Dopo quanto visto in campionato durante queste sedici giornate, la superiorità dell’Inter contro il Genoa è per tutti schiacciante, ma un Bambin Gesù rosso blu a quarti potrebbe esserci.
Le luci di San Siro per il Genoa sono state spente da molti, non solo dalla vigilia, tuttavia a quattro giorni dal Santo Natale Thiago Motta, visto come hanno sempre giocato più con le grandi che con le medie e piccole squadre, potrebbe illuminare il Presepe e colorare l’Albero con palline rossoblu.
La speranza con il Genoa di mezzo in questo momento – e non solo per quello che succede sul terreno di gioco – è come contare le lastre per terra. Invece fino alle 20 di sabato sera contare le Stelle in cielo, anche con le allerte meteo, sarebbe importante e bello per far ingoiare il panettone Motta al Biscione.
Un pizzico di fiducia nasce dal fatto che, prima di incontrare la Roma alla quindicesima giornata di campionato (aggiungendo anche le 4 gare di Champions), l’Inter aveva realizzato almeno una rete. Paulo Fonseca, allenatore giallorosso, ha interrotto la serie di gol e di vittorie creando poco, ma non è stato dominato e ha avuto quasi maggior controllo sulla partita, di fatto portando l’Inter fuori dai soliti binari tattici e facendola attaccare in un modo diverso e difendersi difformemente da come avrebbe voluto.
Contro il Genoa mancheranno Brozovic e Sensi: il primo come catalizzatore delle ripartenze e il secondo abile con le sue variazioni. Thiago Motta dovrà cercare di approfittarne.
Tutto è stato ripetuto dall’Inter e da Conte anche con il Barcellona baby e la Fiorentina l’ultima giornata di campionato. Tutto è stato ripetuto, pur mancando gol clamorosi, anche a Firenze, e questo per colpa dello schema pallone lungo ai due davanti e stanchezza, oltre che per le tante assenze e una coperta corta che aveva già fatto venire tanti mal di pancia a Conte.
Le assenze al Genoa saranno pesanti: Sturaro e lo stesso Favilli alle prese nella scorsa settimana con fastidi muscolari e nulla di più non saranno buttati nella mischia, inutile rischiare con otto giorni di ferie. Pandev squalificato e Zapata i più importanti. Romero potrebbe non far rimpiangere il colombiano giocando d’anticipo e creando fastidi a Lukaku e il suo fisico.
Thiago per molti, se perderà contro l’Inter, sarà allontanato, decisione che lascerebbe il tempo che trova se il suo sostituto non fosse quello auspicato dalla piazza.
Il licenziamento di Thiago non potrà verificarsi perché non avrà fatto risultato con l’Inter, ma dovrà eventualmente avere radici nell’Albero di Natale genoano volendo l’allenatore garanzie sul prossimo budget che Preziosi vorrà mettere disposizione per rinforzare una squadra che ha dimostrato evidenti lacune. Nel prossimo calciomercato di riparazione, più che i nomi, conterà il budget per riportare il Vecchio Balordo a galla.
Occorrono giocatori che siano in grado di fare la differenza, giocatori in grado di risollevare la classifica ma anche capaci di essere rimessi sul mercato se l’annata dovesse continuare male: uno scenario che non si può preventivare con 22 giornate da giocare.
La formazione, come in tutte le gare giocate sotto la gestione di Thiago Motta, la lasciamo allo speaker di San Siro. Sulla compilazione potrebbe pesare anche la prossima campagna in uscita dal 3 gennaio, non solo tra quelli esodati da qualche partita.
Altra partita dove i sogni, facili da inseguire, diventeranno difficili da raggiungere se sul campo non ci saranno e non giocheranno 14 giocatori “tripallici” alla Scoglio.
Dopo la rivoluzione estiva, con le uscite non solo di Spalletti in panchina, ma di giocatori importanti che stanno facendo la differenza nelle squadre in cui si sono accasati (Perisic, Nainggolan e Icardi) all’Inter è iniziata l’era Conte, allenatore top con un pregio o un difetto: sa solo vincere e quando non ci riesce i mal di pancia sono all’ordine del giorno.
