Continuiamo ad associare le giornate del campionato italiano con il significato della numerologia della smorfia napoletana. Al numero 14 corrisponde ‘O ‘Mbriaco, ossia l’ubriaco.
Non era sicuramente ubriaco il giovane portiere Turati, 18 anni, del Sassuolo che ha fermato CR7 e compagnia costringendo la Juventus a pareggiare il primo incontro allo Stadium e perdere il primato in classifica. ‘O mbriaco è stato Gigi Buffon visti gli errori che hanno permesso al Sassol di centrare un risultato inaspettato da tutti. Per tutti nella vita è difficile combattere con la ruggine fisica degli anni. Far giocare Buffon alla ricerca di record non serve a nessuno.
La 14esima giornata di campionato ha poi certificato ufficialmente che l’Inter si giocherà lo scudetto fino alla fine. Il sorpasso nei confronti della Juventus è più pesante del singolo punto di vantaggio e preoccuperà Sarri e compagnia. L’Inter vince per fame di vittorie ogni volta in cui la squadra esce dagli spogliatoi. La prova evidente sono i gol lampo, dimostrazione che sono carichi già da dentro gli spogliatoi e pronti a chiudere la gara, trovando in Lautaro lo specialista. L’operazione Conte tra gioco verticale, grinta e rabbia, ma soprattutto lavoro di testa, darà soddisfazioni al Biscione.
La Juventus invece dopo 14 giornate non ha ancora risolto il caso Ronaldo. Anche i fenomeni sono fatti di carne e ossa e come tutti gli altri devono avere il tempo di rimettersi in forma fisicamente. Succede anche per lui: anche se fa 1000 addominali alla settimana il tempo passa. La Juventus ha bisogno di certezze e non di fantasmi e la certezza, ad oggi, è Dybala. Vederlo partire dalla panchina per far spazio a CR7 non è un segnale per la squadra e per il calcio.
La 14esima giornata incomincia a delineare la classifica con le romane che volano in zona Champions. Inzaghi ai piedi di Immobile che trascina la Lazio contro l’Udinese. Strano il calcio di Lotito: fino a qualche settimana pensava al licenziamento di Inzaghi e aveva allertato Gattuso, adesso si gode le sei vittorie consecutive. Friulani puniti da due rigori sacrosanti, anche se Di Bello di Brindisi per concederli ha dovuto ricorrere al VAR televisivo e in cuffia. La Roma di Fonseca passa invece sul campo del Verona, un campo difficile perché Juric e compagnia hanno continuato a vendere cara la pelle. C’è la prima vittoria in trasferta del Diavolo targato Pioli. È vera gloria? Vista la fatica che hanno fatto fino al minuto 88′ per fare un gol regalato dal Parma…Il pari sarebbe stato più giusto. Il problema del gol resta un mistero gaudioso per il Diavolo. L’involuzione di Piatek ormai un parente sfortunato di quello visto al Genoa lo scorso anno.
A Napoli tutti “‘mbriachi”. De Laurentiis sta girando un altro cinepanettone vista la sconfitta contro il Bologna dopo la reprimenda della scorsa settimana alla squadra. La crisi in campionato del Ciuccio incomincia a diventare drammatica non solo con la testa della classifica sempre più lontana. Il Bologna ha vinto perché il Napoli nel secondo tempo è sparito dal campo giocando all’italiana, con una difesa grintosa nella propria metà campo e ripartenze.
Il Brescia continua ad incassare gol: altri tre a domicilio dall’Atalanta di Gasperini, unica macchina da gol del campionato. Fabio Grosso, l’allenatore chiamato da Cellino, altro Presidente che ragiona di pancia, a sostituire il suo pupillo Corini per via dei risultati, ha lasciato nuovamente la panchina al tecnico esonerato. La Fiorentina perde col Lecce per infortuni, errori e immaturità. Dopo Chiesa, anche Ribery KO per un altro mese. Il possesso pallone di Montella rimane dentro l’Hangar e Liverani con il suo Lecce pirata, onesto sul piano del gioco in trasferta, lo punisce e per la prima volta non subisce gol. Montella a rischio dopo altre tre sconfitte consecutive? Anche per lui panchina ad orologeria dopo la Coppa Italia e la trasferta in casa del Torino. Il Torino vince a Genova senza meriti particolari, ma i tre punti potrebbero far ragionare Mazzarri e riportarlo all’antico del gioco: non far giocare gli avversari e dopo punirli solo con qualche tiro. Altro che modulo europeo auspicato ad inizio stagione.
