona e crea polemiche. Il pareggio con la Spal in crisi di risultati ne è la conferma. Il Cagliari new-euro cammina veloce, il Torino lento nella corsa e nel gioco già in crisi post Europa League.
A Bologna la Sampdoria ha rianimato i felsinei a secco di vittorie dai primi di settembre. La cura Ranieri di non prendere gol non funziona e l’attacco al palo nonostante il super-goal di Gabbiadini. Quagliarella come Piatek al Genoa lo scorso anno? La squadra e gli allenatori non giocano più per loro?
Sul VAR diventa difficile alla fine di ogni giornata di campionato fare commenti. Non cambia nulla: troppi i rigori innaturali e i millimetri di fuorigioco che in passato non avrebbero influito su realizzazioni regolari.