Via i calciatori considerati non in linea più che con il progetto con le idee del tecnico, che punta molto sullo spirito di sacrificio. Così l’Inter ha ingaggiato giovani – e anche italiani – di buona prospettiva: Sensi e Barella su tutti.
La stella della campagna acquisti nerazzurra è stato Lukaku. Un gigante che sa far tutto ma qualche problema con l’attrezzo principale per un calciatore, i piedi, lo aveva già mostrato al Manchester United dove si è lasciato non bene. Lo ha mostrato coi gol mangiati che potevano portare avanti l’Inter in Champions e al primo posto solitario in classifica.
L’attacco alla Juventus al quasi giro di boa del campionato Conte, più che con la difesa, lo ha portato con il bomber inaspettato, Lautaro Martinez, pronto a sfruttare la potenza del compagno di reparto belga grazie alla sua fantasia.
L’Inter è in testa alla classifica perché in 14 giornate di campionato ha sfruttato anche la freschezza ritrovata sulle corsie laterali, in particolare di Candreva più che Asamoah. Entrambi all’inizio del campionato dati quasi per “bolliti” considerato quello che chiede Conte agli esterni nella doppia fase di gioco.
Contro il Genoa pianti milanesi da parte della stampa per le assenze. Brozovic e Lautaro squalificati e gli infortunati tutti a centrocampo: Sensi, Barella, Asamoah, Candreva, Gagliardini, Borja Valero. Qualcuno potrebbe essere rischiato, anche se gli infortuni muscolari non lasciano tranquilli.
Tatticamente il modulo di Conte è sempre il 3-5-2. La difesa a tre per Conte garantisce una maggior compattezza in fase difensiva e, al contempo, una manovra più rapida e propositiva favorendo il gioco con cinque centrocampisti e due attaccanti. Il gioco dell’Inter nasce dal rombo composto dai tre difensori e da Brozovic, la risalita del campo avviene per vie verticali con l’idea di liberare spazi tra le linee di pressione con circolazione veloce del pallone per far arrivare il pallone ai due attaccanti che sono riferimenti essenziali non solo per tirare in porta, ma anche per definirla.
Rispetto a tanti altri moduli che si vedono in Europa, l’Inter di Conte ha dimostrato che il gioco è più fondato sulle individualità che sull’organizzazione di squadra e quando l’Inter non riesce a mettere in campo le proprie qualità per stanchezza o per merito degli avversari fa fatica come è successo nelle ultime gare con Roma, Barcellona e Fiorentina.
La formazione dell’Inter c’è chi la mette in campo baby con due under 17, Agoumè a centrocampo ed Esposito davanti, e chi al contrario annuncia Skriniar e veterani nel cuore del gioco. Più facile la seconda ipotesi per un allenatore come Conte la cui vita non è rincorrere il tempo, ma la Juventus e la vetta della classifica.
Dirige Pairetto di Nichelino. Anche Rizzoli ha considerato Inter-Genoa da basso coefficiente di difficoltà se ha mandato il figlio d’arte ad arbitrarla. Rizzoli non può fare il Don Abbondio con una squadra che vuole lottare per lo scudetto e l’altra sul fondo della classifica. Designazione non gradita all’Inter, che ha già mosso i suoi canali social ricordando che il fratello dell’arbitro lavora alla Juventus e tirando fuori le pagelle poco positive, anche se non di tutte le sette gare dirette.
Pairetto in stagione ha diretto 7 gare e spesso le stesse squadre. Mai l’Inter, mentre il Genoa perse 4 a 0 contro la Lazio. Ma in quel caso non tutte le colpe furono le sue.
Primo assistente Colarossi (Roma), secondo assistente Gori (Arezzo), quarto uomo Abbattista (Molfetta). Al VAR Di Bello (Brindisi), all’AVAR De Meo di Foggia.
Diffidati Inter: D’Ambrosio, Skriniar. Diffidati Genoa: Ghiglione.