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Azzurri: zona protetta

Rifugio azzurro, zona protetta in questo calcio italiano troppo malato, non di gioco. Ha esagerato l’Italia di Mancini contro la povera Armenia: 9 reti che la Nazionale non realizzava dal 1948 contro gli Stati Uniti. Poco c’è da dire e commentare sulla partita, che ha animato una città come Palermo vogliosa di calcio. L’oasi azzurra di Mancini è proseguita con l’innesto di un altro debuttante: Orsolini subito in gol. Primi gol in nazionale per Zaniolo: ha ridato voglia di pallone in un mondo di calcio rovinato da troppe “belinate” e parole iniziando oggi con il DAY VAR alla Grillo di qualche anno fa per spiegare nuovamente le nuove regole, dove i primi che non hanno capito sono stati gli arbitri. O, se le hanno capite, non le applicano. Mancini ha riscritto una storia della nazionale azzurra. Fu l’Armenia, nel 2013 con Prandelli allenatore e Mancini in panchina,  con un clamoroso 2 a 2 che costò il posto tra le teste di serie, a far cominciare il lento degradamento, peggioramento dei colori azzurri.

Il 2019 della Nazionale Italiana al di là dei record di Mancini va in archivio con un dieci e lode. La Nazionale rispetto alle squadre del campionato sogna, lancia giovani, gioco e voglia di vincere e fare risultati. I qualunquisti potrebbero dire che l’Italia è imbattuta da 39 partite di qualificazione europee e i record lasciano il tempo che trovano solo nei libri, senza considerare come mai nessun’altra nazione UEFA avesse vinto tanto e come sono arrivati e da dove sono partiti i successi del 2019. Il C.T. quando c’è stato il sorteggio dei gironi che portano alla fase finale dell’Europeo era stato pragmatico dicendo: “Si possono e si devono vincere tutte” le partite, consapevole della forza degli avversari ma anche di aver scovato giovani, anche se i cicli generazionali non hanno mai riconosciuto meriti tecnici. La fiducia in Tonali ha ridotto ulteriormente l’età media azzurra fino a 25,6: in linea con le migliori nazionali d’Europa.

Mancini non vuole fermarsi e continuerà a cercare giovani italiani con vista Mondiale in Qatar 2022 e non del prossimo Europeo. Cercherà di sfruttare la qualificazione anticipata alla competizione itinerante e il ruolo di testa di serie per provare altri giocatori. In queste 10 partite andate in porto la costante è stata il gioco, scattato dal pari contro l’Ucraina a Genova. Nazionale che piace agli italiani per la voglia di creare ma anche per il dominio cercato contro ogni avversario. Hanno avuto momenti complicati ma sono usciti con idee, palleggio, azioni, in particolare senza un bomber di riferimento. Più che i centravanti della nazionale, che viaggiano a suon di gol nel campionato, è stato il gioco a riempire le reti avversarie con 37 gol. Mancini è consapevole che ci vorrà altro tempo agli azzurri per provare ad essere all’altezza di Francia, Germania, Spagna e Inghilterra, ma confida nelle amichevoli di Marzo (contro Inghilterra e Germania fuori dall’Italia) per alzare lo step e fare un’analisi dei giocatori a disposizione più approfondita, per migliorare i punti deboli.

I giocatori che saranno impegnati nel prossimo Europeo, che dovrebbero essere gli stessi ad aver giocato le qualificazioni, dovranno essere consapevoli – anche se si giocherà nel mese di giugno, uno dei mesi di crisi del calcio italiano – di dover dare sempre di più del 100%. Il gruppo c’è, è compatto e dentro di loro c’è anche aria di rivalsa nei confronti del campionato e degli allenatori. Dopo i record Mancini viaggia con l’idea di salire su un  gradino ancora più alto. La possibilità è ghiotta già nel prossimo Europeo, dopo le tre gare da giocare all’inizio della competizione tra le mura amiche dell’Olimpico con i tifosi che canteranno nuovamente a squarciagola l’inno di Mameli e che avranno voglia di ritornare a cantare “Notti magiche” della Nannini. C’è fiducia per la prossima competizione europea, fiducia che si è raggiunta con il bisogno profondo d’avere lo spirito tranquillo, condizione essenziale per qualsiasi attività ancor di più nel calcio. Continuando a cavalcare l’onda vincente.


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