La prima conferenza stampa di Davide Nicola nelle vesti di nuovo allenatore del Genoa coincide con la vigilia della gara contro il Sassuolo. Insediatosi a Pegli non più tardi di una settimana fa, l’allenatore con un passato da giocatore rossoblu è il terzo tecnico chiamato ad affrontare la stagione 2019/2020 alla guida del Grifone. Al suo fianco, oltre ai nuovi fidati collaboratori portati con sé a Genova, presenti anche l’amministratore delegato Zarbano e il nuovo direttore sportivo Marroccu (clicca QUI per leggere e ascoltare le sue parole). Di seguito, in sintesi, le dichiarazioni di Nicola nella sala stampa di Villa Rostan:
Sono passati un po’ di giorno dal suo arrivo: le prime impressioni?
“Questo è il quinto giorno. Le impressioni sono positive perché io arrivo in un modo molto semplice, dettato dalla grande stima, affetto e senso di appartenenza che provo per questo ambiente e per i giocatori che già conoscevo. Il momento sicuramente è delicato, ma deve darci una spinta emotiva incredibile per poter fare qualcosa di importante”.
Come ha trovato l’ambiente? Sono trascorsi 17 anni dall’ultima avventura da giocatore: tante cose sono cambiate
“Sicuramente l’ambiente, almeno per quanto riguarda il centro sportivo, è profondamente cambiato. La passione è la stessa ed è quello che mi interessa. Ci sono stati investimenti importanti per poter garantire quello di cui ormai il calcio moderno necessita. La meticolosità diversa, la vita dei giocatori è cambiata e le attrezzature sono andate di pari passo. Ho visto grande impegno e dobbiamo far si che questo sia una risorsa importante per noi”.
A Crotone dopo il girone di andata aveva 9 punti, poi la rimonta incredibile. Questa missione è ancora più difficile?
“Sono situazioni sicuramente diverse. A Crotone la squadra era inesperta e doveva prendere coscienza delle sua qualità in quella categoria. A fare la differenza fu la coscienza del lavoro e la grande capacità mentale: l’atleta è un uomo, che se non riesce a gestire le sue emozioni e capire cosa sia prioritario fa fatica. Non bisogna prendere in giro nessuno, ma il miglior modo per poter essere produttivi penso sia prendere coscienza della situazione. La situazione è delicata ma rappresenta una fantastica sfida, è come se dovessimo far finta di metterci una pietra sopra e ricominciare da capo un mini-campionato”.
Il Genoa alla fine di agosto aveva lavorato benissimo. Tutti davano 7 al Genoa sul calciomercato: cosa è successo in 4 mesi?
“In 5 giorni ho potuto constatare quella che era l’idea che mi ero fatto da fuori. Se si parla singolarmente ci sono giocatori con qualità tecniche importanti ma i dati difficilmente mentono: siamo una squadra che ha vinto due partite, ha cambiato molti modi di stare in campo pur dimostrando le stesse potenzialità. Ha sicuramente indole e voglia di proporre gioco, ma non ha un vero e proprio equilibrio per quella che è la mia idea di calcio. Ora è fondamentale rendersi conto delle priorità. E’ chiaro che 35 gol subiti sono tantissimi e 17 fatti non sono molti, però ad esempio il Milan con gli stessi gol fatti ha 10 punti in più, il Verona con 9 idem. Prioritario individuare subito quale sia l’interpretazione: ho visto una squadra vogliosa, che si è messa in gioco con voglia di fare e che si è messa subito in gioco per dimostrare quelle che potessero essere le loro manchevolezze o i loro dubbi. Chiaro che non saremo perfetti e ci saranno cose che non cambieremo nei 4 mesi passati ma dobbiamo guardare i nostri pregi più che i difetti, cercare una strategia adeguata per i giocatori che abbiamo adesso a disposizione: capire che se non riesci a fare tuto subito puoi comunque portare via qualcosa. Abbiamo la possibilità di fare tre partite, che serviranno anche a noi per fare una valutazione complessiva di tutta la rosa e capire in quale direzione andare”.
Sull’idea di gioco:
“Mi piace molto un possesso palla finalizzato alla conquista degli spazi per arrivare in area di rigore, mi annoio a vedere un possesso palla per far vedere che si è bravi nella gestione del pallone. Voglio conquistare spazi, arrivare in area di rigore e mantenere un equilibrio sia quando si attacca sia quando si difende. Abbiamo bisogno consapevolezza di tutto il gruppo di lavoro: si sono messi tutti a disposizione, dal primo all’ultimo”.
Quanto pesa la paura e il timore di sbagliare dopo un girone con questi numeri drammatici?
“Questa è una domanda concreta. C’è il rischio di poter avere non la necessaria tranquillità. Il nostro stadio è importante e chi ci gioca deve capire di essere in un contesto straordinario. Chi capisce questa gente perde poi la paura di dover dimostrare a sé stesso, ma non tutti sono in grado di giocare nel Genoa e dobbiamo rendercene conto. Siamo convinti che la nostra gente comunque in un modo o nell’altro ci darà una grossa mano. Noi dobbiamo essere consapevoli di non poter dare tutto e subito ma che se siamo in questa posizione di classifica qualcosa non sta funzionando. Servono grandissima umiltà e dedizione al lavoro. L’aspetto emotivo è fondamentale: il gruppo che si rende conto che qualcosa non funzioni deve avere la stessa dedizione, lo stesso spirito e non ci sono scorciatoie”.
Schöne come lo ha trovato?
