Domani sera potrebbe essere l’occasione giusta da parte del Genoa di far eruttare calcisticamente il Vesuvio vista la crisi non solo di risultati: per farlo sarà importante trovare la quadra.
Per farlo occorrerà una partita saggia come quella giocata contro la Juventus. Perché contro l’Udinese che giocava all’italiana Thiago Motta ha fatto fatica ed errori, tuttavia contro il Napoli il Grifone potrebbe ripetersi come allo Stadium essendo altra gara di contenimento e ripartenze.
Importante verificare se il passo falso fatto con i friulani da parte della nuova gestione di Thiago sia stato il trittico di tre gare in una settimana oppure l’assemblamento del centrocampo non propenso a fare filtro e lasciare troppi spazi allungando la squadra davanti ai 16 metri di Radu.
Thiago con l’Udinese, a fronte di pochi giorni di allenamento, avrà ragionato non facendo turnover che giocare con gli stessi avrebbe aumentato le conoscenze tattiche e dato forza al gruppo e che cambiare sarebbe stato un rischio. Peccato che non ha calcolato la composizione degli uomini nel cuore del gioco senza le caratteristiche per affrontare un centrocampo composto da 5 avversari non solo di fisico.
La lezione, siccome oltre essere un calciofilo preparato è anche intelligente, gli sarà servita. Thiago non sta seguendo mode di calcio passato, ma vuol seguire un’idea di gioco che sarà stata rappresentata quando è stato ingaggiato non parlando di autobus davanti alla porta genoana alla caccia della salvezza pur subentrando con 5 punti in classifica.
Il Genoa non era stato progettato per giocare alla Thiago e il suo cantiere contro Brescia e Juventus aveva anticipato che voleva cambiare stile e materiale.
La classifica probabilmente non poteva permettergli di ripartire da zero dopo 8 giornate di campionato e gli esperimenti, pur essendo stati ponderati non solo su carta come visti nelle prime due gare, non erano male e sono stati rovinati dal “must” del risultato inaspettato contro le zebre dell’est.
Ad esempio, la mossa di piazzare Radovanovic da playmaker a regista difensivo, dando i numeri, un 4-2-3-1 – meglio ancora un 4 1 4 1 – nell’idea di Thiago doveva portare risultati coprendo la fase difensiva per consentire agli altri centrocampisti di sentirsi più liberi di correre nella metà campo degli avversari sapendo che tanto qualcuno a proteggere gli attacchi rimaneva.
Tutto si era incominciato a vedere anche nelle gare giocate bene, anche se il serbo ormai è nel mirino del Tempio come successe a Veloso e altri che ogni domenica fanno piangere lacrime di coccodrillo.
Radovanovic stopper e Romero sostituito da Sanabria, non aspettato e condiviso, erano solo voglia di vincere, malgrado la squadra incominciasse a rimanere a secco di benzina. Non solo domenica scorsa, ma anche prima, la domanda è che fine ha fatto Biraschi, finito alcuni mesi fa anche nel mirino azzurro di Mancini.
Il lavoro da fare sui singoli è tanto, il Genoa in rosa non ha giocatori universali, calciatore che sappia giocare in più posizioni del campo e in grado di far diventare il riferimento offensivo lo spazio. Perciò Thiago contro Il Napoli e le altre della parte sinistra alta della classifica proverà un gioco manovrato che deve avere come principio base il possesso del pallone in modo da non lasciare all’avversario di comandare il gioco.
Invece, con quelle che sono dalla parte destra della classifica, in particolare quando scenderanno al Ferraris, dovrà cercare soluzioni e finalizzazioni più dirette.
Contro il Napoli domani sera l’attenzione per la fase difensiva da parte di Thiago dovrà andare oltre i compiti individuali del singolo, che non dovrà essere solamente attento quando l’uomo con il pallone è nella sua zona. Per fare risultato al San Paolo bisognerà avere nella sua interezza 11 uomini impegnati contemporaneamente nelle due fasi di gioco e tutto ciò si può ottenere con giusto equilibrio e squadra corta: la famosa quadra.
La formazione che giocherà contro il Napoli non dovrebbe cambiare di molto rispetto a quella che ha giocato con la Juventus. Senza Kouamè, difficile rischiare Criscito con una sosta alle porte, qualcosa potrebbe cambiare in difesa e nei tre dietro la punta con un esterno in più. A quando il falso nueve?
