Dopo 20 anni abbiamo un campionato in cima e in fondo alla classifica. Dopo 24 giornate in testa alla classifica era dal 2002 che non c’erano tre squadre in un punto. In fondo alla classifica, considerate spacciate Spal e Brescia, troviamo 7 squadre in 7 punti: Sassuolo 29, Fiorentina 28, Torino 27, Udinese 26, Lecce 25, Sampdoria 23, Genoa 22.
A giocarsi il quarto posto utile per accedere alla Champions ci sono Atalanta (45) e Roma (39). Per l’Europa League 6 squadre in tre punti: Verona 35, Parma35, Milan 35, Napoli, 33, Bologna 33, Cagliari 32, squadre sull’altalena dei risultati e senza un gioco che garantisca continuità. Solo il Verona di Juric ha dimostrato di aver qualcosa in più, ma bisognerà verificare quanto durerà il Duracell di Veloso e compagnia. Chiunque vinca una partita, dai 29 punti in su, vede l’Europa.
Il campionato racconta anche che le squadre che vanno per la maggiore sono Lazio e Atalanta, innanzitutto perché hanno una società che ha costruito qualcosa di solido negli ultimi anni. Nel calcio tattica, numeri di moduli contano, ma l’Aquila e la Dea stanno dimostrando che l’affiatamento è il valore più assoluto e i calciatori si trovano a meraviglia sia in campo che con la dirigenza.
Lecce-Spal. Momento incantato per i salentini che hanno inanellato il terzo successo consecutivo sulle rovine degli avversari: Torino, Napoli e Spal. Per gli estensi il cambio di allenatore non ha portato nulla di nuovo. Per Di Biagio sarà dura se non entra alla svelta nei meccanismi della lotta per la retrocessione. Rispetto a Semplici ha alzato il baricentro ed è stato fregato in contropiede.
Bologna-Genoa. Il Grifone ha risposto al Lecce. Capolavoro di Nicola, colpo salvezza e passo fondamentale. Gioiello di Sanabria, letale Soumaoro in difesa e in attacco. Bologna depresso.
Atalanta-Roma. A Bergamo non c’è il mare, ma quando Gaperini alza la marea gli avversari affondano. Tre punti per la Dea che profumano di zona Champions. Come scritto in precedenza, la Dea è una squadra fatta e finita, mentre la Lupa di Fonseca ha un progetto tattico in testa che necessita di tempo. Tempo che sotto il Cupolone, visti i risultati dei cugini, nessuno vuole attendere.
Udinese-Verona. Lunch match senza sapori e gusto. Juric rallenta non solo la corsa all’Europa, ma anche sul piano della corsa. Nessun gol con l’Udinese che non riesce a vincere perché è in difficoltà a trovare la via del gol.
Sassuolo-Parma. Si rivede Gervinho dopo i tormenti del calciomercato e decide il derby del parmigiano reggiano. Solo un’azione da parte del Parma. Sfortunato il Sassuolo, il pareggio era risultato più giusto.
Sampdoria-Fiorentina. La Samp rianima la Viola e la panchina traballante di Iachini. Tutto è successo nel primo tempo: due rigori, due espulsioni e blucerchiati troppo piccoli. La Samp torna in coda alla classifica, la Fiorentina esce per adesso dalla zona calda. Tutto il Ferraris e non solo la Sud contro Ferrero. Il limite di sopportazione è arrivato al limite. Contestata oltre la mancata vendita a Vialli anche l’uscita dal CDA di Romei e dei fedeli di Garrone. I gigliati hanno approfittato dell’approccio alla gara di Quagliarella e soci sempre faticoso come in tante altre gare e questa volta non hanno recuperato. Gigliati in fiore? Sul tre a zero Quagliarella e Tonelli potevano riaprire la partita. I fantasmi non ci sono solo per Ranieri. Iachini dopo aver dissolto la ventata di risultati e aria fresca al suo arrivo si è ripreso nel morale con la “manita” ai doriani e il campionato prossimamente dirà se è stata vera gloria.
JuventusBrescia. Senza CR7 la Signora è stata al Cuadrado. Il Brescia di Lopez con l’infermeria piena ha pagato dazio coi gioielli juventini. Dybala su tutti. La Signora dopo i campionati da Signorina con Allegri ritorna Vecchia e sempre la stessa dall’inizio del campionato. E non per il gioco: vince per giocate dei suoi fuoriclasse, la garanzia nelle partite dove c’è tanta differenza di gap tecnico. Il palleggio e le geometrie, il marchio di fabbrica di Sarri, sono assenti.
Cagliari-Napoli. Il Ciuccio sente di nuovo profumo di Europa contro un Cagliari sempre più spento. Maran a rischio panchina anche dopo la telenovela Pavoletti della scorsa settimana. Gattuso aspetta il Barcellona, ma fa fuori Allan che non rispetta gli allenamenti con l’approvazione del Presidente.
Lazio-Inter. L’anti Juventus è l’Aquila. Ribaltato Conte da Inzaghi. La differenza tra Lazio e nerazzurri sono stati difensori e portiere. Padelli non dà sicurezza e l’errore di farsi scappare Radu alla fine del calciomercato potrebbe costare caro. Diciannove gare senza sconfitte per la Lazio. Il vantaggio per Conte è stato vissuto solo nello spogliatoio. È bastato a Milinkovic e compagni cambiare marcia per incassare i tre punti. Il fisico e la corsa nel calcio sono come il cacio sui maccheroni, ma senza la fantasia tenuta in panchina da Conte sarà difficile fare punti contro una squadra non solo piena di fantasia ma anche di forza nella difesa energica. Non una squadra di soli calciatori top, ma un giocattolo che funziona alla grande. Lazio senza Europa da giocare spaventa la Juventus e l’Inter. Klopp l’ha pronostica vincitrice del campionato per quella ragione.
Milan-Torino. Vince il Diavolo, Toro spuntato e crisi senza fine. La zampata di Rebic – meno male che non è stato regalato a gennaio – ha deciso una brutta gara. Anche Ibra si mangia i facili gol. Il Milan rivede l’Europa, il Torino dopo 6 sconfitte consecutive (4 con Mazzarri, 2 con Longo) vede le streghe della B.
Finalmente il VAR ha salvato un arbitro: Irrati di Pistoia in Sampdoria-Fiorentina. Senza VAR non si sarebbe accorto dei 4 errori macroscopici visti ad occhio nudo: 2 rigori e due espulsioni. Irrati l’arbitro simbolo del Var Italiano ai Mondiali russi perde colpi sul prato verde e a giugno entrerà a far parte del VOR di Coverciano, se sarà pronto come continua ad affermare il Presidente dell’AIA Nicchi.
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