Dodici allenatori cambiati nelle prime ventitré giornate di campionato. La Serie A è vicinissima ad eguagliare il monte esoneri della passata stagione (13) e siamo solamente a metà febbraio. Il dodicesimo avvicendamento in panchina è stato quello di Luigi Di Biagio, che dopo 1890 giorni ha sostituito a Ferrara la figura di Leonardo Semplici. All’orizzonte rischiano di essercene altri, visto che sono tornate tremolanti panchine come quelle del Milan e un po’ meno salda risulta quella del Cagliari.
Il momento della stagione non è di quelli più indicati per andare a toccare gli equilibri consolidati dall’estate, e quantomeno ci si attende che le società portino a termine quanto intrapreso da ormai 8/9 mesi. Un dato che conforta questa tesi, quest’anno più che in altre stagioni, è quello di rendersi conto che, in larga parte dei casi, aver cambiato allenatore non ha sortito gli effetti sperati. Almeno non nell’immediato, come testimoniano storie recentissime come quelle di Diego Lopez e Moreno Longo.
In questo scenario, Davide Nicola è senz’altro uno dei profili ad aver dato più continuità di prestazione al momento dell’arrivo sulla nuova panchina. Secondo per media punti fra gli allenatori arrivati a stagione iniziata (1,33), assieme a Thiago Motta e Corini è fra i soli tre allenatori subentrati in corsa ad aver vinto all’esordio in panchina. Non è accaduto lo stesso per gli altri, che hanno “smentito” come il cambio di guida tecnica spesso porti una scossa generale. Tre hanno addirittura perso (Gattuso, Grosso e Longo), quattro hanno trovato solamente il pareggio (Pioli, Ranieri, Iachini, Diego Lopez).
LA MEDIA PUNTI DEI SUBENTRANTI (escluso Di Biagio)
- Stefano Pioli (Milan) > 23 punti/16 partite > media punti: 1,43
- Davide Nicola (Genoa) > 8 punti/6 partite > media punti 1,33
- Claudio Ranieri (Sampdoria) > 20 punti/16 partite > media punti: 1,25
- Giuseppe Iachini (Fiorentina): 8 punti/7 partite > media punti: 1,14
- Gennaro Gattuso (Napoli): 9 punti/8 partite > media punti: 1,12
- Diego Lopez (Brescia): 1 punti/1 partita > media punti: 1
- Eugenio Corini (Brescia): 8 punti/9 partite > media punti: 0,88
- Thiago Motta (Genoa) > 6 punti/9 partite > media punti: 0,66
- Fabio Grosso (Brescia) > 0 punti/3 partite > media punti: 0
- Moreno Longo (Torino): 0 punti/1 partita > media punti: 0
Oltre al dato sulla differente incisività dei cambi in panchina, c’è un’altra tabella da mettere in risalto. Una tabella che evidenzia come si tratti di uno dei campionati più equilibrati – e dalla classifica più corta – negli ultimi sedici anni. Dopo cinque stagioni, infatti, è stata nuovamente abbattuta la soglia dei 20 punti di distacco tra chi lotta per l’Europa e chi rischia la retrocessione a quindici turni dalla fine.
Nell’era dei tre punti e della Serie A a 20 squadre, per ritrovare un divario così “basso” fra zona Europa e zona salvezza, si deve necessariamente risalire all’annata 2009/10. Dieci stagioni fa, alla 23esima giornata, al 6° posto c’era la Sampdoria (36 punti), mentre al 18° avremmo trovato la Lazio coi suoi 22 punti. Ancora più contenuto il distacco all’epoca degli spareggi salvezza del 2004/05, quando per evitare i playout bisognava arrivare almeno sedicesimi. In quella stagione si ridussero addirittura a dodici.
DIVARIO PUNTI TRA ZONA SALVEZZA E ZONA EUROPA ALLA 23° GIORNATA
- stagione 2019/20: 15 punti
- stagione 2018/19: 20 punti
- stagione 2017/18: 20 punti
- stagione 2016/17: 28 punti
- stagione 2015/16: 20 punti
- stagione 2014/15: 15 punti
- stagione 2013/14: 19 punti
- stagione 2012/13: 20 punti
- stagione 2011/12: 17 punti
- stagione 2010/11: 16 punti
- stagione 2009/10: 14 punti
- stagione 2008/09: 21 punti
- stagione 2007/08: 15 punti
- stagione 2006/07: 14 punti
- stagione 2005/06: 19 punti
- stagione 2004/05: 12 punti
L’ultimo aspetto che ha provato a fare da equilibratore in questo campionato è stato il calciomercato di riparazione. In realtà, di fronte a numeri che abbiamo già diffuso (meno di sei operazioni al giorno in un mese, ma quasi tutte concentrate nelle ultime 48 ore), chi ha davvero inciso si conta sulle dita di una mano. In primis Fabio Borini, in prestito all’Hellas, che ha siglato due reti contro Bologna e Juventus regalando 4 punti alla formazione di Juric. A seguire Riccardo Saponara: al Genoa un oggetto misterioso, al Lecce assistman che ci ha messo lo zampino in tre delle ultime sette reti dei salentini.
In ultimo, ma non in ultimo, ci sono Patrick Cutrone (sperduto al Wolverhampton, ha segnato per adesso solo in Coppa Italia), Zlatan Ibrahimovic (con lui è scattata fra alti e bassi l’operazione rilancio Milan) e Musa Barrow. Poco spazio all’Atalanta lo ha portato ad accasarsi alla corte di Mihajlovic, dove ha ripagato la fiducia con tre reti delle ultime otto. Non è comunque soltanto coi gol che si misurano le mosse valide portate avanti sul mercato. Chi ha davvero inciso, in maniera differente, sono stati anche centrocampisti come Barak o Behrami, l’ex Torino Bonifazi, i nuovi innesti rossoblu Masiello e Soumaoro.