“Uno splendido ritorno, tutti insieme possiamo farcela”. A Perin sono bastati meno di cinque minuti per riconquistare il popolo genoano, salutato non più tardi di un anno e mezzo fa con un lungo pianto sotto la Gradinata Nord, popolo che lo ha riaccolto con affetto anche nel giorno del suo ritorno a casa per lanciarsi in una sfida al sapore di rivincita. Come nel giorno dell’arrivederci, mascherato da addio, Mattia è sceso in campo con in braccio la figlia Vittoria. Se con i tanti sostenitori è bastato un cenno, i pochi mugugni sugli spalti li ha respinti con una mano, dopo meno di cinque minuti, su un colpo di testa a botta quasi sicura di Traoré. Il pareggio del Sassuolo è macchiato da una deviazione, la vittoria sofferta viene festeggiata dal numero 1 genoano con i pugni chiusi e un abbraccio di gruppo. Nel mezzo salti, tuffi, urla e uscite alla Perin, uno di cui ci si scorda difficilmente. Lo conferma anche mister Davide Nicola, che in conferenza stampa ammette: “Ho voluto mettere in campo quelli che conoscevo meglio”. Dai tempi del Lumezzane, quando il ciuffo sbarazzino muoveva i primi passi nel calcio con la Pistoiese. Il suo percorso lo ha riportato dai tifosi del Genoa, che rispolvereranno la scritta: “Battitene Ü Belin, ci pensa Perin”. Tutto è diverso ma niente è cambiato, anche fra i pali.