“Nessuno è fuori contesto se non vuol essere fuori contesto. Io gli ho fatto delle richieste, le valuto ed è difficile capire il tempo di apprendimento dei vari giocatori. Schöne ha qualità ma a me interessa la priorità della squadra: si può giocare con chiunque, ma io guardo l’avversario che dobbiamo affrontare. Dovremo avere grandissimo equilibrio e un ordine impressionante. Chi ci sarà non importa, l’importante è che si faccia quel che vogliamo”.
Ha parlato di passione, quella che i tifosi riconoscevano in lei
“Io non focalizzerei più l’attenzione su un singolo. Non si può fare nessun lavoro senza passione, altrimenti saremmo degli automi. La passione dovrebbe essere scontata per qualsiasi cosa che facciamo. Senso d’appartenenza e sacrificio sono tutte virtù fondamentali per un essere umano e per un atleta. Devi andare a casa e pensare 24 ore su 24 al tuo lavoro, perché è questo che facciamo”.
Il momento che l’ha emozionata di più?
“Normale che venendo qui e approdando in un club dove si è consumata gran parte della mia storia da giocatore – che io peraltro ho già dimenticato, perché sono cose passate ed ora il mio ruolo è l’allenatore – Una volta entrato abbia percepito tutto quel che è stato il passato e ti ricordi gli aneddoti. Oggi ci sono io, ed era una cosa che volevo, desideravo: non potete immaginare nemmeno lontanamente quanto sia onorato di poter rappresentare questo club e per me diventa importante dimostrare con la passione, il lavoro e le idee che si può venir fuori da questa situazione”.
Perin, Behrami, Destro: come stanno?
“Sono stato molto chiaro con i giocatori. Gli ho detto quello che per me è importante: siamo nella condizione di dover valutare tutti ed integrarli nel minor tempo possibile e poi si faranno delle scelte come giusto che sia. Con la società c’è un confronto continuo, sanno le disamine tecniche, ma ora mi interessa la partita di domani: sono stra-curioso di vedere la partita di domani, quello che ottengo in campo dai primi cinque giorni di lavoro. Non vedo l’ora e vorrei già essere lì, come i giocatori: vogliamo partire azzerando tutto, con delle idee e dimostrazioni diverse. Abbiamo ancora un allenamento e ce lo prendiamo con calma”.
Meglio iniziare una stagione o subentrare in corso d’opera?
“Sia che uno inizi sia che uno subentri io voglio sempre fare bene, perché amo questo lavoro profondamente. Non giudico il lavoro altrui e non mi interessa. I due allenatori che sono stati qui erano molto capaci e bravi, ora tocca a me: sono disposto a fare tutto, a me interessa trovare la quadratura del cerchio e ho detto alla società che non è un problema di come stare in campo. Quando poi si chiuderà il cerchio e sapremo con certezza il gruppo definito, il resto verrà da sé, solo con il lavoro”.
Sui giocatori recuperati o eventuali indisponibili:
“Abbiamo recuperato giocatori che avevano delle problematiche. Nell’ultimo incontro che faremo con lo staff medico avremo modo di capire chi sarà utilizzabile, se ci sono delle minacce o dei rischi particolari. Da questo confronto avremo l’immagine di chi sarà realmente disponibile per il gruppo. Io sono arrivato il 29 e ho provato e considerare tutti, poi arriverà il momento per capire chi mi darà le garanzie per un certo tipo di progetto. Abbiamo impostato e arriveremo alla partita con delle strategie. Ho bisogno di trovare giocatori in forma ed avere più scelte a disposizione. Voglio arrivare a considerare tutti: poi quando sarà il momento di fare altre valutazioni farò anche questo. Voglio capire il prima possibile quale sia il materiale a disposizione e mi serve il riscontro sul campo con la partita, che è quello che conta. La partita può essere meglio interpretata in base a come si lavora, ma serve farlo 24 ore su 24. Da quando sono arrivato ho allenato e provato tutti, poi arriverà il momento di capire chi mi potrà dare garanzie. Chiaro che arriva Destro, giocatore già stato in questo ambiente e di cui non si discute: sappiamo che ha giocato 100 minuti, consideriamo tutti. Non c’è tempo e non vogliamo perdere tempo. Behrami lo conosco per spessore umano e per quello che mi può dare. Pilati, Murgita e Scarpi li conoscevo personalmente, mi piacciono come persone ed abbiamo impostato un programma di lavoro importante, perché la mia richiesta di calcio non è in linea con i numeri ottenuti finora”.
Sul Sassuolo:
“Mi aspetto una squadra in crescita, qualitativa, che gioca ma che concede. Noi dovremo essere bravi a capire che hanno dei pregi e dei difetti. Dovremo essere bravi ad impostare la partita su un’impostazione che abbiamo studiato in questi giorni. mi aspetto una squadra che sa palleggiare e sa ripartire, una squadra che ha messo in difficoltà squadre ben più importanti. Dai miei ragazzi mi aspetto quel che ho detto: la consapevolezza che sia una situazione delicata. Mi piace costruire, palleggiare ma farlo per poter battere gli avversari ed attaccare gli spazi con un movimento coordinato in campo. So che chi c’è oggi ha determinate caratteristiche e la mia bravura deve esser quella di saperle strutturare alla mia idea di gioco. Servono la consapevolezza di essere una una situazione delicata e la necessaria umiltà. Con coraggio, perché senza coraggio non si fa nulla nella vita. Non mi interessa il calendario: ogni partita che faremo dovremo giocarla con i migliori interpreti per fare punti, convinti di poterli strappare a tutti.”
Gerarchia fra portieri?
“Abbiamo sicuramente due grandi portieri ma non giro tanto intorno alle cose: domani farò le mie valutazioni, le comunicherò ai diretti interessati e per me la scelta sarà definitiva”.
Idee in caso di salvezza?
“Si, ho già in mente tutto ma lo dirò più avanti. Ora fatemi parlare di cose serie”.
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