Il calendario del Genoa prima della partita di Firenze era un Inferno, alla fine un Purgatorio guardando classifica e risultati dei compagni della zona rossa. Per farlo diventare un Paradiso occorrono risultati. E il Paradiso non può attendere in questa settimana di calciomercato.
Dragowski di cognome e di fatto porta in salvo la Viola. A Iachini, secondo il quale prima della gara non doveva esserci “trippa per i gatti” sul piano del gioco e delle reti, non riesce il tris di vittorie consecutive in campionato e, fermato al Franchi dal Genoa ultimo in classifica, fa rimuginare a chi ha dovuto lavorare con il suo cappellino ricordi del passato: partenze lampo e arrivi da lumaca, quando non è stato esonerato prima.
Sul piano della prestazione un passo indietro della Viola e uno avanti del Genoa. La consolazione di Iachini è quella di essere ancora imbattuto, la desolazione di Nicola, oltre non vincere in trasferta (anche se c’è il conforto di non aver subito gol dopo 9 giornate di campionato in trasferta, e tra le mura amiche 15 giornate: unici precedenti 0-0 col Bologna in casa, fuori con il Napoli), quella di una coperta che resta sempre corta. Nessun errore in difesa, ma qualcuno pesante in avanti.
Il Genoa di Firenze aveva spaventato nei primi 10’ di gioco con un bis delle brutte prestazioni delle gare precedenti, anche se solo per un tempo. La fiammata di Favilli col rigore procurato aveva fatto girare la partita dall’inferno al Paradiso e il rigore sbagliato da Criscito (è successo a tutti i rigoristi da quando è nato il pallone) dopo alcuni minuti di apnea avrebbero portato la svolta con pressing, intensità, tutti a correre, tutti a difendere, in parecchi di più ad attaccare, anche se senza continuità.
Nicola ha confermato al Franchi di non cucire le sue squadre su un singolo elemento. Meglio i giocatori duttili e la differenza la devono fare i fuoriclasse. Uno su tutti: Schone. Ripresa la scena il Genoa indipendentemente dai numeri tattici aveva come strategia un solo obiettivo: creare, in particolare nella fase di non possesso, situazioni di vantaggio numerico e ripartire.
Ciò non ha funzionato per tutto l’arco della partita perché nel cuore del gioco Sturaro, in netto miglioramento sul piano della quantità, e Behrami sono alla ricerca di migliorare la condizione, la gamba e il ritmo gara malgrado la loro esperienza abbia avuto vantaggi. A Firenze sia Sturaro che Behrami hanno dimostrato, facendo una gara di sacrificio, che prima si nasce professionisti e dopo si diventa giocatori.
Perin attento, Biraschi tignoso, Romero non farfalloso, Criscito abbacchiato e sfortunato hanno lavorato meglio in fase difensiva sulla difesa della porta, presa di possesso del pallone, concentrazione e in particolare sui tagli degli avversari sulle corsie laterali, pericolosi nei primi minuti di gara.
A centrocampo ha dominato Schone vincendo non solo il duello con il dirimpettaio Pulgar per la costruzione del gioco, con il pallone in possesso e la difesa della fase difensiva. Sturaro e Behrami alle prese con due avversari mobili come Benassi e Castrovilli, che nel 3-5-2 di Iachini giocavano più avanzati rispetto agli esterni per permettere i loro tagli verso l’interno, hanno fatto fatica ma con l’aiuto di Barreca e Ghiglione – entrambi in netto miglioramento nel fare le due fasi di gioco – alla lunga li hanno anche imbrigliati.
Davanti Favilli ha fatto il centravanti che in questo momento serve, battendosi e facendo alzare la squadra con mobilità e cambio di posizione e tentando le conclusioni; Pandev leggermente giù di tono: ci può stare visto che era da tempo che non giocava tante partite consecutivamente da titolare.
Se il rigore mancato da Criscito è stata una scintilla, l’altra la ha accesa Nicola con i cambi. Tutti si aspettavano l’uscita anticipata di uno tra i due senatori nel cuore del gioco, invece ha cambiato i due attaccanti lanciando un messaggio alla squadra, ai tifosi del Genoa e a Iachini, capendo che poteva fare risultato pieno.
Pinamonti si è mangiato un gol importante non solo per la classifica, ma per il suo miglioramento sul piano psicologico. È difficile per un giovane psicologicamente, che non può essere diverso dai nostri figli perché gioca al calcio, uscire da 4 settimane di panchina, nell’orbita del calciomercato (il prezzo del cartellino non è stato fatto da Mago Merlino, si spera, ma da chi dovrebbe masticare calcio con visioni future…) e dalle chiacchiere e sbagliare un gol, facile o non facile che sia. Per di più troppo importante per le sorti del Grifone. Sanabria quasi assente non gradisce entrare dalla panchina?
Il pareggio al Franchi non è giusto: il Genoa con le sue imperfezioni e “spreconerie” ha cercato di superare la Fiorentina e solo il “Drago(wski)” viola non gliel’ha permesso. La buona prestazione di Firenze dovrebbe far prendere fiato verso la salvezza e allargare i cordoni per ingaggi di maggiore qualità anche a Preziosi. Il Genoa può giocarsi buone carte e con qualche vittoria può anche ampliare la zona salvezza visti i risultati di chi li precede.
Le notizie a stamattina, anche se la giornata è lunga, sono sempre le stesse: Masiello e Soumaoro per le difesa con l’uscita di Goldaniga di proprietà del Sassuolo e del procuratore se riceverà una offerta che gli allungherà la carriera. Davanti in settimana si giocherà con il pluridecorato agente degli affari Raiola che ha in mano le carte di Pinamonti.
Occorre che Preziosi regali due colpi “preziosi” alla tifoseria delusa e in ansia. Uno tra Younes o Falque va bene: non per giocare nel 3-5-2, ma per far rifiatare Pandev dietro la prima punta. Il problema del gol si può risolvere anche con questo ingaggio.
Il secondo colpo dovrà essere una prima punta con l’habitat davanti alle aree avversarie. È tempo di saldi ai quali dovranno abituarsi anche i cechi oppure uno pronto e conoscitore del campionato italiano, ad esempio Nestorovski che in Friuli sgomita, anarchico sul piano del gioco ma efficace davanti alle porte avversarie. L’avvocato Campoccia, vice presidente dell’Udinese, potrebbe aiutare. Ha già salvato il Grifone a Treviso dal fallimento e potrebbe tentare di salvargli la prossima serie A.
Attenzione a 5 giornate dalla fine alla Samarcanda calcistica: le sorprese potrebbero esserci in entrata e in uscita. Importante che il sonno di questi 25 giorni di calciomercato non sia la valigia dei ricordi: la sottrazione della Serie A al Vecchio Balordo è proibita dalla legge genoana.