In casa Napoli invece c’è tanta delusione e non tanto per gli undici punti di distacco dalla Juventus in classifica, ma perché gli azzurri ad inizio stagione erano stati presentati con una rosa da scudetto con gli arrivi di Lozano, Llorente, Manolas, Elmas che avrebbero dovuto alzare il tasso tecnico. E anche per l’ammutinamento della squadra nei confronti non della società, ma del produttore di cine-panettoni molto risentito. Fra l’atro le campane sotto il Vesuvio suonano a festa solo per Ancelotti con il Boca Junior di De Rossi pronto ad ingaggiarlo già dal prossimo gennaio.
Per il Napoli e Ancelotti è un momentaccio. I guai del campionato erano indizi, contro il Salisburgo in Champions una prova. Anche tra le mura amiche il Ciuccio ha continuato a smarrirsi. In Champions nulla è compromesso con il piccolo pareggio con gli austriaci, ma è stato l’atteggiamento che darà da pensare al tecnico produttore di Lambrusco: l’attacco atomico dello scorso anno rinforzato questa estate produce meno e quando lo fa sbaglia rigori in movimento oppure da fuori area sempre alla ricerca del gol della domenica con palloni a giro che esaltano solo i commentatori, ma non producono gol.
Per dovere di cronaca bisogna segnalare che è la squadra che ha colpito più legni in 11 giornate di campionato. A tutto bisogna aggiungere che la difesa finisce sempre per incassare reti anche con errori individuali.
Tutte le squadre quadrate – non certo potenze europee – che hanno incontrato il Napoli in queste undici giornate di campionato hanno fatto andare in grigio gli azzurri.
Tatticamente il Napoli gioca con il 4-4-2 ma in corso di partita Ancelotti volentieri sposta la strategia in 4-2-3-1. Il centrocampo nel cuore del gioco ha tanta qualità ma poco quantità. Ciò potrebbe essere il guaio e non fare sentire ragliare il Ciuccio.
Il Napoli rispetto allo scorso anno, anche per l’assenza di Allan infortunato ruba palloni per eccellenza, non ha una regola precisa. Occupa bene gli spazi in zona di rifinitura ma ha manifestato in altre gare diversi problemi in fase di uscita del pallone e gli avversari sono riusciti a controllare i diversi movimenti dei giocatori di qualità con il pressing costringendo i difensori azzurri al lancio lungo che serve quando ci sono Milik o Llorente e non serve con gli “scugnizzi” davanti.
Ancelotti si arrabbia quando schiera tanti calciatori tecnici perché il lancio lungo non è una sua idea di gioco. Tutto è successo senza potervi mettere rimedio per la mancanza del sostituito di Allan e la densità centrale operata dal Napoli senza il brasiliano è debole e non sempre Fabian Ruiz e Zielinski, tanta qualità, riescono a recuperare il pallone appena arriva nel cuore del campo. Altro neo l’infortunio a Ghoulam che costringe Mario Rui a giocare a sinistra, posizione che non gradisce.
Per adesso il Napoli è apparso poco sicuro e solamente le giocate improvvisae dei migliori hanno provato a ritrovare una stagione che è diventata difficile da recuperare.
La formazione del Napoli rifacendosi alle altre gare giocate dopo quelle pesanti giocate in Champions è difficile proporla stamattina considerato che Ancelotti ha sempre fatto un turnover consistente cambiando 5/6 elementi.
Arbitro di Napoli-Genoa è Calvarese di Teramo nato nel 1976 e ingegnere. Per lui 128 gare in Serie A con 37 rigori e 35 espulsi. Non è internazionale, ma è tenuto in considerazione da Rizzoli per gare delicate. 5 i gettoni in stagione per il teramano tra cui Roma-Genoa alla prima di campionato finita 3 a 3.
Calvarese fino allo scorso anno non è stato amante del Var ed è stato uno dei pochi a consultarlo con poca frequenza. Per mettersi a disposizione della novità voluta e anticipata dall’Aia ha incominciato ad andare a vedere la tecnologia. Non gli piace il ruolo neanche davanti alla Tv e qualche critica in queste 11 giornate di campionato gli è arrivata più per questo che in campo.
Contro il Genoa al Var c’è Chiffi di Padova protagonista di uno degli errori più evidenti non solo a danno del Genoa ma del Var della scorsa stagione: non aver segnalato la spinta evidente di Florenzi a Pandev all’ultimo minuto in casa della Roma.
Sono 11 le gare dirette con il Napoli: 8 vittorie e 3 pareggi. Dieci invece col Genoa: 1 vittoria, 4 pareggi e 5 sconfitte.
Primo assistente Del Giovane (Albano), secondo Villa (Rimini), quarto uomo Abbattista (Molfetta). VAR Chiffi (Padova), AVAR Mondin (Treviso). Nessun diffidato.