Il Genoa è nelle mani di Thiago Motta e, dai risultati prossimi, in quelle di Preziosi. L’ex regista di Genoa, Inter e PSG deve fare risultati, arrivare a dicembre e battere i piedi con forza per avere una prima punta di peso pronta a finalizzare il suo gioco. Thiago ha capito come vanno mediaticamente le faccende nel campionato italiano: scherma la squadra, la assolve, la protegge, si rammarica per pali e traverse e che gli altri facciano gol solamente con un tiro. Tutto giusto e vero, ma non cambia la classifica che piange lacrime amare non solo per i punti, ma per quello che i tifosi hanno visto negli ultimi anni, di cui Thiago non ha colpe. Thiago per uscire dalla bufera avrà capito che sono passati i tempi dei tourbillon e delle “formazioni girevoli” con giocatori che entrano e escono non sempre seguendo la logica della scelta tecnica. Il Genoa deve ritrovare il gol, Thiago non ha più tante altre occasioni per fare esperimenti. Ha ragione quando dice che ci sono ancora 72 punti da giocare, ma deve pensare che quelli davanti non sembrano avere l’intenzione di aspettarlo.
L’ultima gara della quattordicesima giornata, ossia Cagliari-Sampdoria, è stata scoppiettante solo per i sardi. Sampdoria in vantaggio al 70’ per 3 a 1 e non solo nel punteggio: la squadra di Ranieri era organizzata e sistemata bene contro il furore dei sardi. La Samp ce l’ha messa tutta, ma non è bastato. Da capire subito se “o’ mbriaco” o la ciucca finale sono colpa della difesa o della condizione fisica. Quagliarella si sblocca e raggiunge con 156 reti in carriera Riva, Mancini e Pippo Inzaghi, il Cagliari di Maran aggancia il quarto posto in classifica.
L’urna dei prossimi europei è stata amica con Mancini e l’Italia con Turchia, Svizzera e Galles tutte partite da giocarsi in Patria. “Guai abbassare la guardia” grida Mancini. Bisogna aggiungere di non fare voli pindarici in anticipo.
Dall’Europa: CR7 oltre non fare gol perde anche il Pallone d’oro a favore di Messi. Anche Guardiola in crisi con il Manchester City. I tifosi lo combattono con un #Pepout. Non è più questione di tattiche e strategie per Guardiola, ma di uomini, anche se lo sceicco ha speso 170 milioni nell’ultimo calciomercato. Il Tiki Taka non è più l’evoluzione del calcio totale. Ora serve quello di Klopp tutto verticalizzazioni e ripartenze veloci.
Dopo la riunione di Rizzoli alle società sul VAR e la reprimenda di Ancelotti al selezionatore e ai suoi nuovi arbitri si è smorzato il furore del VAR dietro la tecnologia. Gli errori non sono mancati nella 14esima giornata di campionato, ma qualcosa è cambiato in meglio e speriamo che continui. Interessante il pezzo sulla Gazzetta dello Sport di ieri alla voce “Giornata al Var” che ribadisce quello che Buoncalcioatutti ha anticipato due anni fa alla fine del raduno estivo arbitrale di Sportilia: è una “competizione tra che è in campo e dietro il Var”. Rocchi ha ammesso: “un giovane varrista potrebbe avere qualche timore a correggere il grande arbitro e il grande arbitro qualche premura a non mandare in difficoltà un giovane collega“.
“Allora…!” direbbe la Maionchi aveva ragione Buoncalcioatutti che dietro il VAR ci devono andare arbitri non in attività. Se non hanno l’X Factor in campo, come possono averlo dietro una TV?